Di Luca Giordano
Che l’Italia si debba sempre distinguere non è una novità e nemmeno un bene. Ormai quasi nessuno è stato esente dal provare “il brivido ” del tampone infilato nel naso con lacrima finale per il fastidio.
Oltre alla preoccupazione dell’aver contratto il virus e quindi risultare positivo, c’è da metter mano anche al portafogli e quando lo si fa si torna a lacrimare nuovamente.
Ad oggi, possiamo scegliere se fare un tampone rapido, (soluzione che in farmacia ha un costo variante tra i 7 e i 10 euro), un antigenico che costa mediamente sui 15, mentre il molecolare, metodo che toglie qualsiasi dubbio può arrivare a costare oltre i 50 euro. Eppure, se guardiamo i nostri vicini continentali, come francesi, danesi, croati, tedeschi, greci o olandesi, loro mostrando il pass vaccinale non sono tenuti a pagare nulla perché da loro i tamponi sono gratuiti.
Per questo, nella mia testa una domanda risuona da tempo, quesito nato dal dire che forse in Italia qualcuno tra uno starnuto ed un colpo di tosse ci stia marciando.
Anche questa volta torna utile il detto: “A buon intenditor poche parole”.