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G A M B A T E S A: Separati Da Migliaia Di Chilometri Con Serie Difficoltà Di Comunicazione

Di Stefano Venditti

Divisi Dall’Uragano Sandy

LʼESCLUSIVA:
NELLA GRANDE MELA E’ ALLARME IPOTERMIA DOVUTA ALLA MANCANZA DI RISCALDAMENTO

La storia di Teresa e Pietro: lei rimasta a New York, lui tornato a Gambatesa

E’ questa la situazione che stanno vivendo i coniugi Abiuso, ambedue originari di Gambatesa, a seguito del passaggio dell’uragano Sandy sullo stato di New York.
Teresa è rimasta nella loro casa a Long Island, mentre Pietro è rientrato nel paese natio per prendere parte alla ricorrenza dei defunti del 2 novembre, visto che erano ben 33 anni che non andava a visitare i propri cari sepolti a Gambatesa.

«Sono partito con forte anticipo perché tenevo in maniera particolare a salutare i miei cari defunti visto che non portavo un fiore sulle loro tombe da 33 anni – ha dichiarato Pietro -.
Sono partito con tranquillità anche perché non immaginavo che l’uragano Sandy si fosse scagliato su New York e sul New Jersy con tale violenza e veemenza.
Ora, seppur sono rientrato nel paese natio, vivo ore di ansia per mia moglie che ho lasciato a casa nostra.
Nella nostra zona di residenza non c’è ne luce ne gas e le comunicazioni sono notevolmente difficoltose anche con i cellulari e internet anche perché sono state danneggiate quasi tutte le torri ripetitori e si sono verificati diversi corto circuiti.
Ci fa da ponte nostra figlia che vive in Florida – ha rimarcato Pietro – che minuto dopo minuto tenta di telefonare alla mamma per prendere la linea che va e viene.
Per fortuna ne mia moglie ne la nostra casa ha subito danni visto che circa due anni fa insieme ai nostri vicini abbiamo tagliato tutti gli alberi che c’erano tra le nostre case come misura precauzionale contro gli uragani e tornadi.
I maggiori danni, infatti, e vittime sono stati causati dagli alberi e dai rami che hanno colpito case e automobili.
Quello che preoccupa maggiormente gli americani in questo momento sono i numerosi danni, calcolati per un valore pari a oltre 50 miliardi di dollari, e il fermo dell’economia locale, che per ogni giorno di stop perde circa 17/18 miliardi di dollari.
E’ una situazione molto delicata e non vedo l’ora di tornare al fianco di mia moglie per poter dare una mano sia a lei sia ai miei vicini.
Per fortuna, dopo tre giorni di fermo, è stato riaperto anche l’aeroporto che si trova vicino Haward Beach, dove risiedono molti molisani, che era letteralmente sommerso dall’acqua.
Mi auguro che la prossima settimana potrò prendere un aereo ed abbracciare così la mia amata Teresa – ha concluso Pietro -».

Abbiamo avuto serie difficoltà nel contattare Teresa a New York ma anche se la linea era fortemente disturbata e poco fluida siamo riusciti a scambiare qualche battuta.

«La situazione è davvero drammatica.
Ieri ci è stato comunicato che solo fra undici giorni riusciranno a ridare energia elettrica a tutta la zona.
Non c’è luce, non c’è gas, sembra di essere tornati a centinaia di anni fa quando ci si illuminava con le candele e ci si riparava alla meglio.
Per fortuna abitiamo su di una piccola collina – ha dichiarato Teresa – e l’acqua non ha raggiunto la nostra abitazione che, per fortuna, non ha subito danni.
A circa tre isolati da casa è morto un signore perché, mentre stava spostando la propria macchina, è stato colpito da un albero che è stato sradicato dal forte vento.
I nervi, ovviamente sono a fior di pelle e tutta la popolazione è rimasta traumatizzata dalla forza e dalla potenza dell’uragano Sandy.
La mancanza di elettricità e di gas, poi, hanno influito in maniera negativa sia sui trasporti pubblici sia sul riscaldamento.
Qui iniziano già a farsi sentire le basse temperature ed anche di giorno si inizia ad andare sotto lo zero.
Il pericolo maggiore è l’ipotermia che potrebbe creare notevoli problemi.
Molte sono le persone che, non avendo più una casa, si ritrovano in strada e cercano di riscaldarsi accendendo dei fuochi di fortuna.
Altro aspetto da rimarcare – ha evidenziato Teresa – è la problematica relativa alla distribuzione dei viveri.
Senza energia elettrica tutti i frigoriferi, sia a livello industriale sia a livello familiare, non funzionano più quindi la roba da mangiare si sta guastando nonostante le basse temperature.
Inoltre molteplici aziende e magazzini di provviste, nonché i piccoli negozi di alimentari sono andati tutti distrutti.
Per fortuna ci sono i vigili del fuoco, i volontari e la guardia nazionale che con grande abnegazione e sacrificio stanno tentando di aiutare tutta la popolazione colpita dalla furia di Sandy.
Ovviamente si è tentato di dare precedenza al ripristino dell’aeroporto che è l’unica via di comunicazione con gli altri stati dell’America e del mondo.
Grazie ai ponti aerei potranno anche giungere aiuti preziosi per la popolazione.
La situazione è drammatica, simile ad un fortissimo terremoto e quello che ci spaventa di più è che potrebbe arrivare un secondo uragano, sicuramente di minor intensità, ma certamente ugualmente pericoloso e devastante – ha concluso Teresa -».