Di Ouday Ramadan
LA PIU’ GRANDE RAPINA DELLA STORIA
Indagine storica fatta da fonti israeliane per non essere accusato di partigianeria araba.
Nel 1837 iniziarono i lavori per la costruzione della prima colonia ebraica in terra palestinese. A quel tempo il numero di cittadini ebrei in Palestina era di 1.500 persone. Tre anni dopo, il numero raggiunse 10.000, per arrivare a 22.000 nel 1881. Il 1906 vide l’arrivo in Palestina di altri 25.000 ebrei. Nel 1910 gli ebrei in Palestina costruirono la prima colonia agricola. Durante la Prima guerra mondiale gli ebrei emigrati in Palestina furono 85.000. Le loro colonie erano 44, su un’area di 418 ettari.
Il progetto sionista iniziale non prevedeva di occupare in forze la Palestina immediatamente. Infatti i sionisti nei decenni hanno inghiottito la Palestina poco alla volta, attraverso la costruzione delle loro colonie.
La tipica colonia ebraica non è semplicemente formata da abitazioni e strade, ma è anche una vera e propria roccaforte. All’interno della colonia abitano i miliziani assieme ai loro familiari, e vi si trovano magazzini di armi e ampie scorte di derrate alimentari per resistere in caso di assedio. La colonia sionista gode di tutti i confort necessari ed è composta da una società non omogenea etnicamente, ma al cui interno vivono numerosi ebrei diversi per nazionalità e lingua, accomunati dalla protezione delle armi.
I sionisti ebbero l’idea della costruzione delle colonie ebraiche rifacendosi all’esperienza americana con gli “indiani” “pelle rossa” e all’esperienza inglese in Africa ed in India. Nell’esperienza americana, gli americani costruivano colonie fortificate dalle quali sferravano gli attacchi ai Pellerossa occupando le loro immense lande, ettaro dopo ettaro. In analoga maniera, Israele si è auto costituito attraverso l’inghiottimento delle terre, giorno dopo giorno. Senza ombra di dubbio, questo progetto necessita di grande volontà e di lungo respiro. Oggi si può dire che la colonia è la cellula fondamentale nel corpo israeliano. Tutti gli Stati del mondo sono composti da città e villaggi, eccetto Israele. In Israele esistono solo colonie, grosse e piccole.
Durante la Prima guerra mondiale il numero degli ebrei diminuì da 85.000 a 55.000. Molti di loro lasciarono la terra promessa in un contro esodo, per altre destinazioni più sicure. Un mese dopo la promessa di Balfur, le forze britanniche occuparono la Palestina. Il Generale inglese Allenby entrò a Gerusalemme dopo un lungo assedio alle truppe ottomane. Dopo avere imposto il protettorato sulla Palestina, gli inglesi favorirono l’immigrazione ebraica in Palestina. Il 1919 vide crescere l’esodo degli ebrei, provenienti da tutto il mondo, verso le spiagge palestinesi. Nei soli tre anni successivi, centinaia di navi portarono in Palestina ben 385.000 ebrei.
Con l’appoggio del forte alleato inglese, gli ebrei iniziarono a costruire le colonie. Vicino a Yaffa e lungo la costa venne costruita una colonia di nome Tel Aviv, che diventerà la capitale politica dell’entità sionista.
Sin dal 1917 i palestinesi e fino alla costituzione dell’entità sionista imbracciarono i fucili difendendo la loro patria. Rare fotografie dell’epoca mostrano la bandiera palestinese, la quale mostra all’interno del triangolo una mezza luna islamica, al cui interno vi è una croce cristiana. Si tratta della bandiera simbolo dei Rivoluzionari Palestinesi.
Nel 1936 la Rivoluzione Palestinese ebbe inizio. Gli imperiali inglesi affrontarono i rivoluzionari con metodi barbari che andarono dalla tortura alla prigionia. I Rivoluzionari Palestinesi attaccarono i convogli britannici, e questi ultimi risposero bruciando i raccolti dei Palestinesi. Nel 1936 caddero 2.000 Martiri Palestinesi e vennero uccisi 200 soldati inglesi oltre a 350 coloni ebrei.
Gli storici filo sionisti non narrano della cacciata da Gerusalemme dei coloni ebrei, nonostante le modeste e primitive risorse dei Palestinesi. Dodici anni prima dell’occupazione della Palestina, gli occupanti inglesi costituirono scorte armate per i coloni cacciati da Gerusalemme.
Con la fine della Seconda guerra mondiale, l’esodo degli ebrei in Palestina aumentò a dismisura. Dall’isola di Cipro le navi colme di ebrei partirono in direzione Palestina, segretamente e pubblicamente, di notte e di giorno. Il tutto accadde con la compiacenza degli inglesi. Gli inglesi addestrarono le bande sioniste come l’Irgun, il WashStern e l’Haganà. Isaac Rabin (pupillo dei pacifinti) dichiarava di essere un membro dell’Haganà. Nel 1941 queste formazioni paramilitari ebraiche iniziarono le operazioni per aiutare i britannici ad occupare la Siria ed il Libano, che a quel tempo erano sotto la giurisdizione del governo francese di Vichy, alleato dei nazisti. La collaborazione tra le formazioni paramilitari sioniste e gli inglesi durò fino al 1943. Isaac Rabin raccontava dell’addestramento militare impartito agli ebrei dagli inglesi, i quali impiegarono le milizie paramilitari sioniste in azioni di sabotaggio nei confronti di Rommel, per impedire a quest’ultimo di controllare l’Egitto e di dirigersi poi verso la Palestina.
In quell’anno arrivò in Palestina un certo Menachem Begin, mentre Ben Gurion mandava i sui collaboratori in Europa ad acquistare armi. Nello stesso tempo Golda Meir girovagava negli Stati Uniti, alla ricerca degli aiuti e dei capitali necessari che permettessero a Ben Gurion l’acquisto delle armi. Le armi arrivarono in mano agli ebrei in Palestina e il 9 aprile del 1948 le bande sioniste uccisero 240 palestinesi nella carneficina conosciuta come Deir Yassin, seminando il panico fra i civili palestinesi.
Dunque, l’entità sionista si è basata prima di tutto sulla compiacenza del suo forte alleato inglese che permise l’esodo degli ebrei in Palestina. L’altro pilastro nell’istituzione dell’entità sionista fu la costruzione delle colonie, da dove partirono gli attacchi ai villaggi palestinesi. I palestinesi erano dei poveri contadini disarmati. Poco alla volta, Israele inghiottì i villaggi abbandonati dai palestinesi, fuggiti in massa dopo la diffusione del panico seguito ai massacri da parte dei sionisti.
Ricapitolando, il triangolo della potenza dell’istituzione d’Israele era composto da :
1. l’alleato inglese fortissimo;
2. le colonie ben armate ed addestrate dagli inglesi;
3. Il panico conseguente alle carneficine commesse ai danni dei poveri contadini palestinesi.
Otto ore prima della fine del protettorato inglese sulla Palestina, alle ore 16.00 del 15 maggio 1948 fu annunciata la costituzione dell’entità sionista con capitale Tel Aviv, la colonia più armata. Prima di lasciare la Palestina, gli inglesi informarono gli ebrei del loro ritiro, dando a questi la possibilità di conoscere le postazioni militari strategiche, affinché se ne impossessassero. Così le bande sioniste riuscirono a controllare il territorio palestinese, dopo un’occupazione inglese durata 31 anni.
Ben Gurion, ex ufficiale britannico, annunciò la costituzione dell’entità sionista denominata Israele, diventandone il Primo Ministro nonché il simbolo della sua potenza e della sua arroganza. In quel giorno, i coloni piansero di gioia per la nascita d’Israele, danzando ai ritmi dell’inno della loro entità appena costituita.
Le parole di quell’inno d’origine russa hanno in sé molti significati. L’inno di Israele è intitolato Haticva, che significa la speranza. La speranza che incita il soldato a combattere, che senza quella speranza è portato a perdere la battaglia e la causa, pure se è armato con tutte le armi di questo mondo. Può darsi che quella speranza trovata dai sionisti e persa dagli arabi è stata la causa della nascita di Israele.
“Fino a quando risiedi nel cuore…
l’anima ebrea desidera..
avanti verso Oriente…
l’occhio guarda a Sion..
La nostra speranza non si è fermata…
Una speranza che vive da 2000 anni…
Di essere un popolo libero a casa nostra..
Terra di Sion e di Gerusalemme….”
Dall’inno sionista.
Isaak Rabin raccontava che nel giorno dell’annuncio, gli ebrei ballavano e cantavano mentre lui ed i suoi compagni sapevano che quello era solo l’inizio.
Nel giorno in cui l’Onu riconobbe Israele, i “terroristi” palestinesi iniziarono le loro azioni. Ventiquattrore dopo l’annuncio della costituzione d’Israele, gli eserciti arabi entrarono in guerra, ricevuti dai palestinesi con le rose ed il riso in segno di gioia. Il Generale egiziano Abd El Menem Kato raccontava che nel 1948, quando ancora era allievo ufficiale, prima che terminasse l’accademia, lui e i suoi commilitoni si sorpresero nel vedersi promossi ufficiali di guerra. Raccontava che l’allora ministro della difesa egiziano Haidar Pasha li convocò dicendo: ragazzi, andremo in Palestina e questa missione sarà un gioco da ragazzi, per questo vi abbiamo promosso, per difendere la patria.
Houssein Eshafiei, ex membro del Comando della Rivoluzione Egiziana, racconta che l’allora Re d’Egitto convocò gli ufficiali egiziani nel Palazzo del Popolo, era la prima volta che il Re visitava quel palazzo. Il re, da una scala di marmo si affacciò dicendo: entriamo in guerra. In guerra entrarono gli eserciti arabi: oltre all’Egitto, La Siria, la Jordania, il Libano e l’Iraq, aiutati da migliaia di Rivoluzionari Palestinesi. Gli arabi chiamarono la guerra “Guerra della Liberazione della Palestina” mentre gli ebrei la chiamarono “Guerra dell’Indipendenza d’Israele”.
La terribile guerra del 1948 ebbe inizialmente varie vittorie arabe. Malgrado la caduta di Acco, le truppe siriane riuscirono a liberare la città di Samakh e a conquistare le colonie di Shaeer Hagoulan e Massada. Sul fronte Nord, i comitati popolari libanesi, insieme alle truppe statali, riuscirono a conquistare i villaggi di Qadas e Malekia in Alta Galilea. Nelle prime ore della guerra, l’aviazione egiziana compì raid su Tel Aviv, spianando la strada alla fanteria, giunta a 70 kilometri di distanza. A Gerusalemme, circa 1.500 soldati giordani, insieme ai Rivoluzionari Palestinesi, riuscirono a contrastare l’avanzata di 6.500 soldati al comando di Ariel Sharon. Nella battaglia della difesa della città Santa Gerusalemme, le truppe arabe riuscirono a rompere l’assedio ebraico uccidendo circa 2000 soldati israeliani e ferendo persino Ariel Sharon che venne catturato dall’esercito giordano. L’esercito giordano medicò pure Sharon, trasportandolo nelle retrovie all’interno di un campo di prigionieri, per poterlo scambiare con un prigioniero arabo dopo la fine della guerra.
Che peccato.
Meglio che mi fermo qui, oppure vado avanti?
Non capita tutti i giorni di vedere Sharon ferito e imprigionato.
Il 10 giugno del 1948 il Consiglio di Sicurezza intervenne all’Onu imponendo il cessate il fuoco per un mese intero. L’Emiro Arabo Abddallah Ibn El Houssein entrò a Gerusalemme circondato da ufficiali arabi. Venne ricevuto con tutta la gioia dei palestinesi costretti all’esilio dopo le carneficine dei sionisti.
Il paradosso della guerra del 1948 fu che l’esercito israeliano fu fondato due settimane dopo l’inizio della battaglia e durante il fervore dei combattimenti con i Rivoluzionari Palestinesi (Fidayyin) e gli eserciti arabi. Le forze sioniste dell’epoca contavano su circa 100.000 soldati fra uomini e donne, suddivisi in 12 battaglioni di fanteria, insieme a reparti corazzati e ad aerei di tipo Speed Fire e Short Stirling. I centomila soldati sionisti, ben addestrati ed equipaggiati, affrontarono venticinquemila uomini fra soldati arabi e Fedayyen Palestinesi. I soldati sionisti erano di gran lunga più esperti di quelli arabi. La Divisione sionista era conosciuta come la divisione ebraica all’interno dell’esercito inglese, aveva combattuto insieme agli inglesi durante la Seconda guerra mondiale.
I sionisti erano ben piazzati all’interno delle colonie che erano delle vere roccaforti impenetrabili. Le colonie erano suddivise in due parti, la prima era visibile mentre l’altra era sotterranea. La difesa era composta da vari gruppi militari, in diretto contatto fra loro e muniti di sofisticati sistemi di controllo e di torri di guardia, che formavano una linea insuperabile.
Mentre gli arabi festeggiavano il ritorno di Gerusalemme, l’esercito sionista si organizzò formando i due battaglioni corazzati chiamati in gergo “battaglione inglese” e “battaglione russo”. I sionisti disponevano solo di 14 carri armati.
Il 10 luglio del 1948 la tregua venne interrotta, dando inizio di nuovo alla guerra. Nel secondo round, l’esercito sionista ebbe la meglio. La collaborazione fra l’aviazione, le truppe corazzate e la fanteria fu determinante per i sionisti, segnando le sorti della guerra. L’esperienza maturata dall’ufficiale ebreo nell’esercito inglese fu indispensabile. Fu copiata la strategia militare tedesca nell’invasione della Polonia. Bombardare con l’aviazione ed i cannoni spianando la strada alla fanteria. Malgrado le incomprensioni fra i reparti sionisti, dovute alle diverse lingue parlate dai soldati, in particolare fra quelli di provenienza inglese e quelli russi, i sionisti riuscirono ad avanzare nel territorio palestinese grazie all’equipaggiamento ed all’addestramento. Dopo due settimane dall’inizio della guerra, l’aviazione sionista, grazie all’acquisto di quattro aerei di fabbricazione cecoslovacca, riuscirono a porre fine all’avanzata dell’esercito egiziano. I piloti sionisti erano ben addestrati rispetto ai principianti arabi, i quali videro abbattere i propri aerei, risalenti alla prima guerra mondiale, dalla contraerea sionista d’ultima generazione. La sintonia fra i reparti sionisti assomigliò ad una forbice che riuscì a tagliare e a fare a pezzi l’avanzata dei cosiddetti eserciti arabi. Riuscirono a far arretrare l’esercito egiziano fino ad Al Naqab e ad arrestare l’avanzata dell’esercito giordano. In soli nove giorni si compì la battaglia per l’occupazione della Palestina. Le battaglie di logoramento però, sarebbero continuate fino alla fine di ottobre. I villaggi e le città palestinesi cominciarono a cadere sotto l’occupazione sionista, da Tiberiade passando per Haifa e Safad arrivando ad Acco. Le immagini della cavalleria sionista assomigliano a quelle dei film dei cow-boy alla conquista dei villaggi dei “pelle rossa”. Alla fine di ottobre cadde l’alta Galilea. Al di là del giudizio tecnico su quella guerra, e lontano dalla storia dei tradimenti, i soldati arabi scrissero pagine di Dignità.
I soldati ed i Rivoluzionari Palestinesi riuscirono ad uccidere ben 6.373 soldati sionisti. Questo numero supera la somma di tutti i soldati sionisti uccisi nelle cinque guerre successive. L’esercito Egiziano, malgrado il non equipaggiamento riuscì a combattere con Onore fino alla morte. Gli eroici soldati egiziani attaccarono le fortificazioni dei sionisti con l’arma bianca e senza alcun carro armato a difesa. I loro fucili erano delle vere patacche vendute dagli europei. Malgrado ciò i soldati egiziani riuscirono ad infliggere pesanti perdite alle fila dei sionisti. Il male equipaggiato esercito egiziano riuscì ad arrivare a 15 kilometri da Tel Aviv, assediando la cittadina di Sdoud. Il glorioso esercito iracheno riuscì ad assediare Haifa, ma ad un passo dalla capitolazione dei sionisti in quella città, arrivò l’ordine del comando politico a Bagdad di ritirarsi. Giamal Abd Ennaser raccontava: la nostra sconfitta nel ’48 fu dovuta alla non unità dei comandi, e ai tradimenti di Bagdad.
Un intero popolo è dovuto fuggire per lasciare il posto ad un altro popolo.
Quello che hanno realizzato gli ebrei sparsi nel mondo è un vero miracolo.
Un popolo che non esisteva è riuscito a cacciarne uno, vivo da 2000 anni.
Cacciare il popolo palestinese che viveva in una regione con una schiacciante maggioranza musulmana è un fatto straordinario. Il 4,5% di ebrei riuscì ad avere il dominio sul 95,5 % di autoctoni.
Come hanno potuto, gli ebrei sparsi nel mondo, avere il dominio su una terra, senza aver minimamente il diritto ad averne il dominio?
Come hanno potuto mantenere questa sorte di illegittimità facendola diventare diritto per oltre sessant’anni?
Gli ebrei arrivati in Palestina da ogni dove sono riusciti a compiere la più grande rapina della storia, saccheggiando terreni, case, bestiame.
Dalle tende alle colonie d’Israele di oggi. La Storia continua. Vi ho raccontato il saccheggio della Palestina, ma prometto di raccontarvi prossimamente il ritorno del popolo palestinese nella sua legittima terra, in un futuro prossimo.