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Enel 2012

Di Vittorio Venditti
(Matricola Enel), A258173

Ordinari Vanti, Ordinari Disservizi

Avrei dovuto mettere questa notizia in una delle puntate de “Il Barile Raschiato”, ma la cosa è troppo urgente per essere procrastinata, e soprattutto per non essere posta a conoscenza delle autorità costituite, che se avranno da ridire, lo potranno fare solo dopo aver accusato il colpo e presi i dovuti provvedimenti per avere una parola di replica.

Nella farneticazione precedente, avevo accennato al fatto che se a Gambatesa ieri sera abbiamo vissuto un momento di festa, avrei registrato per la giornata odierna un momento di tempesta.

I fatti:

Rientrati a casa ordinariamente ubriachi, nessuno dei festaioli si è accorto che verso le tre antimeridiane, tutta la zona vicina al Castello era rimasta senza corrente elettrica.
Questa mattina, i primi concittadini sobri, alzatisi per svolgere le normali attività giornaliere, hanno notata l’assenza di elettricità e prontamente hanno tentato di avvertire l’Enel, perché provvedesse a riattivare la fornitura.
A qualcuno è venuta l’idea d’interessare della cosa anche il Sindaco, in qualità di capo della protezione civile di Gambatesa, visto che il problema interessava un intero rione.
Emilio, senza farselo ripetere prendeva i provvedimenti del caso, tanto che alle otto e mezza di un assonnato mattino di festa post/“Festa”, un agente de “Il Segreto di Pulcinella” (servizio segreto sempre attivo per gambatesaweb), notava che il municipio era aperto.
Verso le dieci, come d’accordo, Johnny (Giovanni Abiuso) viene a casa mia per rinominare le foto scattate ieri sera e mi porta a conoscenza del problema, chiedendomi di verificare se si stesse operando per la soluzione del problema, visto che lui è fra le persone che non avevano più elettricità.

Disservizio nel disservizio!

Dovendo rinominare le foto, ma avendo a disposizione il telefonino, decidiamo di comune accordo di cominciare il lavoro e nello stesso tempo di chiamare il famigerato 803/500 per dare la nostra segnalazione, cosa che avviene alle dieci e quattordici antimeridiane.

Iniziamo il lavoro di rinomina, tenendo il telefono in viva voce collegato al numero di cui sopra.
Verso le undici meno dieci, alla buon’ora, riceviamo risposta:
Dal Centro Operativo Enel di Napoli però!

E Campobasso?

Nel formulare il numero della segnalazione guasti, mi veniva richiesto il codice POD, che ho scoperto dopo, non essere altro che il codice cliente.

Perché non chiamarlo “Codice Cliente” o “Numero Utente”?
Per complicare la vita al cliente pagante?
Che sarebbe successo se a telefonare non fosse stato un dipendente Enel?

Avevamo terminato nel frattempo il lavoro che di lì a qualche ora avrebbe dato vita alla farneticazione precedente, quando, sentendomi rispondere da un essere umano, ho pensato bene di qualificarmi con il mio identificativo d’azienda, pur di avere le informazioni che interessavano a chi me le aveva richieste.
Dall’altro capo del telefono, mi sento rispondere con la sufficienza burocretina di chi, non avendo il problema in essere, si sente disturbato da una simile richiesta.
Chiuso il telefono, e terminato nel frattempo il lavoro di rinomina delle foto dell’Halloween gambatesano, io e Johnny, ridendo per non piangere, decidiamo di berci sopra per dimenticare e, lasciate le attrezzature del mestiere, unitamente a Totore, fresco mascherato vincente, decidiamo di tornare presso il bar Tràsce e Jsce, per sorbire un aperitivo, atteso che la giornata di oggi si poteva considerare il normale epilogo di quanto accaduto ieri, considerando il famoso detto che chiude il film “Via col vento”: “domani è un altro giorno”.

Giorno infausto!

Mentre infatti noi sorbivamo l’ennesimo Campari con prosecco, in chiesa, (posta nella zona interessata dalla mancanza di corrente), si diceva la Messa di Ogni Santi, utilizzando il megafono che normalmente si usa in Processione.

Per fortuna che era carico!
Se no, chi riusciva a sentire Don Peppino?

Come Dio ha voluto, siamo arrivati a dover rientrare a casa per il pranzo.
Visto che il discorso si faceva interessante, (in parecchi mi tartassavano di domande sul perché nel duemila dodici accadessero simili cose), d’accordo con Johnny, ho attesa una sua telefonata, successiva al sopralluogo che il mio amico avrebbe fatto di lì a poco.

Ore dodici e cinquantacinque:
Arriva la telefonata.

“Qui la corrente è tornata, ma al Toppo (il punto nel quale stavano lavorando i colleghi dalla mattina), c’è ancora il furgone dell’Enel!”.

Bene, almeno la corrente è tornata e chi lavora, lo potrà fare senza patemi d’animo.

Ma perché tante ore di disservizio?
Perché non si è provveduto a sciuntare la linea elettrica o a sostituirla con un elettrogeneratore semovente, (sono dei camion che al posto del cassone hanno il generatore di corrente di grossa potenza, mezzi di cui l’azienda presso la quale presto servizio è fornita), alleviando i problemi lasciati agli utenti, che normalmente pagano per un servizio che dovrebbe essere senza interruzioni?

Al di là dell’abnegazione dei miei colleghi:
Perché non attuare quanto sopra proposto, atteso che si era constatata la gravità del guasto?
Chi impedisce di far partire un camion, che avrebbe risolto un serio problema di mancanza di corrente, in un periodo di forti escursioni termiche, momento nel quale è più necessario avere a disposizione l’impianto di riscaldamento che, se non direttamente, in modalità secondaria per funzionare ha bisogno di elettricità?

Entro fine mese, come ogni anno che Dio ci dona, la nostra azienda ci costringe ad un giorno di riposo/supplizio, che ci obbliga a sentire l’autocelebrazione di chi, per vanti istituzionali ci parla della futura costruzione di reti intelligenti, apparati fantascientifici che dovrebbero di qui a poco tempo razionalizzare il consumo di energia elettrica, autostrade teleconduttrici di un futuro ormai presente, studi nei quali l’Enel può dichiararsi all’avanguardia.

A noi cittadini, interesserebbe magari che le mulattiere che riforniscono casa nostra fossero regolarmente attive, senza dover patire mancanze di corrente, vergogna per il periodo che viviamo.