Di Vittorio Venditti
(Audio), Presi Dall’Archivio Storico Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet Da Collaboratori Vari
‘Abbonato’, Ciecato E Incazzato
La giornata dedicata alla tecnologia ed ai suoi progressi, non sempre porta buone novelle: è il caso di quanto sta accadendo dallo scorso otto marzo a proposito della nuova sintonizzazione dei canali TV digitali che prima portava nel pacchetto anche le frequenze assegnate a mamma RAI ed adibite da questa alla trasmissione radio, detta ‘radiovisione’, termine oggi rubato ai primi esperimenti in tal senso, portati avanti a fine anni trenta/inizio anni quaranta del secolo lungo e breve, (lo scorso novecento), in Italia, prove sospese e poi annullate per via degli eventi bellici che come allora, in questi giorni infestano negativamente il mondo.
Nulla da eccepire per quanto riguarda le trasmissioni delle radio commerciali italiane ed estere, regolarmente presenti ed ascoltabili senza problema alcuno; tutto da ridire sul fatto che dal giorno dedicato alla Donna, non sia più possibile ricevere i canali emittenti a nome e per conto dello stato che si fregia del titolo di governare il ‘Rotto Stivale’. Fesso chi ha provato a scimunirsi per ovviare al problema perché la domanda è stata elementarmente risolta e così facilmente pubblicata:
“Ma come ritrovare i canali Radio Rai sul digitale terrestre?
I canali radio del servizio pubblico (Radio 1, Radio 2 e Radio 3), erano trasmessi sul Mux 1 della Rai alle numerazioni 701, 702, 703 del tuo telecomando. – Per altro non sempre vero perché a Gambatesa, fino allo stop, il canale sul quale si è ascoltata RAI Radio Uno, (per il Molise), è stato 868. – Ma nei nuovi Multiplex Regionali, che stanno sostituendo progressivamente nelle varie regioni il vecchio Mux, i canali Radio non sono più in onda. Questo significa che Radio 1, Radio 2 e Radio 3 attualmente non sono più ricevibili sul digitale terrestre. Secondo il piano frequenze nazionale del servizio TV pubblico, i canali radiofonici potrebbero essere nuovamente disponibili sulle frequenze della tv digitale entro la fine del 2022 o nei primi mesi del 2023.” Fonte: Come ritrovare i canali Radio Rai sulla TV dopo lo Switch Off.
Va detto che quasi due mesi or sono, chi ha ritenuto di avere danni da modifiche ‘progressiste’, ha espresso tutto il proprio risentimento in tema, senza ottenere praticamente nulla di più di quanto previsto dalle modifiche osteggiate. Oggi, la stessa ‘Voce’, è silente per qualcosa che può venir ovviata, ma che è una perdita nel campo delle possibilità di fruizione, soprattutto se si pensa a coloro che pagando quell’odiosa tassa che viene definita ‘abbonamento’, poi non hanno uguali possibilità di scelta per quanto riguarda i dispositivi da usare per ottenere il servizio imposto a loro spese. Non si dica che chi non vede ha la facoltà di comunicarlo alla direzione delle entrate per sospendere il pagamento della tassa sulla RAI. La cosa, (pienamente conosciuta da tal ente per ben altre e più onerose ragioni, stavolta a loro discapito), è talmente complessa da attuare che per tempo perso, soldi comunque spesi e reiterazione annuale della domanda, (vale anche se si è non vedenti per sempre), viene ignorata, in quanto risulta meno fastidioso e dispendioso pagare il burocratico bottino, considerato che a sfregio è possibile procurarsi ogni dispositivo utile alla bisogna, magari senza pagare IVA e gabelle simili, recuperando diversamente e più proficuamente il maltolto.
Resta la riflessione che se da una parte consola gli utenti offesi da tal comportamento, per non dover consumare traffico internet, (quando c’è velocità e soprattutto connessione anche o forse in particolare ‘mobile’), et similia, considerando che esiste ancora la possibilità di usare radio FM ovvero di cambiar canale ed apprezzare altrui lavoro, (rinunciando però a sfottere chi riceve uno stipendio per dar meno notizie di quante se ne possono leggere su questa testata, con i risultati tante volte mostrati, questo e questo i più significativi), dall’altra permette d’indirizzare ogni potente e reiterata forma di disprezzo con annessa maledizione, (tesa al pronosticare l’augurio che quel danaro rubato serva ai ladri in tema per curarsi in maniera perpetua dal fuoco di Sant’Antonio), per l’insensibilità messa tacitamente in atto da chi poi pretende anche rispetto e non l’ottiene da coloro che ritenendo insindacabilmente questi ‘carnevali’ come tali, si rivolgono agli stessi con la comica espressione di chi, lungimirante, esclamò:
Non Capisce Chi Non Patisce: Oggi A Noi, Domani A Voi!
Parola Di Cecchino Provetto!