Di Nicola Virgilio
Educazione Ad Un Uso Consapevole Del Web Per I Ragazzi Dell’I.C. “Barone”
“Le parole fanno più male delle botte, ciò che è accaduto a me non deve succedere più a nessuno” con questa frase scritta sul suo ultimo messaggio, Carolina, quattordici anni appena, disse addio alla sua famiglia e alla vita gettandosi nel vuoto dal secondo piano del suo appartamento di Novara. Troppa la vergogna per quelle immagini intime diffuse in rete, per non parlare delle mortificazioni subite da un gruppo di coetanei appartenenti, per lo più, alla sua stessa scuola. La vicenda è ancora oggi ricordata come una delle più tristi riguardanti il dilagante fenomeno del cyberbullismo e scosse, all’epoca, le coscienze di molti, ma non di tutti (alcuni dei reati a carico dei colpevoli sono stati estinti dal Tribunale di Torino e questi ragazzi non hanno mai chiesto scusa ai genitori della vittima).
Carolina si tolse la vita nella notte tra il 4 e il 5 gennaio 2013, da lì in avanti il dottor Picchio, padre coraggioso della giovane vittima, decise di creare una fondazione che da un decennio porta nelle scuole messaggi contro il bullismo e il cyberbullismo assolutamente dilaganti tra i giovani.
L’idea di testimonianze struggenti che possano servire come strumenti di supporto per prevenire i pericoli in rete, è stata colta dagli insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Baranello che da un paio di anni hanno stretto una fitta rete di contatti con i collaboratori di Paolo Picchio. La Preside Di Blasio, oltre a fissare in calendario il consueto incontro tra i relatori della Fondazione e i ragazzi dei Plessi dell’Istituto “Giuseppe Barone”, ha pure organizzato un secondo meeting pomeridiano con i genitori coinvolti. Il dibattito che ne è scaturito è servito a porre l’attenzione sull’importanza di potenziare il sistema di controllo sulle seducenti proposte della rete in maniera che i giovani possano essere educati, da subito, verso un consapevole e corretto utilizzo dei social network in particolare.