Di Vittorio Venditti
Alla Faccia Del Grande Totò!
Tralasciando per ora i piccoli fatti del paesello, ma non abbandonando il tema dell’ipocrisia imperante, eccoci finalmente a sparare sulla croce rossa, croce per chi lavora e lo fa a costo di sacrifici, rossa, perché di quella parte politica che comincia ad essere schifata anche dai tanti del popolino che credevano nella di lei verginità, della quale andrò a sparlare.
Prendendo spunto da quest’articolo, La banda degli onesti ha perso la faccia – bersani, vendola, finocchiaro, fini, moralisti, scandalo, l’editoriale, maurizio belpietro – Libero Quotidiano, svogliatamente e con lo stomaco in subbuglio, provo a dire qualcosa che già tante volte ho detta, già da molti condivisa, a proposito di coloro che predicano, (e come se predicano!) bene, ma razzolano male, al punto di costringere la parte giovane del proprio partito a prendere le distanze da questi falsi messia, che come tutti i politici, da Berlusconi a Vendola, per non parlare del passato, se dicono di voler servire lo Stato, con i fatti, lo derubano, forse meglio di quelli che vengono accusati di farlo, proprio da questi “Santi”.
Perché mi sono esposto per Matteo Renzi?
Io già a suo tempo ritenni un grande statista Romano Prodi, per il quale, da uomo di destra, mi onorai di votare, finché è stato possibile scegliere il proprio rappresentante, atteso che la persona che mi rappresenti, più che condividere le mie idee, debba accomunarsi a me e prendere in carico le mie aspettative di vita.
Ora, questa figura la vedo in un giovane fiorentino che si è esposto, sapendo bene di potersi bruciare.
Non credo infatti a quei cialtroni che tacciando di ogni accusa dicibile ed indicibile Berlusconi ed i suoi adepti, in realtà sono più addestrati del Nostro nel rubare, ed i nodi stanno venendo al pettine.
Credo purtroppo invece nel fatto che i ladri rossi, pur di non farsi defenestrare, proveranno in tutti i modi a fermare il “Figo fiorentino”, screditandolo agli occhi di chi lo vorrebbe vincente, e togliendo a costui ogni possibilità d’azione, magari cambiando le regole del gioco a gioco iniziato.
Questo però, da “voce fuori dal coro”, è il motivo che mi spinge a sperare nel risveglio di quella dignità che l’italiano medio dice di possedere come patrimonio genetico, un patrimonio fondato sull’essere cristiani e quindi lontani dall’accettare il non rispetto del settimo comandamento di biblica provenienza.
Se non fosse così, ancora una volta avrei ragione di dire che certe forme di ostentazione, come il credere di essere cattolici solo perché si va in chiesa, in realtà dimostrano tutta la loro falsità, atteso che dopo tanto sbraitare e lamentarsi, magari con le prossime elezioni nulla cambierà, ne come numero, ne come occupanti le poltrone, vituperate e nello stesso tempo agognate da tutti, ma sempre e comunque a disposizione dei soliti noti.