Di Luca Giordano
il pittore, nato a Castel di Sangro nel 1840, fu uno dei massimi esponenti dell’arte abruzzese. Lui, che dopo aver studiato belle arti presso l’accademia di Napoli decise di tornare nella sua terra natia per dar “voce” attraverso la propria arte alle problematiche sociali di cui era afflitta la sua gente.
Patini dipinse quadri ritraenti la civiltà contadina abruzzese di fine Ottocento e primi del Novecento, mettendo in rilievo la «condizione di povertà della regione» e la «capacità di resilienza e sacrificio della popolazione».
In particolare, tre sue opere ebbero una forte connotazione politica e per questo vengono considerate come facenti parte di una “trilogia sociale”: Vanga e latte, L’erede e Bestie da soma.
Quest’ultima, dev’essere ricordata anche in giornate come la festa della donna, dato che è stata una delle prime opere artistiche che denunciano le condizioni di vita femminili.
All’interno di Palazzo De Petra a Castel di Sangro c’è la pinacoteca Patiniana, con una mostra permanente interamente dedicata alle sue opere e dei suoi allievi.
Teofilo Patini morì nel napoletano nel 1906.