Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
(Collaborazione), Di Giovanni Abiuso
Per Santa Lucia!
Nella farneticazione/classifica che ti ho proposta ieri, avevo accennato a qualcosa di cui parlare, a proposito del paesello dal quale ti tedio.
Potrei parlare del fatto che al municipio sono talmente “precisi” nel loro lavoro, da anticipare di una settimana il cambio fra ora legale e solare, riprogrammando l’orologio di avvio e spegnimento del motore che alimenta la rete idrica, con disagi creati a chi si alza prima delle sette del mattino per andare a lavoro, fuori paese e non solo, ma oggi il problema si dovrebbe risolvere, quindi, messi alla berlina questi “lavoranti”, passiamo a qualcosa accaduta lunedì scorso, e che per la precisa richiesta che ho ricevuto dal protagonista del fatto, solo oggi posso espettorare:
Che è successo?
Lunedì pomeriggio, come accade di solito, esco per passare un po’ di tempo con i miei compaesani, in uno dei cinque centri d’aggregazione che Gambatesa offre.
Quel giorno mi è capitato di recarmi presso il bar di Salvatore a Ccett, dove ho avuto modo d’incontrare Johnny, (Giovanni Abiuso), più “indignato” che mai.
Visto che Johnny è un amico alla mano e quasi sempre allegro e disponibile allo scherzo, mi sono permesso di chiedere cosa fosse accaduto per turbarlo in quel modo.
Il Nostro, senza farselo ripetere due volte, mi dice:
“I parenti sono come le scarpe; più sono stretti, più ti fanno male”.
E mi racconta il fattaccio che in sintesi è il seguente:
Durante la prossima festa di Santa Lucia, che come ricorderai a Gambatesa per tradizione si celebra l’ultima domenica di ottobre, anche se la relativa fiera si tiene il ventiquattro del mese, (vera tradizione), contrariamente a quella Legge non scritta che vuole che le due bande del paese si alternino nel suonare durante le feste, (quando non sostituite da bande da giro, appositamente chiamate in paese), per ragioni di mercato, quest’anno si cambierà in maniera radicale.
Insomma: stando alle parole di Johnny, Maria Amorosa, moglie del di lui cugino Giuseppe Abiuso detto Peppe, rappresentante del comitato per la festa di Santa Lucia, avrebbe preferita alla banda di turno, (quella che ti sto mostrando in foto), vale a dire la Lorenz Band, l’altra compagine, in quanto a minor costo.
Nel frattempo, entravano nel bar anche mio fratello Tonino e Peppone, musicisti della stessa Lorenz Band, che sentendo il nostro discorso restavano senza parole.
Johnni, piccato dal comportamento della sua parente, e dalla infelice frase proferita da questa: “Non esiste nessun contratto che mi obbliga a chiamare una banda piuttosto che l’altra”, ha esclamato:
“Se le cose stanno così, voglio vedere quanti, dei genitori di chi suona con noi, daranno il loro contributo per la vostra festa; nemmeno per questo esistono contratti”.
E Maria di rimando:
“Ah, pure questo!”
E Johnny:
“Sì, perché ti aspettavi un ringraziamento?”.
Io sono stato e sarò sempre fautore del quieto vivere in paese, perché la guerra non fa bene a nessuno.
Mi chiedo però, quanto sa di questo fatto il presidente di tutti i comitati feste a sfondo religioso, sempre quello, sempre Don Peppino?
(In questi giorni assente per aver fatto un viaggio in Terra Santa).
Non voglio pensare che la cosa sia partita da lui, voglio credere ad altre illazioni, secondo le quali, pare che ci sia stato un appecoronamento da parte di chi, pur di contare, cerca di togliere di mezzo il Prossimo in campo musicale, riducendo i guadagni di chi suona nel proprio gruppo, aumentando di contro, un falso prestigio che solo lei vede.
La chiesa, con la banda unica beneficiaria reale di una festa che all’atto pratico non cambia le abitudini di noi gambatesani, fatta salva quella passeggiata per il paese che tutti si ostinano a chiamare Processione, al momento non dà segni di vita.
Se Don Peppino o Don Fabio dovessero parlare dall’altare, noi ne terremo conto e risponderemo dal nostro pulpito, ma fin da ora rimarchiamo il fatto che la Legge non scritta di cui sopra, ha un fondamento di giustizia che in sintesi si può riassumere con il fatto che i musicisti delle due bande, hanno egual diritto di guadagnare i proventi che arrivano da ogni festa e che vengono donati da tutti noi concittadini.
Non è chiaro perché si sia arrivati al punto di considerare costoro figli e figliastri di una stessa madre.
Certo però, che se non dovesse arrivare una soluzione giusta, la chiesa, portatrice di pace, avrà avuto finalmente l’occasione di mostrare la propria faccia:
Quella di un’azienda a tutti gli effetti, normale attrice nel mercato relativo che niente ha di assoluto.