Di Vincenzo Colozza
“Vae victis” è una locuzione latina che tradotta letteralmente significa “guai ai vinti”. E’ un’espressione proverbiale usata come sorta di sopraffazione nei confronti di un avversario che non è più in grado di difendersi e nello stesso tempo esaltare il potere e la forza dei vincitori, relegando così gli sconfitti ad un ruolo marginale, sminuendone le capacità e l’intelligenza. La storia raccontata dai vincitori, infatti, non sempre è stata obiettiva e del tutto veritiera.
E’ il caso del popolo Sannita, primo grande oppositore all’espansione e allo strapotere romano che lo storico Tito Livio definì “rozzi montanari”. Un popolo, quello Sannita, che umiliò la grandezza di Roma, un affronto che soprattutto i narratori annalisti del I secolo hanno volutamente stravolto, tant’è che nella storia della letteratura, dei Sanniti non è sopravvissuto nulla. Grazie alla recente opera dell’archeologo Gianfranco De Benedittis, già docente presso l’Università degli Studi del Molise, professore che da sempre studia il Sannio antico in virtù di decenni e decenni di campagne di scavi nei siti più importanti del Molise e regioni limitrofe, si è voluto restituire al popolo Sannita quel ruolo fondamentale che gli competeva e che la “storia romana” a torto gli aveva cancellato.
Con la pubblicazione del suo ultimo e prestigioso lavoro, libro dal titolo “I Sanniti – Una storia negata”, già nelle librerie e su Amazon, De Benedittis ha finalmente ristabilito la verità storica sul valore di questo popolo fiero e indomito.
“Il mio libro intende presentare il Samnium secondo il punto di vista dei Sanniti, un popolo che per essersi opposto al potere espansionistico di Roma, è stato relegato ai margini della storia, nel limbo di quei perdenti che hanno avuto la colpa di essere stati il primo grosso ostacolo nel percorso di Roma verso l’impero – ha spiegato De Benedittis -”.
Una diversa interpretazione delle testimonianze storiche, epigrafiche, numismatiche e archeologiche permette di leggere secondo una nuova prospettiva una regione del Mediterraneo antico a cui la storiografia ha attribuito un’identità di primitività e rozzezza. Ne deriva una lettura diversa della storia dei Sanniti, finora visti solo nel ruolo chiave che hanno giocato nei primi passi di Roma verso l’occupazione del Mediterraneo.
“I rapporti con Roma – ha aggiunto l’autore del libro -, i loro successi e le loro sconfitte, principali argomenti delle ricerche romanocentriche, occupano in questo volume spazi marginali, mentre è dato campo all’esame del mondo dei Sanniti nel tentativo di giungere a una comprensione della loro storia e del loro modo di vivere dal VI sec. a.C., prima cioè dell’impatto che ha avuto sulla loro vita quotidiana lo scontro con il potere espansionistico di Roma”.
Il prof. De Benedittis, uno dei massimi conoscitori dell’antico Sannio, ha tenuto conferenze in numerosi convegni presso Università italiane e straniere, ha diretto numerosissimi cantieri di scavo archeologico relativi ad una ventina di località tra Campania, Molise e Puglia, organizzando convegni e mostre di carattere archeologico. Cospicua è la sua pubblicazione di libri, oltre a centinaia di articoli editi in riviste italiane e straniere. E’ direttore della rivista Considerazioni di Storia ed Archeologia.
Con quest’ultima interessantissima opera, corredata da una miriade di foto, il prof. De Benedittis ha restituito finalmente dignità all’antico popolo dei Sanniti, smentendo così i soliti luoghi comuni che gli storici antichi ci avevano tramandato come popolo di “rozzi montanari”.