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Cittadinanzattiva Evidenzia Criticità Per La Realizzazione Della Centrale Operativa Territoriale

Di Jula Papa

La Missione 6 del PNRR è l’opportunità del cambiamento, ed ha come obiettivo quello di ridurre le diseguaglianze di accesso e di cura presenti nel territorio. Cosa prevede la Missione 6: Centrali di Coordinamento che sono gli assi su cui poggia la nuova medicina extraospedaliera, con gli obiettivi di una presa in carico completa ed una trasversalità tra ospedale e territorio. Un nuovo rapporto con la Medicina di famiglia e i Pediatri di libera scelta, e un rilancio del Distretto Socio Sanitario che rappresenta la connessione tra tutti gli attori di sistema per la condivisione dei dati clinici. E’ proprio in questo periodo di riforme e cambiamento del SSR che si dovrà strutturare una programmazione  della Sanità con una visione del presente e del futuro e delle necessità di salute della popolazione.

Concordiamo su una gestione di accesso alle cure, non più ospedalocentrica e incentrata verso la medicina del territorio perché questo nuovo modello mette al centro il paziente/cittadino e quindi la cura. Non sembra però andare proprio in questa direzione il progetto dell’ASREM, “Realizzazione della COT – Centrale Operativa territoriale: passaggio dall’organizzazione per funzione, centrata sul servizio e da una organizzazione per processi, centrata sul bisogno”. Secondo il nostro punto di vista, la stesura    del Progetto della COT, non evidenzia quelle azioni necessarie per il conseguimento di obiettivi, cioè quella capacità di operare come un sistema vicino alla comunità, progettato per le persone e con le persone, e  non si rilevano potenziati i servizi territoriali, e quindi l’effettiva garanzia dei LEA. Con una nota all’ASREM, sono state evidenziate alcune perplessità:
– la scelta di una sola COT, come una unica Centrale Operativa non rispetta le indicazioni della riforma del PNRR missione 6, che indica una COT ogni 100.000 residenti o comunque a valenza distrettuale, tre i Distretti Socio – Sanitari nel Molise.
Questa scelta evidenzia ancora una volta la mancanza di una vera organizzazione della medicina territoriale, che avrà una ricaduta ulteriore  sui servizi di prossimità, perché non  rispetta i diversi contesti territoriali così come dettati dal Patto per la Salute.
– va superato il problema della mancanza cronica di medici specialisti e personale infermieristico, senza i quali non solo non si risolverà la mancata cura delle patologie covid, no covid, malati fragili, malati cronici, ma anche tutti i progetti di trasformazione a medio e lungo termine della sanità regionale che cadranno oggettivamente nel vuoto.
Si evidenzia inoltre come  necessario e urgente promuovere azioni di informazione alla cittadinanza relativa ai cambiamenti in atto, già a partire dalla nuova piattaforma CUP che continua a creare disagio ai cittadini. Varie le nostre segnalazioni su questo disservizio.
– Un’informazione chiara e semplice sul proprio sito, mettendo in evidenza le criticità e le opportunità, in un quadro di esigibilità dei diritti chiaro e trasparente.
Prioritario il FSE, quale punto di accesso per il SSN.  Molise ultima Regione per l’utilizzo e l’implementazione. Necessaria una campagna informativa rivolta  ai MMG e ai cittadini/utenti/pazienti.