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Enews, Venerdì 19 Ottobre 2012

Di Matteo Renzi

Veltroni E D’Alema Lasciano Il Parlamento. Scelta Nobile.

Forse il tema del ricambio nel gruppo dirigente non era così fuori luogo come qualcuno lasciava intendere. Ma adesso basta con le polemiche. Il fatto che il PD inizi un percorso di rinnovamento serio, dopo tanti anni, ci consente – finalmente – di parlare di idee, di progetti, di proposte. Noi ci siamo. Felici dei risultati che stiamo ottenendo e che sembravano inimmaginabili solo qualche settimana fa. Ma pronti alla vera sfida, che è quella dei contenuti.

Il viaggio continua. Auguro di cuore ai miei competitors di avere la stessa possibilità che ho avuto io di toccare tutte le province italiane. Non so come finirà, ma questo è un master sull’Italia che restituisce speranza. Ti rendi conto che c’è un’Italia bella, quella di chi la mattina alle 8 ti aspetta in duecentocinquanta persone fuori dal Museo della Ceramica, che ti affida una speranza e ti dice: “Se ci deludi anche te, ti veniamo a prendere a casa”. Oggi abbiamo toccato anche Argenta, vicino a Ferrara. Abbiamo scelto di rendere omaggio a don Giovanni Minzoni, ucciso dai fascisti nel 1923. Don Giovanni – che difese la libertà educativa degli scouts dall’attacco fascista – era per me un simbolo ai tempi del Liceo. Ho scelto di fermarmi sul luogo nel quale fu picchiato a morte quando ho letto che L’Unità ha definito la nostra posizione politica “Fascistoide”. Si possono avere idee diverse su tante cose e io credo molto nel rispetto per le altrui opinioni. Ma se qualcuno mi dà del fascista io la giudico un’offesa, non una mera espressione linguistica. Che il quotidiano di Antonio Gramsci mi abbia dato del fascistoide mi colpisce per la violenza dell’insulto. Non ho replicato. Ho solo deposto un mazzo di fiori alla memoria di don Minzoni. Ognuno giudicherà se possa avere un senso utilizzare i denari del finanziamento pubblico per l’editoria per insultare qualcuno che non la pensa come te. E poi la piazza di Ferrara, piena alle undici del mattino. Con gli amici del comitato locale, guidati da Simone. E Luigi, giovane professore assessore al bilancio che racconta in modo semplice e chiaro che se lo stato centrale avesse fatto ciò che hanno fatto i comuni oggi avremmo 30 miliardi di euro di risparmio. Perché si può portare la politica nelle piazze senza rinunciare a parlare di cose serie.

Ho illustrato alcune delle nostre idee in un lungo articolo per IL, il mensile del Sole 24 ore. Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione: matteo@matteorenzi.it.

Informazione di servizio
Attenzione: l’evento alla stazione Leopolda si terrà da giovedì 15 a sabato 17 novembre.
Domani, sabato 20, sono al mattino a Firenze e poi Sassuolo, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Ci fermeremo anche a Brescello per omaggiare il capolavoro di Guareschi e per dire che vogliamo bene a Peppone e a don Camillo. Ma che il futuro per noi è un’altra cosa.

Domenica 21 a Torino (PalaIsozaki alle 10.30) proverò a dire cosa significa essere di sinistra nel 2012 per noi. Ci saranno polemiche, immagino. Ma tenteremo di dire cosa sia la sinistra per noi. Sono poi in collegamento con Lucia Annunziata su Rai Tre. Seguite le tappe – se volete – sul sito www.matteorenzi.it oppure www.adessopartecipo.it: ci sono i video, molto belli, di quello che stiamo facendo, le foto che utilizzeremo anche in futuro e le prossime tappe.

Per i fiorentini: chi è interessato a seguire le attività che stiamo mandando avanti in città può dare un occhio sulla sezione amministrazione del sito www.matteorenzi.it. Chi in città e provincia invece mi scrive per sapere quando finalmente faremo la tappa fiorentina del tour ha oggi la risposta: ci vediamo tutti insieme venerdì 26 ottobre alle 20.30 al Nelson Mandela Forum. Proveremo a riempire il Palazzetto dello Sport: a riempirlo di persone, certo. Ma soprattutto a riempirlo di sogni, idee, passione.

In tanti mi chiedono come è possibile darci una mano. Adesso che hanno cambiato le regole ci sarà bisogno di un’organizzazione capillare. I sondaggi dicono che se noi saremo capaci di organizzarsi possiamo farcela. Quindi: chi ci crede, faccia uno sforzo.

1. Iscriversi alla piattaforma informatica dei volontari. Ti viene chiesta l’email e i tuoi dati. Ed entri a far parte della comunità dei sostenitori. Fondamentale! Ci siamo dati l’obiettivo di raddoppiare gli iscritti in una settimana. Se volete darci una mano, questo è il primo modo.
2. Fondare un comitato. Entro il fine settimana puntiamo a sfondare quota mille. Un comitato nasce dal basso: si può costituire tra colleghi, amici, vicini di casa. Può essere territoriale, tematico, di ogni genere.
3. Raccogliere le firme. Grazie a tutti i volontari che stanno facendo i banchini ovunque. Abbiamo raggiunto il primo obiettivo, per diventare candidati del PD. Ma per colpa delle simpatiche regole dobbiamo raccogliere altre ventimila firme. Per questo i volontari faranno i banchini nelle piazze in questo fine settimana (grazie!!!).
4. Darci idee sul programma. Ogni contributo è ben accetto e soprattutto aiuta a riflettere sulle questioni concrete. Dunque fatevi sotto: programma@matteorenzi.it.

Un sorriso,
Matteo

Pensierino della sera
Gli stessi che mi contestavano perché non credibile e autorevole, si sono lamentati perché numerosi esponenti della comunità economica milanese sono venuti ad ascoltarmi in due diverse iniziative a Milano. Aiuto, allarme: Renzi parla con la finanza. Quanta subalternità culturale nelle preoccupate trasmissioni televisive, nei giornali di parte e in quelli di partito: la finanza è in grado di dare la linea solo quando la politica è debole. Quando la politica è meschina. Quando i politici non sono coraggiosi. Il problema del nostro tempo non è stato la forza della finanza, il problema è la debolezza della politica. Quando la politica dà regole chiare e le fa rispettare il problema non esiste. Bersani mi ha affettuosamente suggerito di stare attento a quel mondo là, alle banche. Sono ancora una volta d’accordo con lui. É un mondo che deve avere un rapporto diverso dal passato con la politica. Basta guardare a qualche istituto della mia regione, del resto, per capire che una certa politica ha combinato soprattutto guai. Noi non faremo come loro.
Se però Bersani ha voglia di fare due chiacchiere su questo argomento non importa scomodare le Cayman. Scelga una casa del popolo a caso e mi faccia sapere quando preferisce. E così diamo modo ai cittadini – in un confronto pubblico a due – di farsi un’idea più precisa su tutto.