Di Luca Giordano
Possiamo pur dirlo che Alessandro Baricco fermo non riesce proprio a stare. Il suo curriculum parla chiaro: scrittore, drammaturgo, conduttore radiofonico e televisivo, critico musicale e cinematografico, nonché fondatore della scuola di scrittura “Holden” nella sua Torino.
Eppure, il lavoro da scrittore è avvenuto quasi per caso. Nel 1991 pubblica “Castelli di rabbia”, con il quale arriva alla fase finale del premio Campiello. Da lì un susseguirsi di romanzi di successo: Da “tre volte all’alba”, a “Seta,” “Emmaus”, “City” e la trilogia dei “Corpi”. Il suo capolavoro però è Novecento, dal quale Tornatore ha tratto il film La leggenda del pianista sull’oceano.
Novecento è la storia di un orfano cresciuto da un marinaio di un piroscafo, che viaggiava tra Europa ed America. Proprio su quella nave, l’orfano imparò a suonare il pianoforte divinamente, diventando per tutti il più grande pianista al mondo. Novecento però, non riuscì mai a mettere piede sulla terra ferma, nemmeno quando il piroscafo, ormai vecchio, venne fatto saltare, decidendo così di morire all’interno di esso, sprofondando nell’oscurità del mare.