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Quando Il ‘Vecchio’ E’ Duro A Morire

Di Vittorio Venditti

Esperienza Di Prima Mano: Fidatevi!

Come si creano le disparità fra deficitari e normodotati? Magari non volendo, ma ad esempio con quanto pubblicato ieri da queste pagine e pare non solo: Corso Di Braille Per I Ragazzi Dell’I.C. Baranello, notizia nella quale a breve sguazzeranno mezzi di comunicazione di massa più importanti di questa testata, al solo scopo di lavarsi la coscienza per poi lasciare il mondo come si trova ed evitare accuratamente di fornire aiuto che spesso non viene nemmeno richiesto dagli interessati, il tutto per coprire giri d’affari non sempre trasparenti in tema.

Cane Guida Per Ciechi

In Molise, ma non solo, quando si parla di ciechi, quasi sempre lo si fa con l’accompagnamento di ammiccamenti e gestualità non proprio degne di coloro che si dicono appartenenti alla razza umana, per dirla con Primo Levi. Questi gesti, neanche a dirlo, vengono percepiti da chi è oggetto della discussione, anzi, vengono visti, ma nella maggior parte dei casi gli oggetti lasciano andare il discorso perché ‘hanno bisogno di avere amici’, come candidamente detto a chi scrive da un suo amico per l’appunto, persona che parlava bonariamente non rendendosi conto di ciò che stava esprimendo. Tutto regolare e patetico, finché non ci si trova di fronte a gente che in qualche caso di saturazione di ciò che normalmente si auto-enfatizza assumendo posizioni giganteggianti con sfere grandi come il mondo, perde le staffe ed in situazioni ‘estreme’ reagisce menando schiaffi che colgono chi discute con precisione ‘chirurgica’, tanto da meravigliare gli strateghi di NATO e ciò che resta del Patto di Varsavia’, in termini di precisione missilistica nel raggiungere il bersaglio. Il discorso appena proposto, volgarmente viene ridotto in pochissimi termini, ma la condanna ad esser giornalista, obbliga chi scrive a perifrasi che non avrebbe voluto utilizzare e delle quali si scusa sinceramente con chi fa della sincerità il proprio biglietto da visita.

Bando alle ciance e tornando al tema. In questo periodo, come ogni anno, si festeggia la giornata dedicata al creatore di quel codice ‘Braille’ che per quasi un secolo e mezzo, fra alti e bassi, ha permesso a chi non vede di leggere, (soprattutto leggere perché se si scrive si fanno danni), cosa davvero utile ed importante per dare la possibilità ai ciechi di vedere al di là del limite imposto dalla mancanza di vista. I tempi però vanno avanti e piaccia o no, il relegare chi non vede al passato è qualcosa di rivoltante, atteso che il progresso sia per tutta l’umanità e che ormai esistano livelli di avvicinamento fra i componenti di tal consesso, non più accantonabili, ne più nascondibili per problemi di coscienza, ma soprattutto d’ignoranza, handicap che affligge gran parte dei normodotati. Al braille si è ormai sostituito il linguaggio dei computer e dei programmi che ne derivano, tant’è vero che il vostro cronista, se scrive, anche ora lo sta facendo con i metodi nuovi, non certo con qualcosa che ha fatto parte del suo bagaglio culturale, ma che ora è vista come ricordo, per cui, le attrezzature utilizzate in tal senso, sono ormai catalogate dal vostro articolista come pezzi da museo, nemmeno da regalare, stante la vergogna che ne deriverebbe per chi volesse agire in tal senso.

Dunque, ben vengano iniziative che avvicinano i bambini normodotati a chi ha un deficit di qualsiasi tipo, ma la scuola dovrebbe essere leggermente più presente nel tempo d’oggi, proponendo strade che pongano gli studenti allo stesso livello, ma tenendo conto del presente e se si vuole del futuro, tralasciando perdite di tempo espresse nell’imporre un passato che ormai è buono esclusivamente per dar fiato e spazio a gente che con tali scuse, piagnucola per ottenere pubblico danaro, richieste d’elemosina che sono tali e sarebbero più dignitose se espresse con il cappello in mano, davanti alle sedi appropriate, facendolo in prima persona e senza implicare moralmente, quando non fisicamente, altri compagni di sventura che con le unghie e con i denti cercano di trovarsi la strada nel mercato della vita, qualche volta riuscendoci alla grande.

Scusate Lo Sfogo.