Di Vittorio Venditti
Ovvero: Grazie A Dio Non Ci Sei Passato
Pensavo di non dover più tornare sul caso dell’arresto in flagranza di reato del bambino di Cittadella, caso che ha fatto il giro dei giri, caso che come quelli di Sara Scazzi e Iara Gambirasio, sono diventati il pasto quotidiano di prostitute che portano i nomi di giornali e TV e clienti, che si chiamano telespettatori paganti.
Come già esternato, a me del caso in sé non interessa un fico secco, ma mi riguarda, per aver vissuta una vicenda simile, quanto hanno fatto passare al protagonista involontario di quella storia, quel Leonardo che stava semplicemente andando a scuola.
Togliendomi il primo dente, ribadisco l’augurio che ho espettorato nei confronti di quella zelante tutrice dell’ordine, augurio, non minaccia, di non aver figli o, se ne ha già, di trarne il giusto svantaggio, quando queste anime innocenti saranno in grado di depauperarla dello stipendio indegnamente percepito, alla stessa stregua di sfruttatori che agiscono nei confronti delle loro schiave.
A costei inoltre, ho augurato il suicidio come estremo gesto di dignità, quella dignità, o Mario, che tu ti vanti di non avere, ma che permette ad altri di osservare quanto dici, traendone le conseguenze di cui oggi dici di non lamentarti, ma che domani verranno a galla come i proverbiali nodi al pettine, permettendo di risolvere la questione secondo il modo che si riterrà a suo tempo migliore.
Tornando a questa femmina, se davvero professionista, al di là dell’ordine da eseguire, non si sarebbe dovuta permettere neppure per scherzo di dire:
“Io sono della questura, lei non è nessuno”.
Lo dico a te, o Mario: Queste parole le ho sentite con le mie orecchie dal filmato in oggetto, arma valida come le altre, arma legittima, se si pensi che si stia combattendo una guerra per la sopravvivenza.
Queste poche parole, a parte il trattamento riservato al bambino, hanno fatta scattare in me quell’indignazione nei confronti della zelante ispettrice di polizia, che mi hanno portato poi ad indirizzarle gli auguri sentiti, di cui sopra.
Se la cosa non ti piace, o Mario, sappi che non tutte le ciambelle riescono col buco.
Se è legittimo per la polizia produrre filmati a discarico, lo è allo stesso modo per chi è aggredito.
Se poi i filmati finiscono in pasto alla televisione, vuol dire innanzitutto che tutta la professionalità della quale si vantano certe forze dell’ordine, in questo caso deviate, non è cosa reale, quindi, è cosa degna di essere messa alla berlina.
Se un tutore dell’ordine si dovesse permettere di proferire una simile frase a chi scrive, è garantito che, tolta l’arma d’ordinanza ad un essere del genere e buttata lontano, sarebbe mio sommo divertimento pestare questa schifezza, così come si fa con l’uva, dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, che il cittadino comune, non solo è qualcuno, ma ha il diritto, se non il dovere, di difendersi da chi, per indegnità, non dovrebbe ricevere più i proventi delle tasse di chi è onesto, tasse che vanno a pagare per un servizio non corrisposto, cosa che ovviamente non ti riguarda per tuo partito preso, ma che se permetti (o no), riguarda me e la maggioranza dei cittadini italiettani, quegli stessi cittadini che magari, senza ungere e lavorando, si sono ormai rotti gli zebedèi di dover sopportare gente a cui non va di pagare le tasse, ma che resta in un luogo che dichiara a sé estraneo ma che ne sfrutta ogni cosa sfruttabile, a dispetto della pazienza altrui, ormai al termine, pazienza offesa, per la quale si chiede lavoro già prepagato alle forze dell’ordine, s’intende: quelle serie, cioè la maggior parte degli agenti.
Insomma: se mi fossi trovato in quella situazione, probabilmente a quest’ora si parlerebbe di vittime.
E la querela per vilipendio aggressione e chi più ne ha più ne metta, a pubblico ufficiale?
Semplicemente carta per deretano!
Tornando a parlare a te che hai la pazienza di leggermi, e passando poi alla pezza d’appoggio che il buon Mario ha voluto mettere a tua e mia disposizione, I bambini non hanno sempre ragione | Caffè News, devo senz’altro dire che c’era d’aspettarselo: quando si fa una guerra, se si spara, si deve stare attenti a non essere colpiti.
E’ questo infatti, uno degli articoli che tenderebbero a far passare per vittime dei carnefici che non sanno far altro nella vita.
Vorrei dire perciò a questa Martina, a suo dire, figlia di assistente sociale, che mio malgrado, a suo tempo, ho potuto fruire e molto, delle amorevoli cure di un paio di colleghe di sua madre, amorevoli come le kapò dei campi di concentramento tedeschi.
Certo che ho potuto apprezzare l’educazione imposta!
Perché se no la penserei ora come quelle amorevoli donne di allora?
E perché penso che quelle donne di allora, siano uguali a quelle che operano oggi?
Io ribadisco che certe deformazioni, più che curare il Prossimo, andrebbero curate e rimesse in riga.
Ciò, perché se certe assistenti sociali partoriscono figlie che si permettono il lusso di dire che “I Bambini non hanno sempre ragione”, meritano di essere sterilizzate in maniera che al loro divertimento di una notte non segua il patimento per tanti, la cui colpa è solo quella di essere debole, fisicamente e psicologicamente, dovendo sottostare a gente che pensa che con la burocrazia si possano risolvere tutti i mali, sperando poi che quei mali non si ritorcano contro chi per interessi e spesso frustrazioni mal celate, li ha provocati ed inseriti nelle menti rovinate indelebilmente di anime innocenti, che proprio per questo hanno, e come se hanno ragione da vendere, magari trattando le stesse aguzzine e o la loro viziata e partigiana prole, alla stessa stregua, se non peggio del trattamento derivato dalle “amorevoli” quanto “disinteressate” cure imposte alle vittime che nel frattempo, maturando, diventano giustamente e scientificamente carnefici.
Detto ciò, nel bene o nel male, su quest’inutile sito, di quest’episodio non si parlerà più.