Di Luca Giordano
Non è vero che dal dolore nasca soltanto altro dolore. Nemmeno quando questo è talmente forte da farti odiare la realtà che ti circonda e Sorrentino ne è la prova.
Nel suo ultimo film “ E’ stata la mano di Dio”, il regista partenopeo guida il suo alter ego di nome Fabietto, un ragazzino apparentemente immaturo per affrontare la vita vera, quella degli adulti. Cresce in una Napoli borghese che sogna l’arrivo di Maradona tra un pranzo in campagna ed una gita in barca. Una vita apparentemente normale, spezzata letteralmente dalla morte improvvisa dei genitori, causata da un incidente domestico. Eppure nonostante la sciagura, Fabietto riesce a resistere al dolore, grazie al sogno di far cinema.
Iconico è il dialogo tenuto con il regista Capuano, il quale brutalmente lo sprona ad inseguire quel sogno che oggi ci ha regalato questa splendida pellicola.