Di Vittorio Venditti
La Risposta
Dopo il necessario “giorno di riflessione”, eccomi a dare una risposta alle sollecitazioni del precedente articolo in tema.
Innanzitutto però, mi sia permessa una mozione d’ordine.
D’ora innanzi, prego chiunque voglia inviarmi articoli contenenti qualsiasi tipo di riflessione e o domanda, di farlo in maniera compiuta.
Quanto è successo in riferimento all’articolo di Angela, mi ha fatto ricordare di un episodio che, se realmente accaduto, si è poi trasformato in una esilarante barzelletta.
Si parla di un necroforo d’altri tempi, cui la popolazione sua concittadina volle fare uno scherzo.
Nei tempi passati, in alcuni luoghi era d’uso che chi fosse morto, nella notte che precedeva l'”estremo saluto”, dovesse restare nella camera mortuaria del cimitero, con la cassa aperta e alla sola presenza del necroforo che avrebbe dovuto farne la guardia, in attesa di un possibile risveglio.
Si decise, perciò, di procurarsi un volontario, (che avrebbe impersonato il morto) e, fatta girare per tempo la voce di questa “dipartita”, si attualizzarono i preparativi del funerale che si sarebbe dovuto tenere il giorno successivo.
Lo scherzo, consisteva ovviamente nel far in modo che il finto morto, al momento opportuno, si “risvegliasse” impaurendo il povero necroforo che, se pur possibile, sicuramente non si sarebbe mai aspettato un simile evento.
Così avvenne; ma accadde qualcosa che nessuno aveva previsto:
La reazione del necroforo.
Costui infatti, visto lo strano risveglio, avendo a portata di mano degli attrezzi da lavoro, incominciò a colpire il malcapitato finto morto, uccidendolo davvero.
La mattina successiva, il nostro necroforo, visibilmente arrabbiato, si recò presso il proprio municipio per render conto dell’accaduto, ma soprattutto per dire agli astanti che “la prossima volta, se dovete portarmi qualche morto, accertatevi prima che sia morto davvero! non, che poi tocchi a me finire di ucciderlo!”.
Con ciò che voglio dire?
Voglio dire che quando inviate articoli, sarà il caso di proporli unitamente al relativo titolo e se volete, anche all’adeguato sottotitolo.
Io, dopo averne necessariamente esaminati i contenuti ed averli trovati omologati al Regolamento vigente in questo sito, posso pubblicarli, ma credo di non doverli completare, visto che, comunque, sono frutto del vostro pensiero.
Detto ciò, passo ad esaudire Angela.
Come prima cosa è bene ch’io ribadisca che in tutto il discorso Luca è solo il corrispondente involontario.
Il mio scrivere, è dato dalla mia esclusiva volontà di provare a fare l’esperienza di chi, acquisita una notizia, la riferisce “di seconda mano”.
Tenendo sott’occhio quanto scritto da Angela, mi soffermo sul gradimento per le “critiche” e sulla volontà di riceverne.
Bene dice Angela, quando parla delle critiche come di qualcosa di ben venuto, visto che, come mi è stato insegnato nella scuola democristiana, “se si parla di qualcuno, sia dicendone bene che trattando male il soggetto, vuol dire che il soggetto in questione ha una sua importanza”.
Ciò che mi lascia perplesso, è il fatto che proprio i promotori di un convegno così importante, come quello sulla gestione delle risorse idriche, abbiano pensato di non sfruttare per tempo delle possibilità gratuite, (esempio questo inutile sito, o l’altro “molto onolevole Blog”), per creare in anticipo la giusta cassa di risonanza da cui far partire e rendere interessante un dibattito da concludere proprio durante la riunione appositamente indetta.
Solo così, almeno secondo il mio modesto parere, si sarebbe arrivati ad un risultato, specchio reale di quei seicento concittadini che, come il sottoscritto, hanno firmato per poter giungere a ristabilire un sacrosanto diritto, che ribadisce la necessità di tenere nella pubblica gestione un bene primario qual’è l’acqua.
Questo è il principale motivo per cui ho parlato di “sconfitta annunciata”.
Va da sè che quanto esposto sopra, serve a rispondere anche ai punti 2 e 3, assunto che:
“A”: La pubblicità, (secondo le leggi di mercato, rifiutate a parole ma chieste con i fatti anche dal PD), è l’Anima del Commercio;
“B”: Chi dice una cosa pensando e volendo ottenere l’esatto opposto, non essendo coerente con ciò che dichiara, risulta automaticamente e inutilmente masochista.
Che rispondere al punto 4?
Semplicemente che ciò che viene seminato si raccoglie.
Voglio dire con ciò che da quando scrivo, ho denunciato gli inutili ed assurdi costi della politica.
Ho anche detto che chi veramente vuole far politica per avvicinare la gente a ciò che propugna, s’ingegna fino all’inverosimile per raggiungere l’obbiettivo prefissato.
Come già detto, non intendo indagare su quanto denunciato a proposito dell’auditorium, ma sono arciconvinto del fatto che con un pò di fantasia, d’inventiva e di richiesta di collaborazione, magari ad appartenenti allo stesso circolo, si sarebbe potuto trovare un garage ove riunirsi.
Ricordo a me stesso che le migliori e decisive riunioni politiche, anche durante gli anni d’oro della DC, si sono svolte in luoghi angusti e scomodi, dando però i migliori frutti, secondo le aspettative di chi era dietro a certa organizzazione.
La risposta al punto 5, può essere estrapolata leggendo quanto già scritto a proposito del non aver saputo pubblicizzare per tempo l’evento di cui stiamo parlando.
In definitiva:
Chi agisce da masochista, ottiene risultati da perdente.
Chi lavora per raggiungere gli obbiettivi che si è prefissato, facendo ciò a testa bassa e senza chiedere nulla in cambio, ottiene quanto seminato con il proprio sudore e di ciò non deve rendere conto a nessuno, tranne che a sè stesso e, se credente, a Dio.
Personalmente, ed è la mia vera fortuna, ho cercato, quando possibile, di lavorare in maniera individuale.
Se qualche volta mi sono permesso di chiedere aiuto, mi è costato caro, sia in termini politici che economici; anzi, in almeno un caso, anche se con l’espressione di altre persone, qualcuno vorrebbe ancora farmi pesare i suoi interessamenti nei miei confronti.
A queste persone, posso solo ribadire che quanto hanno dato:
1°: non gli è stato imposto;
2°: gli è stato più che abbondantemente restituito, sempreché quanto dato a me da costoro, sia stato dato con spirito Cristiano, così come da costoro più volte dichiarato.
In caso contrario, ovvero qualora dietro tali dichiarazioni si nascondessero secondi fini, non avendo avuta la possibilità di leggerne i reali effetti, considero questi eventuali secondi fini del tutto inesistenti, quindi, da non tener in alcun modo in considerazione.
Tutto questo per dire ad Angela e a chi per lei, che quando si decide di far politica, lo si fa in prima persona e senza contare sull’aiuto di nessuno, ma allo stesso tempo, si cerca di acquisire più importanza possibile, magari anche indicendo riunioni all’aperto, sempreché davvero in un paese spopolato come Gambatesa non si trovi un tugurio in cui riunirsi.