Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Giacinta Venditti E Presa Da Internet Da Vittorio Venditti
Se Non Fosse Per La Cittadinanza…
Ecco che arriva il Natale anche a Gambatesa e per l’ultima volta questa voce andrà a rendicontare quanto fatto per abbellire, truccando un morto. La situazione è talmente deprimente da riuscire a convincere chi ci ha messa l’anima, qualche quattrino e soprattutto tanto lavoro di regia che stanca non poco, a desistere per il futuro dal continuare a far scattare foto che ormai non portano più nemmeno la speranza di una rinascita, nonostante l’improbabile, ma sicura elezione di chi, incompetente a governare un paese praticamente senza sudditi, ora ha avuto un posto nel parcheggio dei politici ‘teorici’.
A fronte di quanto pagato come ogni anno anche stavolta mediante la determina n 412 che nell’oggetto recita: “NOLEGGIO ED INSTALLAZIONE DI ADDOBBI ELUMINARIE PER LE FESTIVITA’ NATALIZIE ANNO 2021-2022 -AFFIDAMENTO E IMPEGNO DI SPESA”, l’inventiva e la voglia di fare di quei pochi gambatesani rimasti in loco perché non morti o solo caparbi, come si vedrà a seguire, di qualcuno in particolare, ha tamponato un risultato che diversamente sarebbe stato come, se non peggio degli anni precedenti. Se infatti questo è stato approntato nel duemiladieci e per l’anno successivo si è spaziato fra tante opportunità da ammirare, qui e qui solo due dei diversi esempi, nei successivi cicli di dodici mesi cadauno a seguire è stato obbligatorio assistere ad una decadenza sempre più accentuata delle volontà di manifestare gioia per l’arrivo del Messia, non di certo esclusivamente per colpa del progressivo spopolamento di Gambatesa. Gli ultimi tre anni forniscono il risultato cliccabile di seguito: qui, volendo riguardare il duemiladiciotto, qui se a qualcuno viene voglia di tornare con la mente al duemiladiciannove e per concludere qui, sempre a proposito di locali addobbi natalizi, è presente la sintesi del ricordo di un anno come quello scorso, basato sull’invadenza dell’affare ‘coviddi’ che anche in questi trecentosessantacinque giorni in dirittura d’arrivo, tenta di farla da padrone.
Bando alle ciance, ecco quanto si è fatto nel duemilaventuno per la gioia di chi avesse ancora voglia di venire in questa valle di lacrime che è un deserto e non certo per colpa del cambiamento climatico. Quanto viene mostrato a seguire con foto scattate non necessariamente nello stesso momento, vuol rappresentare una passeggiata per il borgo, laddove ovviamente è stata reperita la presenza di quel minimo di cambiamento che dopo la prossima epifania tornerà al precedente squallore.
Uscendo di casa, chi scrive ha potuto notare immediatamente quanto posto in essere da un’organizzazione, (quella dei concittadini, non certo della municipalità), maestranza che ce l’ha messa davvero tutta per dare il meglio di sé:
L’inizio di via San Nicola, come per dispetto ampiamente previsto, mostra le vere ambizioni ‘muinicipali’: nemmeno una candela da reggere, a dimostrazione del fatto che in quello scorcio di paese non abitano lecchini, tranne qualcuno che però evidentemente ormai non ha quasi più voce in capitolo.
Tornano blandi i segnali di ‘vita’ che si estrinsecano a pieno presso il nuovo acquisto e se queste sono le premesse… sarà bene andare avanti verso qualcosa che fino ad ora è stata dimenticata:
qui, simpaticamente è presente chi si è impegnato a tenere momentaneamente aperto un luogo di culto, riesumato solo col cambio del parroco.
salutato il quartiere di San Nicola, sconsolatamente si evince che a differenza di quanto si può notare cliccando i resoconti degli anni precedenti, un’altra zona ormai dimenticata da chi governa o dice di pensare alla sorte del paesello, da quest’anno è via dietro gli Orti, per cui, onde affaticarsi inutilmente per raggiungere le altre zone di Gambatesa, ripercorrendo parte di via San Nicola e salendo per la gradinata che porta a Rampa Municipio, (a mont p’a stalluccia),
si arriva in piazza Municipio
per poi giungere nel primo punto davvero degno di nota: quel supportico della Torre che ci ha sempre tenuto negli anni a far bella mostra di sé a Natale.
Qui, fino a ieri pomeriggio, si potevano osservare gli artisti che dal vivo hanno proposto il loro lavoro.
Poco più avanti, una ridotta parte dell’operatività appena mostrata,
fa anch’essa bella mostra di sé.
La via che porterebbe al Castello, se solo questo fosse aperto al pubblico, non fa mancare la possibilità di venir apprezzata
ed il punto di religiosità che rappresenta in questo senso il massimo nel borgo non è da meno;
mentre il castello, tanto bramato dalla politica locale, si mostra in tutto il suo ‘splendore’, degno dell’ipocrisia di chi pensa di camparci, ma non sa come trarne linfa vitale: CENTODIECI E LODE!!!!!!!
Il tratto appena mostrato, chiarisce quanto deprime il vostro cronista: da tempo non esiste più il presepe del Serrone descritto in uno dei collegamenti ipertestuali di cui sopra, ma la cosa davvero stupefacente sta nel fatto che la zona prelibata del borgo da sogno è sempre più spoglia e non certo perché il periodo è di fine autunno.
Passando l’altro pomeriggio per via Nazionale, una volta lo ‘struscio’ di Gambatesa, le presenze sono state davvero parche: fra l’altro, uno dei bar più frequentati dai giovani del posto, alle sette era già chiuso; l’altro esercizio aggregativo sito in quella strada del centro era aperto ed all’interno vi bivaccavano pochi ‘affezionati’ che forse si sono trovati lì per chiacchierare, ammesso che tutti avessero la mascherina e che sia difficile sorbire un sia pur ridotto quantitativo di qualsiasi cosa da ingurgitare in compagnia, di qualsiasi genere si stia trattando. In piazza Riccardo poi, era presente la macchina dei carabinieri che aveva a bordo il solo uomo al volante perché l’altra persona di servizio era intenta a controllare i green pass presso la vicina pizzeria. Questo è stato l’unico momento di pausa e di quel minimo di soddisfazione nel poter scambiare quattro chiacchiere con chi era in quell’autovettura, amico da anni che chi scrive non vedeva da secoli.
Il fulgido esempio di rappresentanza locale, oggi ‘vestito a festa’, era desolatamente vuoto.
Il discorso si potrebbe malinconicamente chiudere qui, ma qualcosa è rimasta in sospeso e va sistemata per onore di cronaca e soprattutto di verità:
Il Lavoro artistico è finito, anzi, forse no, atteso che fino alla nascita del bambinello, tutto è suscettibile di aggiustamenti e perfezionamenti che sicuramente non tarderanno ad arrivare.
Il rendiconto partito ormai più di due lustri or sono però si chiude qui, sperando che sia servito almeno a tener compagnia a chi ha avuta l’ostinazione in questi anni di leggerne i vari passaggi. Questa voce resta aperta per tigna, ma sicuramente a seguire si asterrà dal generare ulteriori e pesanti rendiconti come questo, visto che per essere sinceri, il masochismo non è fra gli obiettivi vincenti che chiunque abbia un minimo d’intelligenza, sia in grado di sostenere in maniera così accanita.
Ad Maiora.