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Enews, giovedì 11 ottobre 2012

Di Matteo Renzi
(Premessa E Sottotitolo), Di Vittorio Venditti

“E Poi Dice Che Uno Si Butta A Sinistra!”, Totò.

Sai bene che spero nella vittoria di Matteo Renzi, benché io sia di destra, per provare a svecchiare la classe dirigente, prima nazionale, poi (si spera) regionale e comunale, confidando nel fatto che le province, nel frattempo, vengano eliminate con il giusto antibiotico.

Ho potuto avere l’onore di registrarmi sul sito del Nostro, potendo così riceverne le notizie.
In attesa di capire come pubblicare i messaggi comprensivi dei link allegati, da oggi, se Matteo non me lo vieterà, incomincio a pubblicare il suo messaggio, (anche se con un giorno di ritardo rispetto all’invio originale), esclusivamente come testo.

Grazie per averlo letto;
Grazie se vorrai condividerlo con la tua preferenza.

Matteo Renzi Adesso Titolo
Matteo Renzi Partecipa
Matteo Renzi Dona

11 ottobre 2012
eNEWS 349

Procedo per punti schematici, così da evitare la consueta accusa di scrivere troppo.

Deve essere una beffa del destino. Quando cerco di essere buono e bravo, e di non litigare con nessuno, arrivando persino ad accettare tutte le discutibili modifiche delle regole delle primarie, improvvisamente accade qualcosa che mi costringe a rispondere. Non parlo delle illazioni, delle polemicucce, degli schizzettini di fango che le campagne elettorali spesso riservano (per queste, sul sito, c’è la pagina le verità su Renzi con tutte le risposte). Mi riferisco, invece, alla doppia polemica con Massimo D’Alema e Sergio Marchionne. Il primo ha rilasciato un’intervista, poi smentita (i soliti giochini vecchio stile: tutti a Roma sanno perfettamente che quella chiacchierata c’è stata ma bisogna far finta di niente) in cui ha del tutto legittimamente detto che non lascerà il posto in Parlamento, a meno ovviamente che non vinciamo noi. Ma ha anche detto che “Renzi si farà male”. Ora, questa frase è poco simpatica detta da chiunque. Diventa allusiva quando chi la pronuncia è a capo della Commissione che controlla i servizi segreti. Marchionne invece si è risentito per una mia intervista a Repubblica.tv e anziché prendersela con me – come sarebbe stato del tutto legittimo – ha attaccato pesantemente Firenze. Fossi un azionista della Fiat mi domanderei la logica per la quale l’AD dell’azienda deve insultare una città, per di più come Firenze famosa in tutto il mondo. È del tutto legittimo che il cittadino Marchionne non ami il candidato Renzi. Ma che senso ha prendersela con uno scrigno di genio e passione come Firenze?

Alla luce delle complicate regole che il PD ha deciso nella scorsa assemblea – però – abbiamo bisogno che chi vuole darci una mano ci aiuti anche firmando la candidatura. Nel frattempo si consuma l’ennesima gag: il PD ha chiesto che siano pubblici i nomi di tutti quelli che votano alle primarie, per un’esigenza di trasparenza e partecipazione. Noi allora abbiamo chiesto al PD di rendere pubblico l’elenco degli iscritti al partito, per la stessa esigenza di trasparenza e partecipazione. Cioè, per essere chiaro: se si pretende di rendere pubblico il nome di chi vota alle primarie, come è possibile non rendere pubblico il nome di chi addirittura si è iscritto al partito? Attendiamo con piacere che finalmente il PD pubblichi gli elenchi. Non c’è nulla da nascondere, no?

Il sito www.matteorenzi.it è sempre più ricco di contenuti e suggerimenti. Della serie, se non avete niente di meglio da fare…

Abbiamo anche implementato la sezione infografiche con quella sull’occupazione femminile (mi dite che ne pensate? Grazie: matteo@matteorenzi.it), quella delle lettere (ce ne sono alcune di oggettivamente bellissime) e naturalmente quella del lungo tour che in questi giorni ha toccato moltissime province del Sud. Ho preso un aereo Alitalia da Firenze, fatto scala a Roma e sono arrivato a Reggio Calabria, nella città che di lì a qualche ora avrebbe visto lo scioglimento del consiglio per mafia. Il pensiero è andato a Italo Falcomatà, il grande sindaco della primavera reggina. Per me è stato un tuffo al cuore sapere che in sala c’erano anche i parenti più stretti di Italo. Poi il camper ha viaggiato per molte province del sud: la Calabria, la Puglia, la Basilicata, il Molise. Le tappe si sono chiuse con la Isernia-Firenze in notturna, giusto il tempo di essere al lavoro in Palazzo Vecchio il lunedì mattina presto.

In questi giorni, intanto, abbiamo lavorato molto anche in città, compresa la giunta notturna di ieri sera. E stamattina mentre andavo al mercato di San Lorenzo per la presentazione della guida dei vini dell’Espresso pensavo a quanto sarebbe interessante fare un ragionamento serio sul valore simbolico del cambiamento del mondo del vino, dopo lo scandalo metanolo di venticinque anni fa. Adesso produciamo il 40% del vino in meno, ma abbiamo superato i 4 miliardi di euro nell’export, cinque volte in più del 1986. la dimostrazione che indipendentemente dalla politica, le aziende sanno organizzarsi. E lo fanno bene. Paradigma di quello che servirebbe all’Italia anche adesso, non solo nel vino, insomma. Ma mentre andavo assorto in questi pensieri, la mia bicicletta è stata circondata da un gruppo di ragazzi del Liceo Galileo che mi ha reso partecipe della rabbia e della delusione degli studenti dopo che un pezzo di tetto è crollato, fortunatamente senza fare danni alle persone. L’edilizia scolastica dei licei appartiene alla Provincia e dunque non sono a conoscenza della situazione tecnica di quell’istituto. Ma negli occhi dei ragazzi mi ha colpito la volontà di approfondire, di conoscere, di prendere parte. “Sindaco, lei ci ha detto che Palazzo Vecchio è casa nostra, giusto? Allora ci ospita lei per la nostra assemblea?” Detto, fatto. Lunedì i ragazzi del Galileo si confronteranno con gli amministratori provinciali e i professori nel Salone dei 500. Perché anche a questo serve un’Istituzione: a rendersi parte di una comunità.

Un sorriso,
Matteo

Pensierino della sera.
Martedì scorso ricorreva il 49° anniversario della tragedia del Vajont. Dove ho iniziato la campagna elettorale lo scorso 13 settembre. Vorrei che il prossimo 9 ottobre, quando ricorreranno i 50 anni, il prossimo presidente del consiglio, chiunque sia, vada a Longarone a portare le scuse a quella comunità, ma soprattutto a presentare un piano per il riassetto idrogeologico del paese. Perché nonostante quella strage, che rimane una delle cinque più gravi a livello mondiale imputabili ad errore umano, in Italia si continua a morire per il dissesto ambientale: lo scorso anno ci sono state 70 frane che hanno causato 18 morti. E noi non possiamo continuare a far finta di niente.

Matteo Renzi