Di Cesare Scalabrino
GIUSEPPE SPINELLI, SVOLTA STORICA PER GARANTIRE PIÙ QUALITÀ AI CITTADINI-CONSUMATORI E GIUSTO PREZZO AD AGRICOLTORI E ALLEVATORI
Coldiretti Molise plaude alla pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale, del decreto di attuazione della direttiva UE che disciplina le pratiche commerciali sleali nelle relazioni tra acquirenti e fornitori di prodotti agricoli ed alimentari. Una grande vittoria per Coldiretti che da anni lavora per sanare una vera e propria ingiustizia ai danni degli imprenditori agricoli e zootecnici che spesso si trovano a lavorare sotto i costi di produzione. Riguardo ai controlli sarà il Ministero delle politiche agricole, con il suo Ispettorato centrale repressione frodi (ICQRF) a vigilare e sanzionare in caso di mancato rispetto delle norme.
Con il nuovo provvedimento scatta lo stop per 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto, alla fine dei pagamenti di costi aggiuntivi non connessi alle vendite, fino all’obbligo di contratti rigorosamente scritti. Si realizza così un percorso virtuoso finalizzato a garantire un’equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera.
“L’approvazione delle norme contro le pratiche sleali nel commercio alimentare – sottolinea il Delegato Confederale di Coldiretti Molise, Giuseppe Spinelli – rappresenta una svolta storica per garantire più qualità ai cittadini-consumatori e un giusto prezzo ad agricoltori e allevatori in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti, meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo. Questo provvedimento – prosegue Spinelli – costituisce un intervento normativo fortemente voluto da Coldiretti per rendere più trasparenti i rapporti all’interno delle filiere agroalimentari, evitando che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali, di una parte della GDO, venga scaricato sulle imprese di produzione, già gravate da un fortissimo aumento di costi dovuti alle difficili condizioni di mercato; da ora in poi le “vendite sottocosto” dovranno rispettare una serie di parametri a partire dal superamento dei costi medi di produzione elaborati dall’ Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea)”.