Di Vittorio Venditti
Si Risvegli Il Fascista Che Ronfa In Me
Tu che mi leggi, avrai già la nausea per tutte le volte che ho ribadito che a casa mia comando io, pur lasciando libera espressione di pensiero a chi ha voglia di parlare, accettando il contraddittorio.
Non ti sembri però che io sia davvero così stupido da lasciar parlare chiunque al vento per dovere di ospitalità o peggio, per far girare il contatore visite, ne che voglia impormi su tutti e su tutto, pur essendo in pieno diritto di farlo, visto che chi paga sono io, legalmente ed economicamente e visto che ad ogni azione, corrisponde una reazione uguale e contraria e perciò esiste la materia, nell’intento di dare un giro di vite e tenere il timone di questa nave, da buon Ulisse, non attendo neanche il canonico giorno di riflessione, ma rispondo direttamente a quanto ho dovuto incassare.
Lo spunto mi viene offerto dal precedente articolo che il buon Mario, esprimendo la propria opinione, ha voluto offrire a quest’inutile sito, articolo che però contiene gravi offese a chi, come me, la pensa esattamente all’opposto della Mina vagante, in merito a virtù e vizi.
Io, fino ad ora, ho lasciato sempre correre, in nome di quella democrazia nella quale non ho mai creduto, e per rispetto all’amicizia che mi lega a Mario, come a tanti che la pensano diversamente da me, ma alle offese, permetterai, voglio rispondere quantomeno con una mia presa di posizione, che lascio alla tua intelligenza, per interpretare se giusta o no.
IO MI DICHIARO ONESTO, E FESSO NEL VOLER CONTINUARE A PAGARE LE TASSE.
Se questo è un crimine, ai sensi del moderno mercato, io sono colpevole, anzi, sono reo confesso e mi offenderei se qualcuno, in nome di amicizie dettate dalla corruzione, mi mandasse assolto.
IO NON SONO MAI SCESO, NE MAI SCENDERO’ A COMPROMESSI PER AVERE CIO’ CHE MI SPETTA DI DIRITTO, NE SONO SCESO A COMPROMESSI, NE MAI LO FARO’ PER OTTENERE CIO’ CHE LEGALMENTE NON MI SPETTI.
Anche perché chi lo fa, dichiarando (come fa Mario) di non lamentarsi nel caso in cui il destino volta le spalle, generalmente è il primo a frignare, vedi ad esempio Franco Fiorito, al momento del suo arresto “inaspettato!”.
IO POSSO CAMMINARE A TESTA ALTA E DICHIARARE DI VOLER VIVERE PER VIVERE E NON CAMPARE PER CAMPARE.
E LO FACCIO, SENZA AVER BISOGNO DI SCAGLIARE LA PRIMA PIETRA!
Chi campa per campare, definendo viziati coloro che in ogni modo cercano di raggiungere onestamente i propri scopi, generalmente è il primo viziato, visto che se riesce a campare, (come dice Mario), lo fa solo perché può approfittare dell’altrui pazienza, che non lo relega ad inutile arredo di casa, ma permette a questo tipo di Persona, di arrivare al punto di esprimersi, chissà quanto in odor di compassione.
O Mario, nell’articolo precedente, hai lodate le capacità di chi era parassita di Fiorito, dicendo che chi è onesto, donne del genere le può avere solo sulla base del sesso autarchico.
Ritenendo anch’io che la donna di Fiorito abbia fatto bene a sfruttare quel poveraccio mendicando le proprie “generosità”, visto che a gente del genere, (parlo sia di lui che di lei), null’altro può offrire il mercato, e queste donne devono pur sempre campare, magari operando come proposto da un tuo articolo, Lotta Ai Tumori, scritto che la dice lunga sulla fragilità di certi rapporti, e sulla fine che certa “merce”, esaurito il valore temporaneamente fisico, inesorabilmente è costretta a fare, devo dire che hai ragione, perché noi onesti, riusciamo ad avere con noi donne spesso fisicamente molto più belle e non rifatte di quelle che apprezzi tu o gente come politici che operano alla stregua di Fiorito e compagni.
Noi ci possiamo permettere donne che stanno con noi per libera scelta, non per costrizione economica.
Noi, ci possiamo vantare di avere la libertà di contrapporci alle nostre donne, voi, dovete assoggettarvi all’idea di avere rapporti, (questi sì, spesso del tutto platonici se non utili esclusivamente alla vostra controparte), basati sulla costrizione alla quale siete sottoposti:
Il versare danaro.
Noi, a differenza vostra, non abbiamo il dovere di mostrare in pubblico le nostre “capacità”, non dovendo dimostrare nulla a nessuno, ma potendo discernere fra scelte, a voi generalmente precluse dal vostro credere che il danaro sia l’unica ragione di vita, anzi, del campare.
Insomma: Noi viviamo, voi campate, ed anche male!
Che che vogliate dirne, che che pensiate di dimostrare.
Analizzando poi il tuo elogio della corruzione, anche qui devo darti ragione per i risultati ottenuti a vantaggio di chi campa ed a dispetto di chi vive.
In effetti, ogni qual volta si cerchi di ridurre quel cancro che s’identifica nell’arte del corrompere, (non necessariamente d’italica maestria), si arriva sempre a condannare il capro espiatorio di turno, (ieri Cusani, oggi Fiorito), arrestato il fesso di turno per gettare un po’ di polvere negli occhi al popolino con articoli simili a questo, Arrestato Giuseppe Saggese, ad di Tributi Italia. Riscuoteva le tasse dei Comuni e poi le teneva per sé – Il Sole 24 ORE, fatta un po’ di sana propaganda che serve ad aprire la strada verso la mangiatoia a chi diventerà peggio di coloro che escono da quella stalla ben satolli, Libera – Corruzione, il 12% degli italiani ha subìto richiesta tangente e, tornati allo status quo, aiutati spesso da chi prima lancia il sasso poi ritrae la mano, stipulata l’assicurazione vita che aumenta il prezzo delle tangenti da versare, si ricomincia peggio di prima.
“A che pro dunque essere onesti?
Meglio fare un anno di carcere ed il resto della vita da Re!
Tanto chi viene poi a controllarci!
Poveri fessi, voi che pensate che lavorare sia il giusto viatico per un improbabile Paradiso!”.
Sì , o Mario, hai ancora una volta ragione, noi siamo fessi e voi siete dritti.
Ma anche in questo caso, sinceramente mi vanto di essere fesso, visto che posso farlo ancora una volta a testa alta, magari dicendolo al più dritto dei dritti, senza aver timore che la cosa possa influire sul resto della mia vita.
Voi dritti invece, dovete accettare di buon grado il dover sottostare al dictat dritto, di chi, dritto come o più di voi, vi obbliga a fare i pecoroni, pena lo sganciarvi ed il mancare di compatirvi, così da togliere la linfa che vi fa campare.
Per finire, amico mio, posso concludere dicendo che se io ho i soldi e la libertà di permetterti di parlare e magari d’insultare il mio modo di vivere, a te lascio la costrizione di poter parlare tramite me e con i miei pochi ma sufficienti averi, anche perché diversamente e con il tuo danaro virtuale e completamente inutile, (tranne a chi lo lascerai, speriamo fra cent’anni), o alle banche che tu idolatri in quanto speculatore, null’altro puoi fare, se non essere condannato a vigilare, (magari perdendo anche il sonno), a che altri, più dritti di te, non te lo portino via, quel Dio Danaro, lasciandoti campare poi in braghe di tela.
Se penso al libro di Giovanni Verga, “La Roba”, tu, amico mio, mi ricordi il suo protagonista, quel Mazzarò che mangiando pane e formaggio ed accumulando ogni ben di Dio e tanta terra per tutta la sua vita, all’atto di morire, impazzì, e prima di ridare l’anima a chi lo aveva posto su questa terra, ammazzando i propri animali a bastonate, andava gridando per le sue terre:
“Roba mia! Vientene con me!”.
Io, modestamente ti sembrerò una cicala, e forse lo sono, ma non mi sono mai preoccupato di aver paura di vivere e soprattutto, non sono mai stato così disperato da considerare il male un bene ed il bene un male.
Ciò, calcolando la relatività del momdo!
Svegliati!
E scusa se è poco.