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“Italia Domani”

Di ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI (ANCI) MOLISE

Com’è a tutti noto, il 5 maggio 2021 è stato pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), trasmesso dal governo italiano alla Commissione Europea, dal titolo “Italia domani”, dal valore complessivo di 235 miliardi di euro tra risorse Europee e Nazionali. Sono due gli obiettivi fondamentali del PNRR: riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica e contribuire ad affrontare le debolezze strutturali dell’economia italiana. Le sei Missioni del Piano sono: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.

La circostanza davvero interessante, tra l’altro, risulta essere in particolare che il 40 per cento circa delle risorse territorializzabili del Piano sono destinate al Mezzogiorno, a testimonianza dell’attenzione al tema del riequilibrio territoriale. A questo si aggiunge un altro obiettivo chiave che è la transizione ecologica, cioè l’idea di un percorso per un Paese più innovativo e digitalizzato, più rispettoso dell’ambiente, più aperto ai giovani e alle donne, più coeso territorialmente. Può anzi sostenersi che la transizione ecologica, come indicato dall’Agenda 2030 dell’ONU e dai nuovi obiettivi europei per il 2030, è proprio alla base del nuovo modello di sviluppo italiano ed europeo.

Migliorare la qualità della vita e la sicurezza ambientale, oltre che per lasciare un Paese più verde e un’economia più sostenibile alle generazioni future ed oltre che per accrescere la competitività del nostro sistema produttivo ed incentivare l’avvio di attività imprenditoriali nuove e del settore edilizio, significa anche e forse soprattutto, garantire la sicurezza e l’efficienza del patrimonio edilizio pubblico e privato. E’ per tale motivo che gli investimenti previsti saranno concentrati sulle seguenti linee: a) attuazione di un programma per migliorare l’efficienza e la sicurezza del patrimonio edilizio pubblico; b) utilizzo di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l’adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato; c) edilizia sociale; d) sviluppo di sistemi di teleriscaldamento efficienti.

In questo contesto non può essere ignorato il problema della casa, non può essere dimenticato che ci sono 650mila richieste inevase per accedere agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, che al numero di famiglie in attesa nelle graduatorie dei Comuni si aggiungono 50mila nuove sentenze di sfratto ogni anno, che esiste, soprattutto nel Mezzogiorno, un patrimonio edilizio “abusivo”, inteso in senso lato e comprensivo di abitazioni per le quali sarebbe in corso “il condono” ed altre in teoria, ma sporadicamente nei fatti, destinate all’abbattimento. Servirebbero almeno 300 mila nuove unità di edilizia sociale necessarie per rispondere al fabbisogno.

Esistono poi problemi anche importanti, ma che d i quello illustrato, sono in fondo, dei corollari:
1) il primo è che i Governatori e i Sindaci non hanno reali possibilità di intervenire per la soluzione dei problemi dell’abusivismo e dell’edilizia residenziale pubblica, perché sulla materia esistono poteri delle Procure, delle Questure, delle Prefetture, dello Stato che rendono, spesso, troppo spesso, le azioni degli Enti locali incostituzionali o addirittura illegittime;
2) il regime catastale e tributario è incerto e rende molto frequente che anche sul piano dei tributi dovuti allo Stato ci sia una forte disparità di trattamento tra zone diverse della nazione, tra Regioni o addirittura fra Comuni e Comuni della medesima Regione;
3) la riforma del catasto, il super bonus, la necessità del risanamento ambientale, della sicurezza, del risparmio energetico, dell’uso di fonti alternative e tutte le misure dei pacchetti per il clima, la tutela dell’ambiente e del paesaggio, la salubrità e la sicurezza del patrimonio edilizio, risultano irreversibilmente compromesse e rese complesse dalla presenza di un patrimonio edilizio “abusivo” che riduce significativamente la forza degli interventi di riforma ed innovazione.

Pertanto, l’ANCI MOLISE CHIEDE
1. L’impegno da parte del Primo Ministro Mario Draghi ad un intervento del Governo Italiano sui territori per assicurare la salubrità per un efficace controllo del territorio, con poteri di vigilanza ed intervento diretti ai Sindaci per garantire che ogni eventuale nuovo abuso edilizio commesso sarà immediatamente represso dalle istituzioni preposte.
2. L’impegno a garantire, in caso di abbattimenti, pochi, debitamente e adeguatamente motivati, la previa assegnazione di alloggio alternativo alle famiglie esecutate i cui immobili siano stati già oggetto di demolizione e che risultino previe di adeguate alternative abitative.