Di Vittorio Venditti
L’Affare ‘Trasformismo’
Andare a richiamare tutti i collegamenti ipertestuali al tema di oggi diventa un lavoro, per cui, evitando accuratamente tal fatica, verrà toccato un punto dell’argomento che più che tecnologico, risulterà evidentemente affaristico ed ipocritamente politico.
Il noto social di cui al simbolo appena richiamato, da qualche giorno ha cambiata pelle e qualcuno lo battezza ‘Meta’. Qualcuno, visto che tutti continuano a denominare quell’aia con il nome che contraddistingue l’ambiente e difficilmente chi ha l’impegno di dire al mondo ‘buongiorno’ la mattina e ‘buona notte’ quando forse va a dormire, modifica tali azioni e la denominazione della ‘casa’ nella quale svolge la sua vera vita: quella virtuale.
A chi guarda con sufficienza da fuori, resta solo una breve considerazione da fare: Meta, (in greco ‘oltre), dovrebbe essere, secondo le intenzioni, il superamento di quanto accaduto al social in questione fino ad ora, sconvolgimento ed abbassamento della reputazione dell’ente compresi. Da queste parti, esiste un proverbio che sostanzialmente dice che la zucca si può chiamare anche ‘checoccia’ che sempre zucca resta. Allo stesso modo, il credere di passar ‘oltre’ pensando di aggiungere, ‘abbiamo scherzato’, per quel ‘verso’ è sicuramente sbagliato ed anzi dà il senso della sopraggiunta autorete che se lava la faccia dall’esterno, sicuramente non deterge dalla sporcizia che è l’essenza stessa del successo di qualcosa che come tutti gli eventi umani ha un inizio, una crescita, un declino e l’inesorabile morte, in questo caso accompagnata dall’ignominia data da tutto ciò che è superficiale e tale resta anche nel futuro ricordo. E’ come se si pensasse di non venir considerati assassini dopo aver ucciso, solo perché il reato è andato in corruzione, pardon: in prescrizione.
Altro proverbio che pure gira di bocca in bocca laddove si vive in tal senso è ‘la democrazia è anche questo’ e se è vero tal assunto, l’ambiente frequentato ‘liberamente’ da più d’un terzo degli ‘animali razionali’ viventi sulla terra, offrendo a chi ci crede questo surrogato di libertà, nasconde il resto, vale a dire il voler pilotare la vita del gregge che viene condotto al pascolo da questa moderna religione, nella piena libertà di fare ciò che dice il pastore, nuovo ‘libero arbitrio’ che permette di scegliere fra il Paradiso, a vantaggio ovviamente di chi gestisce e tiene le fila del teatrino che cambia nome, ma non essenza, contrapposto all’inferno che mostrando lucciole per lanterne, impoverisce le ‘pecorelle’, quantomeno della facoltà intellettuale di saper e poter decidere giorno per giorno della propria vita.
Giusta ‘Meta’ Da Raggiungere.