Di Marialaura Bonaccio
Erminia era una madre, ma prima ancora una donna. Una cosa che forse all’epoca nessuno seppe perdonarle, visto che quasi tutti quelli che avrebbero dovuto proteggerla non esitarono a prendere le parti del suo assassino.
La storia di Erminia Ferrara anticipa una serie infinita di violenze che si abbattono sulle donne, specie su quelle che non vogliono sacrificare la propria natura. Un’ingiustizia con cui alcune persone non riescono a convivere. Adele Rodogna è sicuramente una di queste e con il suo “Un delitto imperfetto. Il delitto Pettine” riapre il caso di matricidio che nel 1926 scandalizzò l’opinione pubblica. Quella di Erminia è essenzialmente una storia di morte, la morte violenta di una giovane donna rinvenuta senza vita in un appartamento di corso Buenos Aires a Milano nel 1926, un vero e proprio giallo che a quasi cento anni di distanza, non ha ancora avuto una risposta chiara e convincente o, piuttosto, ne ha ricevuta una di fatto che per coloro che praticano le storie lente, non è esaustiva.
La vicenda de “Il delitto Pettine”, così rinominata dalle cronache giornalistiche del tempo dal cognome del protagonista principale, è una hard boiled story, a metà tra il noir ed il racconto giallo, ricca per la molteplicità di spunti e di riferimenti storici, (dalla storia della civiltà materiale e dei costumi dell’epoca a quella degli atteggiamenti e dei sentimenti diffusi); povera, perché di complessa datazione e di difficile reperimento delle fonti (gli atti del processo sono andati distrutti in un incendio), la cui diacronia degli eventi si dipana attraverso un tempo attutito, filtrato, quasi sospeso, che affonda le radici nella memoria collettiva, il basso continuo di una società. L’autrice procede alla ricostruzione storica dei fatti, consultando le fonti di archivio e indagando sul femminicidio di Erminia Ferrara, in Pettine, crimine che assume i connotati di un “delitto politico” maturato negli ambienti fascisti dell’epoca, i cui protagonisti sono Roberto Farinacci, Arnaldo Mussolini e Mario Giampaoli, evidenziando alcune connessioni singolari con il delitto Matteotti.
La prefazione del libro è a firma di Maurizio de Giovanni che ne esalta la capacità di compiere un’opera estremamente complessa “raccontando con tenerezza e obiettività la storia di una donna che pagò carissima la coerenza con la propria natura libera.”
La scrittrice molisana presenterà il suo libro nell’ambito di un incontro organizzato dall’Unione Lettori Italiani con la collaborazione dell’Ufficio di Parità delle Province di Campobasso e Isernia e con il patrocinio del Comune di Campobasso, in programma mercoledì 3 novembre alle ore 18 nel Circolo Sannitico di Campobasso. Parteciperà all’incontro Marco Del Gaudio, sostituto procuratore nazionale presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, nell’ambito della quale è assegnato alle sezioni Camorra, Cosa Nostra e Ndrangheta ed ai servizi Misure di Prevenzione e Cooperazione Internazionale.
Per partecipare all’evento sarà necessario esibire il Green Pass e indossare la mascherina per l’intera durata dell’incontro.