Di Mario Ricca
Mi approprio indegnamente del titolo di questa canzonetta di Rodolfo De Angelis, (nata e cantata durante il Glorioso Ventennio), ma alla luce di quanto riportato in quest’articolo, AGI.it – Apple: code nella notte per l’iPhone 5, da oggi in vendita in Italia, mi domando e ti domando:
ma dov’è questa crisi se per il frivolo ci si può permettere di sottrarre ore al sonno e spendere dai settecento euro, fino ad arrivare, per la pezzatura di memoria più ampia, ai novecentocinquanta?
Mi viene in mente quando tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90, a Campobasso, il locale gioventame, (maschi e femmine appena patentati, non necessariamente acculturati in merito e forse a mala pena in grado di aprire gli sportelli della “favolosa macchina”), girava sulla golf serie 3 (appena regalata da paparino per l’avvenuta “Promozione” dopo l’esame di immaturità), pompando musica che sembrava di stare nelle discoteche all’aperto o addirittura a Poggioreale quando i nostri padiglioni auricolari erano costretti a subire le litanie di Nino D’Angelo e simili.
Ricordo come fosse ora che i Nostri, si ritenevano alla moda perché sulla loro nuova auto si erano fatti installare l’autoradio che allora andava per la maggiore, di marca Pioneer che loro spavaldamente, (cercando di farfugliare un inglese che tutto era tranne la lingua di Albione), chiamavano “paionir”, apparecchio messo in bella mostra, come per dire: “Solo io ce l’ho!”, tutto ciò, accompagnato dal relativo, nonché estraibile super pannello che quando era in funzione contribuiva ad allentare quella pur robusta carrozzeria, in maniera tale da ridurre ad un concerto di vibrazioni, una macchina che sì e no, era arrivata ai diecimila chilometri percorsi.
Fantastico poi, era vedere quei pidocchiosi a bordo di quei costosi “regali” fare la fila al distributore automatico di via 4 novembre per mettere 5000 lire di nafta… Così come sentire le litanie di cui sopra, ovviamente riprodotte da musicassette che, quando andava bene, si erano fatte registrare dall’amico compiacente, se non, acquistate di contrabando al mercato di corso Bucci, magari tirando il prezzo al Marocchino, malcapitato di turno, alla faccia del negozio Discoring, che aveva le vetrine proprio di fronte al mercato e che, vendendo dischi e cassette originali, rosicava, anche grazie alla complicità di chi, pagato per farlo, evitava accuratamente di far rispettare le leggi.
E qui… ci sarebbe da scrivere e da indagare sul perché di un tale comportamento…
Ah, ah, ah!
La scena vive dentro di me adattata all’attualità… melafonini acquistati dopo resse degne dell’imbecillità dei loro possessori, messi in bella mostra sui tavoli dei locali, alla ricerca di qualche connessione a scrocco per poter prenotare voli low cost e vacanze da fare in luride comuni prive di ogni confort, ovviamente da raccontare a ritorno avvenuto nella Campobasso/bene come “Periodo di riposo paradisiaco”.
Immagino ancora i possessori di cui sopra, fare squilli per essere richiamati non avendo credito sulle utenze.
Poi ci si lamenta della presunta crisi, con tutti gli annessi e connessi.
In fine, speriamo almeno che il nuovo e portentoso gioiello di casa Apple, oltre a contenere la cartografia raffazzonata e sbagliata in dote a ios 6, sia munito di qualche mappa possibilmente non taroccata, che ci liberi definitivamente di certa gente, non facendo trovare più loro la via del ritorno!