Di Cesare Scalabrino
DALLA CARNE AL LATTE ALLEVATORI MOLISANI SOTTO PRESSIONE
“Con un atto di responsabilità è stata accolta la proposta di Coldiretti per un adeguato aumento del prezzo minimo del latte alla stalla, in Italia, senza che vi sia un impatto sui consumatori”. Così il Delegato confederale di Coldiretti Molise, Giuseppe Spinelli, ha commentato positivamente l’esito del tavolo, convocato dal Ministro Stefano Patuanelli il 30 settembre scorso sulla crisi del latte, a seguito delle sollecitazioni dell’Organizzazione. Disponibilità sull’adeguamento del prezzo del latte è stata espressa da Conad, Coop, Granarolo, Federdistribuzione e Assolatte.
I rincari per le materie prime necessarie all’alimentazione degli animali sono ormai insostenibili e questo sta mettendo a rischio la zootecnia. E’ una situazione intollerabile per gli allevatori, peraltro già vessati dalla crisi determinata dalla pandemia, che ha contribuito a creare tensioni. Era quindi necessario e urgente un confronto istituzionale su questo tema e adesso, alla luce dell’esito del confronto, “il positivo accoglimento della proposta di Coldiretti – afferma Giuseppe Spinelli – va reso operativo, già da questo mese di ottobre, per salvare le stalle strette nella morsa dei rincari delle materie prime”.
“Anche in Molise i prezzi del latte alla stalla riconosciuti agli allevatori sono in calo e non sono mai stati così bassi come negli ultimi anni – prosegue Spinelli – Devono assolutamente essere concordati compensi equi nei contratti di fornitura fra le industrie di trasformazione e gli allevatori. A fronte dei rincari delle materie prime necessarie per l’alimentazione degli animali, è fondamentale assicurare la sostenibilità finanziaria degli allevamenti, sottraendoli al rischio di chiusura a causa di prezzi sotto i costi di produzione”.
Tra i prodotti destinati all’alimentazione degli animali, le cui quotazioni sono balzate ai massimi storici, il mais registra il maggior incremento del decennio. “Bisogna creare le condizioni per garantire una adeguata remunerazione del lavoro degli allevatori altrimenti si mette a rischio l’intera filiera e allo stesso tempo si deve continuare a garantire ai consumatori prodotti sicuri e di qualità, che sostengono l’economia, il lavoro e i territori italiani”.
“A rischio – denuncia il direttore regionale di Coldiretti Aniello Ascolese – anche la straordinaria biodiversità delle stalle italiane che contribuiscono, grazie agli animali, alla pulizia ed al compattamento dei suoli. Per questo quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado. Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – sottolinea Ascolese – rappresentano un patrimonio unico al mondo che va tutelato e protetto anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento”.
La produzione di latte in Molise supera le 50mila tonnellate (dati Istat 2019), impegnando millecinquecento imprese zootecniche (80% bovini) spingendo un notevole indotto fatto di trasportatori, artigiani e piccoli trasformatori. Coldiretti Molise, da tempo sta chiedendo alla Regione di mettere in campo un vero e proprio “piano zootecnico” regionale che partendo dalle criticità in cui si trova il comparto possa individuare tutta una serie di strumenti idonei al rilancio. Gli aiuti, che pure sono stati messi in campo con le misure Covid, non sono sufficienti a realizzare un cambiamento strutturale di cui necessita la zootecnia in Molise.
L’intervento della Regione deve poter innanzitutto consentire la provvista di liquidità finanziaria attraverso un bando specifico, così come attuato per gli altri settori produttivi; ciò vale per la zootecnia come per tutti gli altri comparti della nostra agricoltura.