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I Voli Del Rondone 28_4

Di Marco Frosali

Migrazione Al Sud: Quarta Tappa

Mercoledì, 8 settembre. – Dopo un’altra nottata pressoché tranquilla, alle otto mi alzo e inizio a smontare la tenda e caricare tutto sul Rondone.

Dopo aver fatto colazione e pagato il conto all’accoglienza, alle nove e un quarto si parte rifacendo gran parte del percorso del giorno precedente, ovvero SS 585 fino allo svincolo di Lauria, autostrada da Lauria Sud a Lauria Nord e poi la SS653 Sinnica, dove mi fermo un istante per fare una foto al bel Castello di Episcopia adocchiato ieri mentre si andava a Colobraro.

Panoramica del Castello di Episcopia

Proseguiamo con la Sinnica fino alla SS106 Jonica che percorriamo fino a Metaponto per poi uscire sulla SP3 e arrivare, dopo circa centonovanta chilometri e due ore e mezza di viaggio nella bella Matera, dove trovo posto al Rondone in un parcheggio coperto, ma con qualche apprensione: il parcheggio in questione ha 2 ingressi, uno interrato per sole auto e l’altro su un piano rialzato per auto/camper/moto. Io avevo imboccato la rampa che scendeva al piano interrato, ma la sbarra non si apriva. Un signore di passaggio mi avvisa dicendomi che li potevano entrare solo le auto…Porc! Fortunatamente tra le transenne ai lati c’era una larghezza di poco superiore alla lunghezza del Rondone e così, con qualche manovra, riesco a girarlo col muso verso la salita e a tirarlo fuori, posteggiandolo nell’area giusta e potendo andare in giro alla scoperta dei famosi ‘Sassi’!

Da ignorante e qualunquista che sono, mi aspettavo la classica cittadina del Sud un po’ sfigata, trasandata e con le strade rattoppate, ma con la fortuna di avere un’attrazione turistica e invece, già guardando la moderna piccola stazione

Stazione di Matera

e gli ordinati viali dove c’è una bella movida a causa della massiccia presenza di turisti (nell’ordine delle migliaia!),

Matera: Viale del Centro

Matera: Viale del Centro

Matera: Mercato Ortofrutticolo

mi sono dovuto ricredere all’istante! Se non fosse stato per il caldo sole e l’accento pugliese degli abitanti avrei creduto di essere in terra teutonica o scandinava! Manco ‘na carta pe’ tera! D’altra parte se Matera è stata nominata ‘Capitale Europea della Cultura’ nel duemiladiciannove, qualche motivo avrà pure dovuto esserci!

Seguendo il flusso dei turisti e delle indicazioni riesco a ritrovarmi al cospetto degli spettacolari Sassi, i quali non sono altro che due quartieri della città (Sasso Barisano e Sasso Caveoso) localizzati all’interno della ‘Gravina’ di Matera, una formazione carsica della Murgia Materana nel cui tufo sono costruite case, stalle, chiese e masserie che erano abitate fino agli anni settanta del secolo scorso, ma ora che sono diventati ristoranti, bed and breakfast e hotel sono l’attrattiva della città. Questi due quartieri, assieme al ‘Civita’, localizzato sullo sperone che li separa, costituiscono il centro storico, (fonte Wikipedia).

Il cielo mostra qualche nuvolone in lontananza e così per non rovinarmi il tour inizio subito a scendere all’interno della gravina per ammirare lo spettacolo del Sasso Barisano.

Matera: Scalinata che Scende ai Sassi

Matera: Scalinata che Scende ai Sassi

Panoramica dei Sassi di Matera

Panoramica dei Sassi di Matera

Panoramica dei Sassi di Matera

Panoramica dei Sassi di Matera

Panoramica dei Sassi di Matera

Panoramica dei Sassi di Matera

Panoramica dei Sassi di Matera

Panoramica dei Sassi di Matera

Panoramica dei Sassi di Matera

Giunto ai piedi dello sperone su cui è localizzato il quartiere Civita nel quale si trova la bellissima Cattedrale,

Panoramica della Cattedrale di Matera dall’Interno della Gravina

inizio a risalire per mezzo di lunghe e tortuose scalinate,

Panoramica dei Sassi di Matera

Panoramica dei Sassi di Matera

Panoramica dei Sassi di Matera

Esposizione Artistica nei Sassi di Matera

giungendo stanco e sudato di nuovo nella parte alta dove la panoramica, da un’altra prospettiva è ancora più spettacolare,

Panoramica dei Sassi di Matera

Panoramica dei Sassi di Matera

per cui ne approfitto per fare un selfie obbligatorio!

Selfie coi Sassi di Matera!

Incamminandomi nelle stradine giungo al cospetto della Cattedrale di Matera, risalente al tredicesimo secolo.

Matera: Basilica Pontificia Cattedrale di Maria Santissima della Bruna e Sant’Eustachio

Matera: Basilica Pontificia Cattedrale di Maria Santissima della Bruna e Sant’Eustachio

Continuando a girovagare per il quartiere Civita,

Matera: Via del Centro

Matera: Via del Centro

Matera: Vicolo del Centro

Matera: Vicolo del Centro

Matera: Arco del Sedile

Matera: Cortiletto del Centro

Matera: Chiesa di San Francesco d’Assisi

Matera: Chiesa del Purgatorio

Matera: Palazzo Lanfranchi

Matera: Colomba Bianca su un Gazebo

arrivo anche all’altezza del quartiere Sasso Caveoso, ma essendo stanco e dato anche che il cielo si era fatto via via più nuvoloso, decido di non scendere, ma di fare qualche foto dall’alto

Panoramica dei Sassi di Matera

Panoramica dei Sassi di Matera

e di iniziare a rientrare verso il parcheggio.

Prima però devo reperire qualcosa da mangiare: adocchio una ‘pucceria’ ovvero una paninoteca dove fanno le pucce, panini fatti con l’impasto della pizza imbottiti con qualsiasi cosa (soprattutto locale) e poi tagliati in quattro parti uguali. Ne prendo una da portare via, dato che inizia a fare qualche gocciolina di pioggia: male che vada la mangerò al riparo nel parcheggio!

Giunto in Piazza Vittorio Veneto ne approfitto anche per comprare un paio di calamitine souvenir, ma vengo interessato dal discorso che stava facendo un signore ad un amico spiegandogli che sotto la piazza si trova una grossa cisterna visitabile che raccoglie l’acqua piovana, tuttora convogliata in essa dalle grate presenti sulla pavimentazione stradale.

Matera: Piazza Vittorio Veneto

Matera: Piazza Vittorio Veneto

Matera: Piazza Vittorio Veneto

Matera: Ingresso alla Cisterna ‘Palombaro Lungo’

Matera: Ingresso alla Cisterna ‘Palombaro Lungo’

Tornato al parcheggio sposto il Rondone in una zona un po’ più riparata, dato che oltre ai tuoni, si stava alzando anche il vento. Ne approfitto così per divorare la mia puccetta

Puccia al Parcheggio!

e riposarmi per circa un’ora in attesa dello sgrullone, ma tuoni a parte, non si vede ombra di pioggia. Controllo da google maps la direzione da seguire e utilizzando la bussola che si orienta in base a dove punto il telefono, con molto piacere mi rendo conto che dovremmo andare verso la parte più serena; così mi sistemo e partiamo imboccando la SS 655, percorrendola per circa ottanta chilometri durante i quali il cielo sembra coprirsi e minacciare pioggia, ma poi si rasserena, mentre il paesaggio mostra campi di grano ormai trebbiati e bruciati dalle stoppie, vecchie masserie abbandonate e diverse pale eoliche, paesaggio che ci accompagna fino all’uscita di Venosa, (città natale del poeta Quinto Orazio Flacco), puntando verso il cui centro.

Qui però a momenti rischiamo un’incidente: nella piazza centrale dove confluiscono più strade, qualcuno ha avuto la brillante idea di pavimentarla con mattonelle in marmo…liscio. Così una macchina che doveva darci la precedenza, vedendoci all’ultimo istante frena bruscamente, avanzando comunque di almeno venti centimetri. Io reagisco allo stesso ,modo per evitarla e a momenti casco assieme al Rondone!. Ma si può essere così idioti da fare una minchiata del genere? E menomale che al momento non piove! Chissà col bagnato che spettacolo ogni volta!

Scampato il pericolo faccio qualche foto al bel castello Aragonese risalente al quindicesimo secolo

Venosa: Panoramica del Castello Aragonese

Venosa: Panoramica del Castello Aragonese

Venosa: Panoramica del Castello Aragonese

Venosa: Panoramica del Castello Aragonese

e alla vicina chiesa di San Filippo Neri,

Venosa: Chiesa di San Filippo Neri

per poi riprendere il Rondone, andare fuori dal centro abitato di un paio di chilometri e poter così ammirare la Basilica della Santissima Trinità, detta anche “L’Incompiuta”, in quanto doveva essere ampliata l’antica chiesa di epoca paleocristiana (quinto – sesto secolo), ma i lavori iniziati attorno all’undicesimo secolo, non furono mai portati a termine, (fonte Wikipedia).

E noi che ci lamentiamo di strade, ospedali e caserme iniziati negli anni ottanta e mai finiti…questa Chiesa è incompiuta da dieci secoli!!!

Tornando a bomba, riguardo la parte incompiuta, non sono riuscito a capire da dove entrare per visitarla, ma credo forse dal vicino parco archeologico che però sembra chiuso, quindi faccio un po’ di foto dall’esterno e all’interno della Chiesa che invece è aperta.

Venosa: Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Interno della Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Interno della Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Interno della Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Interno della Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Interno della Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Interno della Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Venosa: Interno della Basilica della SS Trinità (detta Chiesa Incompiuta)

Terminato anche questo piccolo tour ci dirigiamo di nuovo verso il centro di Venosa per scattare le ultime foto anche alla Concattedrale di Sant’Andrea Apostolo

Venosa: Concattedrale di Sant’Andrea Apostolo

Venosa: Concattedrale di Sant’Andrea Apostolo

Venosa: Campanile della Concattedrale di Sant’Andrea Apostolo

e al vicino palazzo comunale

Venosa: Palazzo Comunale

per poi ripartire, attraversando moooolto adagio la famigerata ‘piazza scivolosa’ e dirigendoci verso il vicino Vulture

Panoramica del Vulture

su cui sono addensate tutte le nuvole e tuona che un vero piacere, tanto che per precauzione io e il Rondone ci fermiamo sotto un viadotto in modo da poter indossare l’antipioggia e ripartire.

Passata Rionero in Vulture ci dirigiamo verso i famosi laghi di Monticchio (dove fanno le acque minerali), ma una pattuglia della forestale ci fa deviare e allungare di qualche chilometro per una strada interrotta. Giunti nelle vicinanze di uno dei due laghetti (un po’ nascosti dalla vegetazione per cui non scatto foto), un’altra pattuglia ci ferma per sapere dove fossimo diretti, ma alla mia risposta l’agente mi guarda perplessa dicendomi che forse il campeggio è chiuso e non sono il primo a cui capita, nonostante su internet risulti aperto, presentando recensioni fino alla settimana precedente il nostro passaggio. Vado in avanscoperta e si…il campeggio è chiuso! Fortunatamente poco distante c’è un alberghetto tre stelle aperto. Così, trovata fortunatamente una stanza vuota (anche se doppia),

Lettone in Albergo

vado a parcheggiare il Rondone e prendere il necessario per darmi una bella lavata e sistemata per essere presentabile alla cena nel ristorante dell’albergo, dove oltre me, sono presenti almeno altre trenta persone, fra cui molti bambini. Abituato al campeggio mi sento un po’ fuori luogo!

Visti i prezzi convenienti mi pappo dei bei ravioloni cacio e pepe con guanciale e un ottimo spezzatino di cinghiale,

Ravioli Cacio e Pepe con Guanciale

Spezzatino di Cinghiale

accompagnando il tutto con acqua e un calice di vino rosso, con un amaro Brancamenta per concludere.

Prima di tornare in camera, do un’occhiata fuori: purtroppo la pioggia di qualche ora fa ha creato una bella umidità e se da una parte forse è meglio che stanotte io dorma in albergo, dall’altra mi preoccupo un po’ perchè se la beccherà tutta il Rondone.

Mi sdraio sul lettone a guardare un po’ di tv e verso le ventitre mi appisolo in vista dell’ultima tappa di domani.