Di Vittorio Venditti
Altri Effetti Collaterali Di Facebook
In questi giorni, tranne a Campobasso e per giusta ragione, nel resto del Molise, quindi anche a Gambatesa, è iniziato l’anno scolastico.
Tanto è cambiato nella scuola del paesello, visto che per raggiunti limiti di età, tutti i responsabili del basso grado di cultura del popolo di scolari obbligatori del borgo, sono andati in pensione.
Ma il grado di cultura: è aumentato?
Analizzando le reazioni dei pochi bambini rimasti, parrebbe di sì, anche perché l’attuale corpo docente, (mi riferisco però esclusivamente alla scuola elementare), a mia conoscenza, si compone di persone più aperte al futuro.
Forse un po’ troppo aperte?
Anche in questo caso, va data risposta affermativa, visto quanto ho potuto notare nel modo di esprimere il giudizio sul lavoro imposto a mia nipote, che è appena entrata in prima.
Ho avuto modo di notare infatti, che se una volta i giudizi venivano comunicati a mezzo voto, oggi, vengono proposti ai bambini e di conseguenza ai genitori, mediante simboli direttamente tratti dall’uso di social network o terminali adatti a collegarsi a questa realtà virtuale.
Ai numeri che vanno da zero a dieci, oggi si sostituiscono faccine allegre, tristi o a metà fra i due estremi, che indicano, (forse in maniera intuitiva), il giudizio dell’insegnante nei confronti di chi ha o meno imparata la lezione.
Personalmente, ho sempre ritenuto importante il colloquio, soprattutto quando si tratti d’insegnare; ma forse questo mio farneticare, dalla moderna scuola è ritenuto vetusto e da abolire.
Io vengo dall’istruzione proposta con il metodo che durante il tanto vituperato Ventennio, fu imposto alle scuole patrie dall’allora ministro Giovanni Gentile, metodo rimasto in vigore fino a pochi anni fa, metodo utilizzato a Gambatesa secondo il censo degli alunni, metodo a me applicato in altre scuole, istituti che se mi hanno rovinata la vita per certi versi, per altri me l’hanno resa più semplice, visto che lì, almeno per ciò che riguardava lo studio, eravamo tutti uguali e tutti eravamo seguiti allo stesso modo.
I moderni metodi scolastici, testè da me esposti, almeno per quanto concerne l’espressione dei giudizi provvisori, ricalcano qualcosa che non provenendo dalle menti italiche, ma da soloni americani, non certo interessati allo studio di chi è alunno, ma soprattutto al ritorno commerciale dato dall’abituare i bambini a vivere secondo gli schemi di Facebook o enti simili, personalmente mi lasciano al quanto perplesso.
Se i giudizi vengono espressi senza alcuna forma di dialogo, immagino le future interrogazioni alla cattedra, alle quali i bambini moderni dovranno essere sottoposti.
Non è che domande e risposte verranno scambiate alla Tarzan e Cita, con i bambini, (nuove scimmie), che si batteranno il petto o emetteranno gridolini per rispondere positivamente o in maniera negativa?
Oggi, Chi E’ Ignorante, Ne Dà La Colpa A Dante.
Questo farneticai lo scorso dodici marzo.
Non è che leggere la Divina Commedia riporti i moderni alunni ad un tipo di scuola vetusto e superato, da non riproporre?
La vedo male proporre questo capolavoro basandosi su gesti ed occhiate da scimmia!
Peggio, se da insegnare sulla base di disegni, più o meno adattabili ai tablet!
Forse questa modalità d’azione aiuta troppo ad imparare ad esprimere giudizi articolati?
Forse questo tipo di didattica insegna a non sottostare alla moda e di conseguenza a saper amministrare i propri averi, senza necessariamente legarsi ad un tipo di virtualizzazione della vita, utile solo ad altri e non ai bambini da plasmare?