Di Marco Frosali
Migrazione Al Sud: Seconda Tappa
Lunedì, 6 settembre. – Dopo una bella dormita conciliata dalla tranquillità del posto, ma con Totò e i suoi compari Peppino e Aldo (Fabrizi) che hanno litigato di continuo durante la notte (forse gli hanno rimproverato di non averli chiamati quando stavo mangiando il pesce!), alle otto e mezza inizio a smontare la tenda e a caricare il tutto sul Rondone, mentre due ragazzi canticchiavano e fischiavano nel pulire le stradine del campeggio e ascoltavano le nostre avventure motociclistiche che io e Davide, arrivato nel frattempo, ci stavamo raccontando. Tra una chiacchiera e l’altra intanto si erano fatte le nove, così scappo al bar a fare colazione con un mega cornetto ripieno di nutella e un cappuccino, dopo di che bisogni pre-partenza e alle nove e mezza, si parte con Davide e la sua Honda al seguito: oggi condivideremo un pezzo di strada insieme lungo la Costiera Amalfitana sperando che non ci sia molto traffico.
La parte iniziale che passa da Piano di Sorrento e Meta di Sorrento sembra abbastanza tranquilla, anche se la carreggiata stretta e curvosa non permette di andare ad oltre cinquanta-sessanta orari. Per un piccolo tratto riusciamo anche a fare qualche foto.
I problemi iniziano a venire fuori appena terminato il tratto che passa dal versante Sorrentino alla Costiera vera e propria: diversi restringimenti dovuti a lavori in corso con semafori a regolare il traffico e peggio ancora, i vari pulman turistici e di linea che spesso e volentieri, incrociandosi nelle strettoie bloccano tutto. Io e Davide insieme ad altri centauri riusciamo a bypassare tutti questi blocchi, restando comunque fermi diversi minuti per aspettare che i pulman riuscissero a sbloccare il passaggio, dopo una serie di manovre al millimetro che neanche gli autisti della ‘Carretera de la Muerte’! Qualche piazzola libera per le foto comunque si trova e ne approfittiamo.
A mezzogiorno io e Davide, stremati e accaldati, ci fermiamo a Maiori per dare un po’ di fiato alle nostre moto e per rinfrescarci con una bella granita al limone di Sorrento a chilometro zero.
A questo punto le nostre strade si dividono: Davide fa al contrario la strada che ho fatto ieri passando quindi da Ravello ad Angri, mentre io e il Rondone proseguiamo sulla Costiera, impiegando un’altra ora per arrivare a Vietri sul Mare. Tre ore per fare solo sessanta chilometri…mai più! Il paesaggio è spettacolare, ma troppi blocchi! Va bene che i pulman di linea devono passare di li, ma quelli turistici che sono più grossi e con le auto parcheggiate anche nelle curve forse è troppo!
Fatta benzina sulla tangenziale di Salerno, io e il Rondone imbocchiamo la Salerno/Reggio Calabria che è gratuita (alleluja!) e iniziamo ad andare sempre più a Sud. Il mio programma adesso prevedrebbe una visita al piccolo borgo abbandonato di Roscigno Vecchia dove abita una persona sola…usciamo all’uscita Campagna e iniziamo a seguire le indicazioni cartacee che avevo con me, ma nei pressi di Altavilla Silentina vado in confusione: controllo tramite googlemaps accendendo il telefono, ma vedo che mancano ancora oltre cinquanta chilometri e ci sono diversi incroci che non riesco a ritrovarmi sul foglietto, cosa che mi obbliga a decidere così di tornare indietro e passare tra i Monti Alburni per riprendere l’autostrada a Petina.
Sono ormai le quattordici e la fame continua a farsi sentire. Decido così di trovare qualche trattoria fuori dall’autostrada dirigendomi nella vicina Atena Lucana dove adocchio un’indicazione, ma la trattoria è chiusa forse perchè è lunedì ed è giorno di riposo. Vado in paese in cerca di un bar. Il paese sembra deserto, ma un baretto aperto c’è. Entro accolto da una musica tipo anni ’70 in sottofondo (sembrava una canzone di Battisti o Celentano) e chiedo se avessero qualcosa, ma il gestore risponde che non ha nulla da mangiare. Prendo comunque un estathè per ingerire un po’ di zuccheri e ripartiamo di nuovo imboccando l’autostrada, ma alla fine mi devo arrendere e pranzo in autogrill col menù della casa: pizza alla diavola (un bel pezzo comunque), patatine, acqua e caffè a dieci euro e sessanta!
Divorato l’abbondante (!) pasto io e il Rondone riprendiamo il viaggio, ma siamo costretti ad uno stop all’uscita di una galleria nei pressi di Buonabitacolo, in quanto stava piovendo. Poco dietro di noi, una coppia di motociclisti sulla sessantina. Il marito mi si avvicina dicendosi sorpreso di aver trovato uno in giro con la moto più vecchia della loro (non ho visto bene perchè era lontana, ma sembrava una Custom Giapponese degli anni ’90)! Scambiamo quattro chiacchiere: loro erano di Reggio Emilia, in pratica stavamo facendo lo stesso percorso. Anche loro erano partiti in mattinata dalla Costiera Amalfitana dove avevano pernottato mi sembra a Positano, colti di sorpresa dallo sgrullone di ieri, solo che a loro non è andata benissimo in quanto tra pernotto e cena in albergo hanno speso ben centoottanta euro a capoccia e non era nemmeno un albergo di lusso, a conferma che la Costiera Amalfitana è come Venezia: roba da gente “coi piccioli”!
Passato il piccolo temporale e salutati i colleghi, io e il Rondone riprendiamo il viaggio e lasciamo l’autostrada alla successiva uscita di Lagonegro per iniziare a salire su una montagna dalla quale, una volta in cima, sbuchiamo sulla parte alta di Maratea,
punto dal quale poi imbocchiamo la strada che porta alla statua del Cristo Redentore, luogo dal quale si gode di una vista mozzafiato sul Mediterraneo.
Posteggiato il Rondone nel parcheggio a pagamento, mi avvio a piedi verso la sommità della montagna dove c’è la statua e il borgo abbandonato di Maratea Vecchia, disabitato dal millenovecentosettantaquattro.
Mi accorgo però che il temporale evitato poco prima in autostrada sta tornando alla carica e così accelero il passo per godermi il panorama prima che giunga la pioggia.
Detto fatto: il tempo di scattare alcune foto e inizia a piovere, prima leggermente facendo in modo che io e le altre persone potessimo raggiungere i vicini negozi di souvenir e il baretto presenti per ripararci, poi, dopo pochi minuti, aprendo le cateratte del cielo e dando luogo ad un bel nubifragio visibile anche dalle increspature sul mare create dalla pioggia che arrivava a diverse centinaia di metri al largo.
L’unico contento sembrava essere proprio il Cristo Redentore, con le braccia protese verso il cielo quasi a benedire sorella acqua, mentre io ero preoccupato per il Rondone fermo allo scoperto nel parcheggio!
Dopo una buona mezz’ora di tuoni, fulmini e secchiate di acqua, la furia di Zeus si placa e con un timido sole, vado a recuperare il Rondone dal parcheggio
per scendere a valle verso Castrocucco, dove troviamo posto al Villaggio Camping Maratea. Data la stagione agli sgoccioli, il villaggio è poco frequentato, ma poco importa: monto la tenda e vado a fare una bella doccia prima di andare al ristorante dove mi rifaccio ampiamente del pranzo scrauso dell’autogrill, venendo comunque colto di sorpresa dalle porzioni e facendo un po’ di fatica soprattutto con i fusilli!
Un bell’Amaro del Capo come digestivo ci sta bene!
Pagato il conto di trentatrè euro mi ritiro nella mia tenda e mi riposo in vista della tappa di domani, con la pioggia che inizia a fare di nuovo capolino…speriamo bene!