Di Vittorio Venditti
Dove C’E’ Gusto Non C’E’ ‘Perdenza’
Il tema che apre gli ennesimi sette giorni di passione è derivante da flebili discussioni portate avanti di sfuggita la scorsa settimana, fra un bollettino coviddi e l’altro, alla stregua di notizie provenienti dal fronte, quelle però che si danno per propaganda ‘spintanea’ come si fa in una normale guerra, vedi l’attuale.
se il primo passo definito ‘Previdenza’ ormai è un sogno per chi forse arriverà alla pensione, il secondo stadio, ‘l’Assistenza’, sta via via diventando un giro d’affari per chi non vuol lavorare e non può passare al terzo gradino, ‘il Reddito Di Cittadinanza’.
Partendo dal punto due. Da sempre, molti parenti di disabili, lottano fra loro per ‘assistere’ chi ha la ‘fortuna’ di ricevere le attenzioni dei ‘belligeranti’, attenzioni, riducibili nel semplice termine di ‘mungitura’. Chi scrive, a disgrazie sta messo talmente bene che quasi gli manca questo passaggio, atteso che per l’appunto il disgraziato in questione appartenga ad una famiglia di gente che per aver patito, ha capito che si vive lavorando e non facendo profitto sui problemi altrui. Insomma: a casa del vostro cronista vive gente talmente onesta che è superfluo, se non offensivo, parlare di dazioni per ricevere assistenza. Diverso è in tante case nelle quali non si capisce fino in fondo chi patisce davvero la disgrazia di campare.
Arrivando dunque con queste premesse al terzo e più importante punto, va detto che il reddito di cittadinanza per certi versi sia anche troppo limitato, stando alle deduzioni che il vostro articolista si accinge a proporre. E’ davvero poco chiaro infatti, come dovrebbe fare un padre o sempre più spesso una madre di famiglia che per le più disparate ragioni ha perso il posto di lavoro, ma avendo a carico il resto della famiglia giustappunto, deve, con meno di mille euro mensili, pagare l’affitto e le bollette di casa, (si sta parlando dell’essenziale), dar da mangiare a tutti in famiglia e provvedere alle spese ‘accessorie’, ad esempio l’istruzione dei figli o le necessità urgenti, sia pur periodiche per tutti. Ciò non basta ed in altre regioni, non solo di quell’Europa che vuole e spesso non dà, ma anche e comunque di quella parte del ‘vecchio continente’ che si dice ‘civile’, il sussidio che serve a non offendere la dignità di chi preferirebbe guadagnare da un lavoro anziché ricevere manna, oltre ad essere più corposo, è sicuramente limitato nel tempo, atteso che tal sostentamento venga fornito unitamente alla possibilità di rientrare nel più breve tempo possibile nel mercato del lavoro, magari prima con adeguata preparazione. In parole povere: da altre parti, il reddito di cittadinanza non equivale al campare gli sfaticati.
In Italia, se trovare un’occupazione si basa spesso su clientelismo e furto a terzi, (in caso di azioni trasparenti e legalmente corrette si assiste a quanto verrà descritto nel prossimo futuro), in tanti, sperando che arrivati a ricevere il reddito di cittadinanza, tutto resti provvisoriamente definitivo, si crea la condizione appena descritta perché questa serve ai politicanti: 1, per evitare di dover risolvere seriamente il problema ‘disoccupazione’, 2, per poter ricevere quel ritorno che si definirebbe ‘Voto Di Scambio’, ma che per tacito consenso perde le ultime due parole poste fra gli ultimi due apici, restando solo ‘Voto’ e per questo, perfettamente legale.
Dunque, se le cose stanno a questo punto, perché meravigliarsi se la furbizia che in questo caso si può tranquillamente definire Intelligenza, porta a far sì che si arrivi a vedere chi vorrebbe offrire impieghi finora pagati con lo stesso stipendio, (difficilmente corredato da contributi con l’aggiunta del rispetto dei più elementari principi di sicurezza sul lavoro), che equivale all’assegno di reddito di cittadinanza, impieghi regolarmente snobbati per mancanza di masochismo, ovvero per chiara volontà di non sprecare energie, al di là del necessario? Nello stesso tempo, si osserva il declino e la mancanza di decoro di ogni parte d’Italia anche abitata proprio dai percettori di quella forma di tutela della personale dignità che però dimenticano che questa, la dignità, si basa anche sul dovere che nasce dal rispetto di quanto si riceve dalla collettività mediante la restituzione di tal attenzione, se non con lavori socialmente utili, almeno con il riguardo per la cosa pubblica. Più chiaramente: E’ difficile non notare strade sporche e disconnesse, luoghi e mezzi pubblici ridotti a mera vergogna, spazi collettivi vissuti da tutti, compresi i cosiddetti ‘Nuovi Poveri’ che per altro, generalmente sono anche i più esigenti. Non si capisce dunque il perché questi ultimi, a fronte di quanto mensilmente percepito ed in attesa di un futuro migliore, non vengano cooptati per contribuire proprio a quel decoro che via via manca, secondo le personali capacità e nel rispetto legale, oltreché dello stipendio anche di quanto costoro potrebbero dare in termini di lavoro.
Facile Soluzione Dell’Atavico Problema ?Disoccupazione’?
Italia: In Nome Del Popolo Italiano, Tu Sei Condannata All’Eterno Lamento.