Di Marco Frosali
Migrazione Al Sud: Prima Tappa
Lo spostamento del raduno annuale della Moto Guzzi a Mandello del Lario a causa dell’emergenza covid mi ha scombussolato un po’ i piani delle ferie. In aggiunta al secondo tagliando di Principessa Esmeralda con controllo delle valvole per un richiamo della casa (in diecimila chilometri non ho mai avuto problemi, ma meglio controllare!) e la paura che Sara possa giocare brutti scherzi data la sua gelosia (le ho smontato le borse laterali montate sul Rondone per cui non avrei potuto comunque fare lunghi viaggi), l’unica moto disponibile per fare un giretto che mi riempia queste giornate di ferie è appunto il fido Rondone.
Andare a Mandello dove sicuramente ci sarà parecchia gente anche se il raduno è stato rinviato all’anno prossimo e senza prenotare è un azzardo anche perchè non faranno pernottare in tenda nella villa comunale come gli altri anni e così opto per fare un giretto al Sud, complici anche le temperature più gradevoli rispetto a qualche settimana fa e il tempo ancora stabile. Come sempre dovrò fare quasi a meno del navigatore dato che la presa accendisigari del Rondone nella quale inserire il connettore usb non funziona, per cui mi toccherà usare il telefono con parsimonia e sperare di trovare prese in cui metterlo sotto carica nei campeggi.
Approntato un percorso di viaggio della durata di cinque giorni appuntandomi le strade su un foglietto di carta, alle nove e mezza di Domenica Cinque Settembre io e il Rondone ci apprestiamo alla partenza
e dopo aver fatto benzina ci dirigiamo verso il Raccordo Anulare da dove ci immettiamo sulla Pontina, già abbastanza trafficata per le persone che vanno al mare verso Torvajanica, Anzio, Sabaudia e via discorrendo. Percorriamo tutta la Pontina fino all’altezza di Sabaudia e da qui imbocchiamo l’Appia passando da Fondi, Itri e Formia fino a sconfinare in Campania dove prendiamo l’autostrada A1 a Capua e dopo pochi chilometri usciamo al casello di Santa Maria Capua Vetere, raggiungendo in circa tre ore di viaggio tutte filate il bel borgo di Caserta Vecchia situato a circa otto chilometri dalla città di Caserta, sul cucuzzolo della montagna che domina la vallata sottostante.
Posteggiato il Rondone all’ombra di un pino in uno dei parcheggi a pagamento e sborsata la somma di due euro per tutta la giornata mi reco subito in centro, restando colpito sia dalla bellezza del posto, che dalla quantità di turisti presenti tra cui molti bambini.
Molto bella la piazza principale, Piazza del Vescovado, dove è presente la Cattedrale di San Michele Arcangelo e il suo imponente campanile in stile romanico (il campanile più stile gotico) e risalenti al XII secolo.
Essendo ora di pranzo continuo il giro nei vicoletti brulicanti di turisti, ristorantini e negozi di souvenir e mi fermo ad un ristorante nei pressi dell’archetto attraverso il quale sono entrato nel borgo, dove con un menù turistico di quindici euro ho potuto rifocillarmi con un bel risotto con provola e porcini,
costoletta di maiale e insalata,
acqua e caffè, per poi riprendere il giro acquistando due calamitine ad uno dei vari negozi di souvenir e andare verso i ruderi del castello, di origine medioevale e fortificato da Normanni e Svevi, ma purtroppo inagibile, (fonte: Storia e leggende del castello medievale di Casertavecchia).
Finito il giro torno al parcheggio e insieme al Rondone riprendiamo di nuovo l’autostrada A1 a Casagiove superando la barriera di Napoli dalla quale ci dirigiamo verso Salerno, ma uscendo nei pressi di Angri per andare verso Ravello iniziando ad inerpicarci sulla montagna percorrendo una strada molto curvosa e panoramica, dove ci fermiamo un attimo ad una piazzola per scattare alcune foto al panorama:
venendo sopraffatto da un tanfo bestiale proveniente dal parapetto: mi affaccio e purtroppo mi rendo conto che alcuni posti vengono deturpati dalla maleducazione delle persone.
Scavalcata la montagna, io e il Rondone iniziamo a scendere a valle godendo di un paesaggio mozzafiato che purtroppo non ho potuto fotografare molto, a causa della strada stretta e della mancanza di spazio in cui poterci fermare in sicurezza.
Scesi a Ravello, imbocchiamo la strada in direzione Napoli, affrontando sì, delle strade molto panoramiche, ma anche il traffico intenso della domenica che avevo messo in preventivo. All’altezza di Positano, un bell’acquazzone ci costringe ad una sosta forzata in compagnia di altri tre centauri, dato che buttava acqua a secchiate e la strada in pendenza era diventata un torrente.
Dopo circa mezz’ora smette di piovere in modo tale da riprendere il viaggio, con l’accumulo di un certo ritardo sulla tabella di marcia sempre per colpa del traffico che non ci ha permesso nemmeno di poter fare una foto allo spettacolare tramonto con arcobaleno e per sfondo il mare.
Nonostante tutto, alle diciannove riusciamo a raggiungere il camping Sant’Antonio localizzato nella frazione Seiano di Vico Equense, dalla parte Sorrentina dell’omonima penisola. Espletate le pratiche burocratiche mi avvio verso la piazzola e metto il Rondone sul cavalletto centrale, ma il terreno ammorbidito dalla pioggia prova a farci un brutto scherzo: il Rondone inizia ad inclinarsi pericolosamente verso destra per cui io mi appendo facendo da contrappeso a sinistra. Piano piano riesco a montarci sopra, a togliere il cavalletto e posizionarlo in un punto più solido in modo tale da poter iniziare a montare la tenda, ma ecco il primo inghippo: mi sono scordato il martelletto per piantare i picchetti! Porc! E adesso? Niente panico: prendo la borsa porta attrezzi e afferro…la massiccia chiave della candela che assolve egregiamente al nuovo utilizzo!
Mentre monto la tenda un ragazzo si avvicina presentandosi: si chiama Davide ed è un allevatore di BMW da lat…MUCCHE da latte di Mantova ed è anche lui in giro con la sua Honda Dominator del millenovecentoottantotto, ma il Rondone è più vecchio di dieci anni!
Sistemati i bagagli vado a fare una bella doccia in modo tale da poter andare fresco e profumato al ristorantino del campeggio dove, nonostante Vico Equense sia famosa per la pizza, io mi butto sul pesce,
venendo puntualmente importunato dal gatto Totò, la cui faccia sorniona è tutta un programma!
Dopo un ottimo limoncello fatto in casa con limoni di Sorrento
e un altrettanto ottimo liquore alla liquirizia sempre casereccio, il tutto a poco più di trenta euro
me ne vado un po’ in giro sul piccolo molo del porticciolo di Seiano.
Presa anche una Ichnusa non filtrata ad un piccolo pub del moletto
torno al camping per andare a godermi un meritato riposo.