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Perle Dal Fronte

Di Ouday Ramadan

BADOGLIO NO GRAZIE, PREFERISCO LA SEGALE

DEDICA. – Alla TV Siriana, ho espresso il mio rammarico nel vedere i terroristi uscire da Daraa con gli autobus verdi, avrei voluto insieme a tutti i siriani vederli seppellire nei sacchi neri.

L’intervista, la dedico al mio amico Ghassan detto Abou Ghadir. Oggi, i suoi due figli sono due Ufficiali dell’Esercito Siriano, e la figlia è diventata un brillante Agronomo!

Ghassan è un mio amico siriano di vecchia data. L’ho conosciuto nel lontano 1975 quando mio padre era solito a portarci in Siria, appena capitava l’occasione.

Siria

Figlio di contadini, i suoi genitori avevano conosciuto il vassallo proprietario delle vacche, delle terre, delle case e delle anime. Ha ottenuto la terza media grazie all’introduzione delle scuole d’obbligo in Siria. Il regime dittatoriale degli Assad gli aveva restituito la terra che coltivava, gli aveva portato l’acqua potabile e fornito l’energia elettrica nel villaggio. Ghassan coltiva la sua terra grazie al trattore di marca Ebro concesso dietro un prestito a fondo perduto dal regime dittatoriale degli Assad.

Lui è un uomo esile, asciutto, giovane, cortese, rispettoso e lavoratore. La moglie è una bellezza mediterranea, supera il marito in generosità e rispetto. Hanno dato alla luce tre meravigliosi figli.

Il primogenito è un ragazzo forte e robusto, taciturno e quadrato. Voleva studiare all’Accademia degli Ufficiali, ma non avendo la giusta raccomandazione presso i corrotti di casa nostra, non ha potuto iscriversi all’accademia. Oggi studia alla facoltà di Giurisprudenza nell’università siriana.

Il secondogenito  ha ottenuto la maturità quest’anno con il massimo dei voti, vorrebbe fare il medico (speriamo che i corrotti lo lascino fare).

La terzogenita è una bambina meravigliosa, con due occhi neri e grandi, talmente bella che potrebbe dire alla luna “ spostati che prendo il tuo posto”.

A casa di Ghassan l’ospitalità è una tradizione familiare, non puoi sottrarti a sorseggiare il tè, il caffè ed il Maté (bevanda argentina assai diffusa in Siria sia sulla costa che nella montagna drusa), e per finire ti tocca partecipare alla mensa di casa sua.

La mattina si sveglia alle quattro per recarsi alla Moschea vicina a casa sua, dove lui volontariamente effettua il richiamo alla preghiera per ben cinque volte al giorno. Terminata la preghiera, ispeziona il campo degli agrumi di proprietà della moschea. Cura i minimi particolari del raccolto per avviarlo alla vendita, perché il ricavato della stessa è devoluto totalmente ai familiari dei Martiri Siriani.

Nel 2009 insieme ai miei due amici italiani che mi avevano accompagnato in Siria, Ghassan li aveva visti prelevare delle banconote dal bancomat. Questa scena l’aveva scioccato, non si capacitava come era possibile prelevare dei soldi da un macchinario del genere. Ghassan è la semplicità fatta persona.

Di recente l’avevo vistato a casa sua, ridendo e scherzando, gli avevo detto che lo portavo con me in Italia insieme a tutta la famiglia. Lui mi aveva preso sul serio, e non potendo trattenere il suo pensiero, mi aveva risposto con una frase, che mi ha fatto capire la grandezza di quest’uomo e la grandezza di questo popolo: “Preferisco la segale di casa mia al grano straniero”.

Questo popolo non fugge abbandonando la terra.
Questo popolo resiste difendendo la sua patria con i denti e con le unghie.
Questo popolo non cavalca i gommoni ottomani per dare la soddisfazione a qualche relitto vitalizzato della politica italiana di offrirgli la falsa solidarietà.

Bashar Al Assad

A Ghassan va il mio rispetto e alla Siria di Assad va tutto il mio amore.