Di Marco Frosali
Dopo quattro mesi passati nell’angolino del garage (l’ultima uscita è stata il quindici marzo di quest’anno in occasione del Centenario della fondazione della Moto Guzzi insieme agli amici delle Teste di Guzzi), a causa sia del covid che soprattutto, dell’arrivo di Principessa Esmeralda, mi mancava un po’ la rozzezza e la rusticità (in romanesco: ‘gnoranza) del Rondone. Staccata la batteria da Sara e montata sul Rondone, quest’ultimo parte al primo colpo senza nessun problema: non è rancoroso come la gelosona!
Domenica Ventisei Luglio è l’occasione buona per far sgranchire un po’ il cardano anche a lui e così, messe venti euro di benzina, ci avviamo con calma e percorriamo tutta la Prenestina, accorgendomi che quattro mesi di Principessa Esmeralda mi hanno fatto perdere la postura rondoniana, ma dopo pochi chilometri mi riadatto, giungendo nel centro di Cave dove dirigendoci verso Fiuggi, ci fermiamo per una breve sosta ad un bar/pasticceria per prendere un cappuccino e delle ciambelline al vino fatte direttamente in loco.
Ripreso il viaggio, continuiamo sulla Prenestina passando anche da Piglio e Serrone, raggiungendo prima Acuto e successivamente Fiuggi, dove faccio una breve visita a mia zia (Suor) Giuseppina che ormai ha qualche acciacco di troppo. La superiora mi avverte che in zona si sta tenendo un rally e che quindi, alcune strade potrebbero essere chiuse e così ripartiamo sperando di non avere intoppi. Giungiamo così a Collepardo,
famoso per le sue grotte, ma proseguiamo per giungere al cospetto della bella Certosa di Trisulti,
immersa nei boschi,
ma che è chiusa al pubblico in quanto venduta a privati che stando a quanto riferitomi da una collega il cui padre è della zona, volevano riconvertirla in una SPA o Hotel di lusso…fortunatamente il mibact pare si sia fermamente opposto e forse verranno riconsegnate le chiavi, sperando possa tornare ad essere visitabile.
Proseguiamo il giro puntando Vico nel Lazio, ma un cartello ed alcuni turisti che andavano verso un cancello stuzzicano la mia curiosità. Pagati due euro ad uno chalet, la guida ci porta ad osservare una meraviglia della natura della quale non ero a conoscenza fino ad oggi: il Pozzo di Antullo,
una dolina formatasi nel terreno carsico della zona diverse migliaia di anni fa, a causa del crollo della volta di una grotta che ha provocato questa voragine profonda fino a settanta metri, con una circonferenza di trecento metri, il cui fondo è coperto da una rigogliosa vegetazione, mentre sulle pareti sono visibili le stalattiti. Si pensa che tramite cunicoli, sia collegata con le vicine Grotte di Collepardo, mentre sulle sue origini si rincorrono numerose leggende.
Dopo questa breve, ma interessante visita, io e il Rondone proseguiamo il giro giungendo a Guarcino dove mi fermo ad un noto negozio di prodotti tipici (soprattutto olio e salumi) e acquisto i tipici amaretti della zona, oltre ad un ottima pizza bianca croccante e una coppietta di maiale (i ‘nnoglj), ma non senza prima essermi fatto un paio di foto in un luogo vietato ai vegani:
dove la presenza di un cinghiale imbalsamato e impalato a mo di spiedo mi ha consentito di apprezzare questo ‘gustoso’ animaletto da un’altra prospettiva!
Consumata la pizza e la coppietta (veramente ottima), io e il Rondone imbocchiamo una strada panoramica e ricca di curve che passando attraverso un bosco di faggi e querce quel giorno molto frequentato da persone in cerca di refrigerio, dopo circa diciotto chilometri ci permette di raggiungere i milleottocentodieci metri di Campo Catino.
La temperatura quassù è gradevole, anche se mi aspettavo più fresco! Posteggio il Rondone davanti ad un ristorante nel cui piazzale erano presenti diversi avventori e motociclisti, anche se non tantissimi e vado al baretto all’interno trovandomi davanti ad un dubbio amletico: caffè o gelato? Al banco frigo, la vista di un tartufo bianco mi permette di scegliere entrambe le cose: tartufo bianco affogato al caffè…
che consumo al mio tavolino personale, ovvero appoggiato al bauletto del Rondone nel piazzale e davanti a tutti!
‘gnorante il Rondone, ‘gnorante pure il centauro!
A questo punto faccio un breve giro per fare qualche foto panoramica,
ma il panorama non è un gran che, visto che la montagna è molto brulla e ci sono solo sassi e qualche ciuffo d’erba. Decido a questo punto di scendere un po’ più a valle nella faggeta, dove salendo si avvertiva una temperatura decisamente più sopportabile.
Dopo una mezzoretta di relax decido di ripartire e di passare dagli Altipiani di Arcinazzo, ma la strada è chiusa per via del famigerato rally che ci costringe così a cambiare percorso e passare di nuovo da Fiuggi e Acuto per dirigerci da qui verso Anagni da dove imbocchiamo la Casilina con la quale facciamo rientro a Roma dopo duecentosessanta chilometri.
Meno male che il Rondone è ‘gnorante e nun je frega gnente de Principessa Esmeralda e un giretto ogni tanto se lo fa bastare. Mi tocca trovare un compromesso per poter far girare anche lui ogni tanto, prima che mi sbrocchi come Sara!
Al prossimo giro!