Di Marco Frosali
Ferie a Metà…Quarta Tappa
14 luglio. – Complici le previsioni pessime per il fine settimana che non accennano minimamente a cambiare, prendo la decisione di anticipare a domani il rientro a Roma. Comunque sia, anche oggi faremo un giretto nell’entroterra Marchigiano con una piccola puntata in Umbria sempre per visitare posti interessanti.
Partiamo dunque sempre con molta calma verso le dieci e dopo nemmeno quindici chilometri giungiamo nella vicina Pievebovigliana dove vado a fare un giretto nel piccolo centro storico che nonostante parecchie case siano apparentemente in ordine, sembra deserto,
ma la chiesa e il campanile di Santa Maria Assunta (la chiesa ospita una cripta romanica del dodicesimo secolo), transennati e danneggiati dal terremoto, confermano che anche qui ci sono stati parecchi danni,
così come testimonia la presenza nei paraggi di un ampio piazzale con i moduli abitativi post sisma.
Tuttavia, più avanti, alcune attività commerciali mostrano segni di vita,
segno che dopo terremoto e covid, la gente vuole ripartire!
Ripartiamo anche noi per fare una sosta a Muccia alla distilleria Varnelli dove, a detta di Barbara del Sasso Bianco è possibile acquistare direttamente i liquori. Per via del covid l’accesso ai visitatori non è possibile per cui mi reco al vicino supermercato dove sono stato lo scorso anno e acquisto due bottiglie di Amaro Sibilla prima di ripartire per la seconda tappa di oggi, Pioraco (detto Piòraco)!
Qui posteggio Principessa Esmeralda nei pressi dell’ampia e frequentata villetta comunale e vado subito verso il centro del paese
dove subito adocchio un antico ponte in pietra di epoca romana, risalente addirittura al primo secolo Dopo Cristo,
manufatto che collega le due rive del piccolo fiume Potenza,
il quale, dopo aver attraversato parte del centro, passa nelle vicine gole dove io mi dirigo per percorrere il sentiero Li Vurgacci
che offre una spettacolare vista sulle piccole gole scavate dal Fiume Potenza (non molto limpido in verità), immerse in una fitta vegetazione nella quale il fiume stesso forma piccole cascate, ma nasconde anche delle opere di origine ‘umana’: su alcuni massi infatti sono scolpite delle facce un po’ deformi.
Sculture che come scoperto in seguito interpellando una ragazza presso un negozio di souvenir, sono state realizzate anni addietro da un barbiere del posto il quale, a tempo perso, si ‘infrattava’ nelle gole per realizzare queste facce come passatempo, rendendole una particolarità del posto.
Proseguendo il giro nel sentiero giungo nella sua parte finale che sbuca sul retro delle famose Cartiere Fabriano (chi di noi non ha mai disegnato sui famosi fogli Fabriano)?
A questo punto, non sapendo se più avanti il sentiero si ricollegava alla strada o meno, nel dubbio decido di tornare indietro,
acquistare un paio di calamite come souvenir e una bottiglietta di acqua per dissetarmi, recuperare Principessa Esmeralda e ripartire
per dirigerci verso Nocera Umbra,
adocchiata l’altro ieri da un viadotto lungo la SS3 Flaminia e distante circa venticinque chilometri da Pioraco.
Posteggiata Principessa Esmeralda nei pressi del mercato, mi dirigo verso il centro e ne approfitto del chioschetto del porchettaro per acquistare un bel panino con la porchetta e una bottiglietta di acqua, prima di varcare la bella Porta Vecchia,
dalla quale si accede al centro storico fatto da vie ripide che si arrampicano verso il cucuzzolo della collina, attraversando case in pietra dall’aspetto tipicamente medioevale.
Centro storico con pochi turisti data l’ora di pranzo, ma pieno di spunti interessanti soprattutto a tema musicale
e di ragazzini tutti acchittati e con strumenti al seguito che stavano eseguendo delle prove per un concerto di musica classica che si sarebbe tenuto nel tardo pomeriggio.
Continuando a salire, giungo nella parte alta della cittadina,
dove si trova il Duomo di Nocera Umbra,
affiancato dalla Torre Civica che svetta sulla vallata sottostante.
Con tutta la strada in discesa torno in pochi minuti verso Piazza Umberto I, dove mi accomodo su una panchina al fresco degli alberi della villetta comunale e sotto lo sguardo curioso di due pappagallini ar gabbio,
divoro il panino acquistato in precedenza. Preso anche il caffè, possiamo ripartire e percorrere altri cinquanta chilometri per raggiungere il piccolissimo borgo di Postignano,
un borghetto completamente rimesso a nuovo e trasformato in albergo diffuso. La cosa che mi ha colpito particolarmente sono i suoi vicoletti molto stretti e ripidi, pieni di scale e archi fra le case in pietra, molto pittoreschi e da cartolina.
Rimasto affascinato anche da questo piccolo gioiello a ridosso della Val Nerina, io e Principessa Esmeralda ci apprestiamo a rientrare alla base percorrendo lo stesso percorso dell’andata, ovvero la Val Nerina per l’appunto fino a Visso e poi una strada panoramica fino a Fiastra dove, non essendo ancora le diciotto, decido di arrampicarmi fino ai ruderi del castello Magalotti,
risalente al decimo secolo, nei cui pressi erano presenti anche la chiesa di San Paolo e il relativo campanile, costruiti a loro volta nel tredicesimo secolo.
Tornato a valle cerco di fare un giro in centro,
ma è transennato, poiché anche qui il terremoto si è fatto sentire.
Rientriamo quindi alle diciotto e dieci, ampiamente in tempo per un bagnetto di un paio di ore, prima di andare a cena al Sasso Bianco dove stasera gusto delle fettuccine al tartufo, oltre a delle fettine di carne (non ricordo se di manzo o maiale),
insalata, acqua, vino rosso…e l’immancabile Sibilla che mi aiuta a digerire non solo la cena, ma soprattutto il rodimento causato dal conto alla rovescia del rientro anticipato per colpa di quel cornuto di Giove Pluvio!