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Un Cappio Intorno Al Colle

Di Vittorio Venditti

Ma… Chi Lo Stringe?

Non sono così apertamente a favore dell’evasione fiscale come la “Mina Vagante”, perché ritengo che uno Stato, debba esistere comunque, anche se, quando lo Stato è sanguisuga ed i suoi dirigenti si ritengono più uguali degli altri, detassando i propri “guadagni”, viene naturale pensare che una macchina senza benzina non possa camminare, conseguentemente bisogna far in modo di avere sempre e comunque carburante.
Allo stesso modo, credo di non poter giustificare in tema d’intercettazioni chi, approfittando del proprio potere, si ritiene più uguale degli altri, quando, ad essere oggetto di tali attenzioni è la sua Persona.

Se mi leggi assiduamente, sai che ho persa la stima per Re Giorgio, visto che predicando bene ma razzolando male, anzi malissimo, il Nostro ha ritenuto doveroso spendere tanto pubblico danaro in feste e cerimonie varie, per celebrare i fasti di un’Italia, costruita sui ricatti di altre nazioni e sul “Lavoro” della massoneria, (La Spedizione Dei Mille, Le Truffe, I Massoni E La Regia Britannica), salvo poi piangere e battersi il petto, parlando di una crisi, utile, (mi sembra), esclusivamente ad inasprire ancora di più il prelievo fiscale, ovviamente nei confronti di chi non può difendersi.

Ma perché parlare di “Cappio Intorno Al Colle”?

Re Giorgio, da sempre e per sempre comunista, unitamente ai suoi compagni di partito ha sempre ritenuto che le intercettazioni fossero necessarie per smascherare coloro che facevano il bello ed il cattivo tempo, approfittando del resto d’Italia per fare i propri affari.

Ovviamente si parla dei suoi avversari!

Oggi, con la clamorosa svista dei compagni d’armi, quei giudici che delle intercettazioni fanno il loro pane quotidiano, (non essendo più in grado di guadagnarsi onestamente il proprio stipendio, facendo veramente il loro lavoro), i nodi vengono al pettine.

Esiste, a questo punto grazie a Dio, la [download id=”219″ format=”2″], Che all’articolo tre, recita la spinosa formula, secondo la quale, di fronte alla Legge “siamo tutti Uguali”.
Non dice, o Re Giorgio, che qualcuno può essere più uguale del resto dei nostri concittadini e la formula, ti piaccia o no, vale anche per te, nonostante il rango cui sei giunto.

Detto questo e tralasciando i lacci e lacciuoli con i quali cerchi di difendere la tua posizione, ecco due brevi riflessioni in merito che tu non leggerai, Maestà, ma che stando in Rete, quella Rete che viene definita “Democratica” da quell’arrogante di Gargamella, può essere tarlo, utile, se non altro, a dimostrare tutta la tua faziosità.

La prima cosa, consiste nell’assoluta possibilità di intercettare chiunque, senza che costoro si ribellino, visto che:

1°: In Etere o in Rete, nulla può essere completamente inaccessibile, pena l’isolamento di chi trasmette;
2°: se chi trasmette non ha nulla da nascondere, non esiste neppure la necessità di difendere la propria privacy.

Quanto appena espettorato, a suo tempo fu oggetto di discussione fra me e componenti intelligenti delle forze dell’ordine, a cui io dissi, senza mezzi termini, che chi vuole commettere un reato in maniera deliberata, sicuramente non utilizza i moderni sistemi di comunicazione.
Si parla di criminali intelligenti, non di scartini che se sono sulla piazza, lo devono esclusivamente alla violenza con la quale agiscono, non certo al saper far politica e rubare legittimamente.

La seconda, vera riflessione, mi viene proposta direttamente dalla storia e dai suoi corsi e ricorsi.
Vuoi vedere che dopo tante chiacchiere, Re Silvio comincia a fare sul serio?

Mi spiego meglio.

La lotta titanica che ha visti contrapposti a nostre spese berlusconiani e loro controparte, ci ha sempre mostrato Re Silvio contro le intercettazioni e la controparte, segretamente capitanata dal loro referente presso il Quirinale, Re Giorgio, strenuamente a favore di questa forma d’indagine.

Ed ora?
L’intercettato è Re Giorgio!
Come la mettiamo?
Servono o no queste intercettazioni?

In definitiva, oggi, come non mai, vale il proverbio secondo il quale “i democristiani mangiano e fanno mangiare, mentre i comunisti pretendono di mangiare da soli”, che trasposto al tema di cui sto farneticando oggi, vuol dire che, finché si tratta di rovinare gli altrui affari, ben venga, Dio ce ne scansi e liberi però, quando a metter bocca sono gli altri, toccandoci nell’intimo.

Solita, elementare, insulsa e stupida ipocrisia di chi non conta niente.