Di Vittorio Venditti
(Audio), Preso Dai Dischi Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria E Stefano Venditti
Sputare Nel Trogolo?
‘Quando il porco è sazio ribalta il trogolo’; è questo il detto popolare che da sempre sintetizza che il troppo stroppia.
Con buona pace di Marco Pannella che nella maggior parte della personale vita politica ha tentato in tutti i modi di modificare in tanti suoi punti un andazzo tutto italico qual è quello che sto per descrivere, tolte le chiacchiere di facciata, nulla si è fatto ed in concreto assolutamente niente si metterà in pratica per applicare i dettami di una Legge, (la chiamano ‘Costituzione’…), serie di norme basilari che serve solo durante le manifestazioni di soggetti satolli, (quando sono troppo intasati nelle viscere e devono ruttare o emettere puzzolenti peti), personaggi che esprimono il proprio lavoro sulla base dell’umore derivato da ciò che hanno mangiato la sera precedente, sicuramente non certo dall’applicazione di regole che se fossero realmente uguali per tutti, risulterebbero anche credibili.
Doverosa Premessa. – Quando si parla di un insieme, lo si fa in via generale, spesso tralasciando e volutamente anche se ingiustamente ignorando il Meglio in esso contenuto. Va detto dunque che come in tutte le situazioni anche la giustizia italiana ha in sé moltissimi lavoratori onesti e capaci, cosa che vale anche per il resto dell’indotto e parlo degli avvocati, gente che non fa nulla per mettersi in mostra, evidenziando così in seno a questi benemeriti, la assoluta inidoneità e comunque presenza di soggetti da galera che per il loro potere acquisito, in prigione, (quando ad esempio non detenuti per altri casi della vita che per fortuna generalmente esulano dall’operare dei protagonisti del presente scritto), cercano di mandarci altri che spesso soccombono. Ovviamente non è questo il caso: piuttosto, all’azione di questi scellerati, io restituirò quanto per Leggi scientificamente più elevate, corrisponde ad una reazione, non necessariamente uguale, ma sicuramente, oltreché legittimamente e fieramente contraria. Detto ciò, passiamo al ragionamento da fare su quella massa informe comunemente descritta dal color marrone, volendo essere educati e rispettosi dell’intelligenza dei nostri quattro lettori. Il sunto da utilizzare per poter affermare su basi sperimentate direttamente da me che oggi torno a scrivere in prima persona non dovendomi vergognare di nulla e soprattutto potendo trarre finalmente le conclusioni più opportune dal mio vissuto e non dal copia/incolla che fa di tanti giornalisti o blogger che dir si voglia ciò che sono, è possibile trarlo cliccando qui ed ancora meglio qui, (terzo anniversario del tentato omicidio di questa voce, non essendo riusciti in più di un’occasione a liberarsi direttamente di me), per riprendere il ‘lavoro’ di chi procura problemi a chi paga loro lo stipendio e qui, ma solo in parte perché il meglio deve ancora arrivare, se vogliamo riferirci a quelli che prendono il posto di chi è chiamato in giudizio nel difendere gli affari di Questi, in buona sostanza per altrui imposizione e di sicuro in genere senza il consenso degli stessi e quasi sempre senza conoscere le persone a loro obbligatoriamente ‘affidate’. Capita così che per esempio mi sono sentito chiedere dal mio avvocato come andasse il mio lavoro di centralinista, impiego cessato non oggi, ma il tredici giugno del duemilasette…
Dunque, torniamo alla domanda di partenza: a chi conviene modificare il giro d’affari che ruota attorno a qualcosa che in uno Stato civile è simbolo di maturità, mentre da sempre in un agglomerato composto da bigottismo, quando non da becero e programmato oscurantismo, denota esclusivamente la bassa mediocrità di chi, in genere per diritto di famiglia quando non per malcelata raccomandazione, invece di lavorare per la ragione che ne determina comunque lo stipendio, cerca, molto spesso anche con quella maniera maldestra, nata da ogni schifosa forma di becera arroganza e stupida sicumera che serve solo a tenere vivo il diritto di sopravvivenza di cotanto parassitismo, di arrivare a coprire l’obiettivo appena richiamato?
Visto che a dire del mio avvocato “si tratta di una cazzata”, vi ripropongo i due resoconti da me onorati da poco, senza considerare quanto dato a chi mi ha difeso perché non ha voluto praticamente nulla, (tolto quanto dovuto pagare per il recupero di informazioni che sarebbero potute essere gratuite se solo da quelle parti si sapesse cosa sia il digitale, soldi spesi per infiniti faldoni di carta, offensivi, a loro dire, dei ‘difensori dell’ambiente’ che evidentemente non riescono o solo non vogliono venire a capo di quest’ennesimo spreco), per effetto della convinzione espressa nel virgolettato:
1°: “Preg.mo Collega,
con riferimento al procedimento in oggetto, faccio seguito alla tua richiesta trasmettendo il conteggio delle spese legali che il tuo assistito, sig. Vittorio Venditti, vorrà pagare
Spese liquidate dal Tribunale 1.300,00
Spese liquidate dalla Corte d’Appello € 850,00
€ 2.150,00
Rimborso forfettario 15% € 322,50
€ 2.472,50
CPA 4% € 98,90
€ 2.571,40
IVA 22% € 565,71
€ 3.137,11
Bollo costituzione di p.c. € 27,00
Per un totale di € 3.164,11 …”
2°: “Preg.mo Collega,
con riferimento al procedimento in oggetto, trasmetto il conteggio delle spese legali che il tuo assistito, sig. Vittorio Venditti, vorrà pagare entro giorni 7 dalla presente.
Spese liquidate dalla Corte d’Appello € 1.850,00
Rimborso forfettario 15% € 277,50
€ 2.127,50
CPA 4% € 85,10
€ 2.212,60
IVA 22% € 486,77
€ 2.699,37
Bollo costituzione di p.c. € 27,00
Totale € 2.726,37 …”.
Gli integrali di quanto appena virgolettato sono disponibili nei relativi collegamenti ipertestuali esposti sopra, link che invito a cliccare per potersi sganasciare dalle risate leggendo parti lì descritte, non in tema in questo momento.
Tornando alla domanda: se per ciò che è stata definita ‘cazzata’ sono passati di mano per ora poco meno di seimila euro, più una egual somma per le scartoffie sopra descritte, considerato che di queste cazzate nei tribunali italiani ve ne sono a iosa, visto che poi esistono procedimenti seri da milioni di monete del conio europeo e dato che tutto ciò equivale ogni anno a più d’una manovra finanziaria che regola la convivenza degli italiani, non volendo comunque considerare il potere che i soggetti in questione riescono ad ottenere soprattutto sulla gente comune suo malgrado invischiata in questa melma, cosa che viene portata avanti per anni, se non per decenni, a chi conviene realmente modificare in meglio tale status e soprattutto perché?
Ma vediamo come si opera in ciò che si dice ‘da riformare’, il tutto, imputati o no, allegramente pagato da chi versa regolarmente le tasse. Quello stabile, in affitto a nostre spese, polveroso luogo che contiene quanto viene definito ‘uffici giudiziari’, sito in quell’ormai mortorio che s’identifica con il centro di Campobasso, è noto per tanti exploit che fanno ridere per non piangere chi li ha vissuti. qui quanto accaduto in data sedici ottobre duemiladiciotto, mentre andavo a ritirare l’autorizzazione per la riapertura omologata di ciò che state leggendo, (documento esposto in basso nella homepage), ma ad esempio va ricordato l’accaduto del ventitré dicembre millenovecentonovantaquattro, allorché successe che nel ritirare il mio certificato relativo alla fedina penale, in quel momento di cittadino di serie “C”, (mi serviva per definire la pratica della mia assunzione presso l’ente ove presto servizio per campare), mi sono accorto di avere in corso un processo per truffa, ovviamente riferito ad un mio omonimo, poi assolto. In quel caso, intimando quasi a schiaffi non teorici a chi rubava il pane allo Stato e la giornata a Cristo di redigere un nuovo documento, feci in modo che le astanti ricordassero ab eterno quella mia reazione. La cosa sconcertante fu che ad operazione conclusa, raccontando per radio a mezzo mondo l’accaduto, mi sentii apostrofare con il seguente dire: “Ma lo sai che tu queste cose non le puoi affermare pubblicamente perché sono segreti d’ufficio?”, come se poi io fossi stato impiegato presso quel luogo di non far niente e di conseguenza potessi patire gli effetti dell’articolo seicentoventuno del codice penale, discorso del tutto insignificante per chi da quei derivati stava per venir danneggiato in maniera veramente esiziale. Questa gente è salva solo in quanto all’epoca non esistevano giornali telematici o solo blog perché diversamente avrei pubblicato quel certificato senza se e senza ma, atteso che questi parassiti vadano eliminati con il giusto insetticida e che la pubblicazione dei loro misfatti sia più efficace dello Zyklon B. Restando a descrivere l’operato di tal classe di lavoratori, va proposto quanto leggibile, (se ci riuscite), ad esempio in questo avviso di garanzia, già deriso qui a dovere, documento che racconta senza possibilità controvertibile che in quel tribunale, disponiamo di lavoratori da record, in quanto ad asinità nel piegare ed imbustare i fogli da loro stessi ‘prodotti’ con tanto di scarabocchiare e di aggiunta di parole riportanti velate minacce che non farebbero paura nemmeno ad un bambino’; leggete: ordine d’arresto et similia, come se chi agisce in perfetta innocenza potesse aver paura dello scribacchiare di soggetti che senza cultura, si ritengono superiori a chi ne sa più di loro e scusate la presunzione, ma non è peccato combattere usando le armi viste in mano al nemico. Caso a sé è poi il vizio burocraticamente tutto italiano di spillare ogni cosa che viene fra le mani di chi altro non sa fare: nei tribunali come quello di Campobasso, la situazione arriva al surreale perché c’è gente che prende lo stipendio per scaricare le spillatrici in loro dotazione, talmente a casaccio che per poter arrivare a leggere le stronzate scritte su quei fogli scarabocchiati e mal piegati, bisogna interpellare Giobbe e la sua infinita pazienza per togliere quelle puntine sparate a caso e spesso proprio su ciò che è, seppur maldestramente, riportato su quella carta che non è utile nemmeno in bagno. Se venisse imposta una tassa da far pagare a cotanti ‘spillatori’ per ogni graffetta sprecata in tal senso, si riuscirebbe a risanare mediante tal cura da cavallo il debito pubblico, non italiano, ma mondiale… Ma fra compari… non accadrà. Altra denuncia da pubblicare sta nel fatto che gli avvocati molto spesso non ricevono le comunicazioni relative ai processi nei quali sono parte legale e devono andarsene a riprendere a mano gli atti, pena il non sapere neppure quando si terranno le udienze nelle quali gli stessi devono esibirsi nelle personali performance a vantaggio o svantaggio di chi viene indotto in quell’ingranaggio infernale. Gli atti richiamati, per Legge vanno trasmessi mediante posta elettronica certificata, operazione che dalla cancelleria del tribunale di Campobasso spesso non avviene: uffici addetti all’amministrazione della Legge che non rispettano la Legge? Attenzione: quanto sto dicendo lo registrato mediante stazione esterna al tribunale medesimo, (percependo la costernazione dei tecnici che operano da tal centro di controllo), in data ventidue aprile ultimo scorso., così come ho fatto per l’udienza d’appello di cui sopra, documento audio già spedito a diverse destinazioni estere site in nazioni che non hanno accordi diplomatici in tema con il ‘rotto stivale’ per autotutela.
A proposito della farsa dello scorso ventidue aprile: va detto innanzitutto che la programmata relazione che si sarebbe dovuta ascoltare dalla bocca di chi ne è stata delegata non si è sentita, anzi., la ‘signora’, nel chiedere di soprassedere, ha menzionato come oggetto imputato gambatesanews, al posto di gambatesaweb e ciò è una pietra tombale sulla regolarità di tal procedimento. A chi vuole, posso inviare la registrazione perché se altri non rispettano la Legge, non capisco la ragione del dovermi attenere in tal senso. In tutto ciò, mi dispiace solo che non sono stato preparato a proporre al mio avvocato la scommessa sul fatto che sarei stato condannato perché l’avrei vinta, cosa che ascoltando quanto accaduto a mente fredda e distaccata, era chiara fin dall’inizio. Volendo dire qualcosa poi sull’operato di chi è definito pomposamente ‘procuratore generale’, (volutamente scritto in minuscolo): il soggetto, nel chiedere ritualmente la mia condanna, avrebbe gradito che mi fossero inflitti otto mesi di carcere. La sentenza è stata emessa due ore dopo e ciò, non solo per via della ‘celebrazione’ di un successivo spettacolo. Va detto infatti che colui del quale parlerò a seguire, ha sentenziato al posto di quanto chiesto da chi procura problemi, la condanna a pagare settecento euro di multa, pena sospesa, il che fa pensare che il tempo per redigere cotanto verdetto sia servito ad attendere che il procuratore in questione aggiungesse alla sua richiesta il come darmi il fine pena, considerato che io sia già condannato all’ergastolo ostativo che se Dio vuole non è valso neppure per Brusca che almeno ha fatto qualcosa per ottenere una simile onorificenza. Per onore giustappunto di cronaca, stanti così le cose, il procuratore non ha risolto degnamente il problema: poveraccio… ecco cosa meritano gli italiani come servizio da corrispondere a loro per tasse e quant’altro da questi pagato, tangenti comprese. Sapevo dunque che sarei stato comunque condannato. In tal senso, viene in mio aiuto la presenza di chi dirigeva quel ventidue aprile ‘le danze’: con quel ‘giudice’, ho avuto a che fare nel millenovecentonovantotto, quando, in qualità di testimone in una causa che non ricordo nemmeno di che trattasse, ne ho poi saputo come sia andata a finire, sono stato per tempo raggiunto da una convocazione, lettera intrisa di minacce, firmata dal soggetto in questione. Inoltre, all’atto del procedimento, mi sono visto trattare con la pochezza che contraddistingue quell’uomo che ha cercato d’impormi le risposte da dare alle sue domande, cosa che a suo dire, avrebbe dovuto semplicemente risolversi con dei sì e no, come se la vita della gente comune si riducesse a quanto evidentemente è lo stare sulla faccia di questa terra di chi, ai sensi del dire secondo il quale ‘la prerogativa degli stupidi è quella di ritenersi una spanna più in alto del resto dell’umanità’, ritenendosi depositario di un potere ricevuto da Dio e non da chi gli paga il sostentamento, descrive vivendo in quel modo, proprio il sunto di quanto appena proposto fra apostrofi. A distanza di ventitré anni dall’accaduto, ricordo ancora bene lo stato di rabbia che mi ha pervaso per non aver spaccata la faccia a quel coso a minimo e parziale risarcimento del danno patito dal suo esser vestito con la tonaca nera, al cospetto di un crocifisso che se non gli è caduto in testa è stato per l’infinita pazienza del depositario della vera Giustizia, quel Cristo preso a testimone delle falsità e delle beghe che spesso accadono in quelle stanze dove si scimmiotta qualcosa che se davvero esiste un Dio, Costui sarà giusto e presenterà il conto a questi individui, speriamo secondo questo schema.
Delinquere
/de·lìn·que·re/
verbo intransitivo
1. Infrangere le norme stabilite dalla legge penale.
“istigazione a d.”
2. LETT.•GENERIC.
Macchiarsi di una o più colpe.
Chi Ci Tutela Dalla Casta Togata? La domanda è stata posta non oggi, ma dieci anni or sono dalla “Mina vagante” che infestava gambatesaweb ed è ancora presente fra noi. Siccome il discorso è stato scritto durante le ferie e chi lo ha redatto poteva trovarsi fra le braccia di Bacco, ho provveduto a ripetere il concetto dopo quasi un anno: Delinquere? Paga! Chi legge ora dirà che forse fa spendere. Rispondo senza remore che anche quando si va in vacanza o solo al ristorante, se ad esempio diventa necessaria l’assistenza sessuale di chi ha qualifica più o meno riconosciuta in tal senso o solo si desidera comprare un vestito, si dà in cambio del danaro, non certo si canta una serenata. Se ci si pente di aver pagato è meglio spararsi perché della vita non si è capito niente.
Io sono pregiudicato da quando sono nato per la sola colpa di esser nato, cosa che è descritta anche nella Bibbia a proposito di chi viene al mondo con deficit, ragion per cui queste sentenze, espressioni di pensieri come si è visto discordanti perché la democrazia è anche questo, imposte da appartenenti alla razza umana il cui solo indossare una veste nera di certo non incute paura, mi fanno un baffo a tortiglione se solo penso allo status che mi ha visto e sempre mi terrà relegato contro la mia volontà e senza aver fino ad ora fatto niente di seriamente tangibile a chi che sia. A ciò va aggiunto che sono schedato per quel motivo e che qualsiasi azione che porto avanti, magari dieci volte più importante di quelle ordinariamente messe in atto dalla normale vita di ognuno, non solo non mi riabilita, ma spesso instilla in chi mi è di fronte quel senso rivoltante di commiserazione che fa dire a questa gente: “poverino, almeno fa qualcosa”, ne potrei raccontare delle belle e forse un giorno lo farò. Io sono pregiudicato e schedato in nome del popolo italiano. Chi ha agito in tal senso è pregiudicato non solo da questo scritto, ma dal comportamento che ogni giorno viene posto in essere da chi non avendo il coraggio di metterci la faccia, si comporta di conseguenza, tanto c’è sempre una provvidenziale amnistia. Gli stessi soggetti oggi chiamati in causa sono schedati, non in nome, ma dal popolo italiano, come classe lontana dai cittadini e di conseguenza della quale evitare di fidarsi perché agire al contrario significa firmare, questa volta seriamente, la propria condanna, spesso a morte.
Oggi, ai sensi e per effetto di quanto messo in atto per arrivare a farmi condannare e passare da pregiudicato di serie “C”, (ogni portatore/portatrice di deficit che genera handicap nella maggior parte dei normodotati), a condannato da schifare, ma di serie “B”, coloro che si vantano di aver ricevuto almeno un avviso di garanzia, (meglio se scarabocchiato), perché ciò in Italia va di moda come il non pagare le tasse, in quanto, prima o poi, arriva sempre qualche condono, pretendo il rispetto che si deve a questi ultimi molto Onorevoli signori, comunicando a testa alta che per effetto della resa costo/beneficio, evitando di rivolgermi a coloro che uomini, vengono definiti ‘ermellini’, metterò in pratica tal regola appena richiamata, magari sconfiggendo il cancro alla base di tali azioni, non per forza di cose mediante la ‘sanità pubblica’, ma piuttosto con l’operare della medicina privata che tanto sa dare in termini di applicazione di quella cura che alla fine regala il reale potere perché tanto non mi potete fare niente, eccetto il derubarmi, cosa che i pezzenti mettono in pratica per vivere, benzina che spero continui ad aiutarmi nel proporre quella politica che serve a definire quale sia la vera capacità di adattarsi alle situazioni che la vita, giorno per giorno, impone a chi sa bene che il non cambiare idea è prerogativa solo degli imbecilli o di chi segue la corrente, quei pesci morti che puzzano, ma spesso indossano ipocriti profumi derivati dalla stupidità di chi non capisce che sarebbe sufficiente lavarsi e rendersi così, umilmente, ma seriamente presentabili al cospetto del resto della razza umana.
Ogni Promessa E’ Debito E Va Onorata.