Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria
La Mafia: Esiste?
La nota rubrica che ha infestato l’antesignano blog che è poi sfociato nel presente giornale, proprio un martedì, ma di esattamente quattro anni or sono, ha prodotta una puntata monotematica che con le molte ed opportune note di redazione verrà riproposta di seguito, prologo al compendio che verrà redatto e pubblicato non appena mi saranno stati consegnati tutti i documenti in tema, scritto che in fondo dice a chiare lettere che la morte di falcone e quella di Borsellino, non solo non sono servite a niente, ma per come stanno le cose, indicano che spesso, prima di parlare di Mafia, bisogna cercarne gli attori e verificare davvero chi ha ragione in una guerra che non dà scampo a chi viene lasciato solo, forse anche dove la stessa Mafia non spara.
Buona Lettura.
… Decido invece di farneticare in maniera solitaria e monotematica, atteso che il non plus ultra della vergogna per l’appunto, si estrinsechi nella giornata di odierna coincidenza con il venticinquesimo, (allora, ndr), anniversario della morte di Giovanni Falcone, ucciso da tutti noi per averlo lasciato solo ed incompreso. Che dire?
In diverse occasioni ne abbiamo sparlato; una di queste va riletta qui, quando giusto cinque anni fa, (ora nove, ndr), la nostra Mina Vagante espresse il suo pensiero, più volte anche da me condiviso.
Di quel ventitré maggio di un quarto di secolo fa, io ho un ricordo indelebile. Quel pomeriggio infatti ero come al solito impegnato a fare radio/ascolto e seppi della strage di Capaci praticamente in diretta. Mi rimase impressa però una frase lanciata nell’etere da un collega radioamatore siciliano: “La Sicilia non c’entra. La gente di Sicilia è diversa”.
Questa stessa frase fu ripetuta da un altro collega O. M., il diciannove luglio dello stesso anno, quando toccò la stessa sorte di Falcone al suo amico e compagno di Lavoro Paolo Borsellino ed anche quella sera mi capitò di ascoltare i distinguo di operatori corrispondenti dalla Trinacria, probabilmente consapevoli che il loro dire sarebbe passato sotto silenzio, visto che ciò che doveva succedere era già successo e che i siciliani in genere non avevano nulla a che fare con un gioco più grande di loro.
Ma cosa hanno insegnato i martiri Falcone e Borsellino?
Nei giorni scorsi, (nove maggio duemiladiciassette, ndr), per ragioni delle quali spero di poter parlare dettagliatamente a breve, con foto e documenti di prova, (come detto, la cosa si ripropone pari pari adesso e per ora manca il documento più importante, ndr), mi sono recato fisicamente e senza mediatori, prima in procura e poi presso il tribunale di Campobasso. Nell’interloquire con persone che mi hanno trattato benissimo, (alla faccia di chi dice che in quei luoghi lavorino dei mostri, pronti ad usare ciò che dici contro di te), (lo fanno con i fatti, come verrà dimostrato, ndr), ad un certo punto sono rimasto esterrefatto, quando chi parlava con me ha voluto scandalizzarsi nel sentirmi dire che in Molise esiste una Mafia, se vogliamo ancora più feroce di quella che imperversava in Sicilia venticinque anni fa, (ventinove come sopra, ndr), Mafia più feroce e pericolosa di quella sicula perché a differenza di quest’ultima, la nostra non spara, atteso che se lo possa permettere, non avendo paura di chi ne fa notare le gesta. (Dopo anni, mi sono accorto che con la Mafia in persona, ci stavo parlando de visu e l’impressione che ne traggo a distanza di tempo è che la viscidità di certi soggetti è tale perché s’insinua nell’animo di chi è garantista per natura, ndr). Per inciso: Ho spiegato a chi parlava con me il fatto che avevo detto perfino al Vescovo Bregantini nel salutarlo al tempo della sua venuta a Campobasso: “Ben venuto nel paese nel quale la Mafia non spara”.
Avrai notato che io scrivo il termine Mafia con la M Maiuscola. Io rispetto sempre i miei nemici e ciò spesso mi permette di combattere ad armi pari, se non di vincere le mie battaglie. E’ qualcosa che a breve rimetterò in pratica, denunciando chi ha pensato di denunciarmi perché ho impedita la realizzazione di un progetto mafioso ed a vantaggio di chi voleva approfittare dell’omertà e di una pseudo paura da inculcare ad altri, allo scopo di trarne personale ed illecito profitto, cosa sventata in buona sostanza proprio dal mio farneticare. (Battaglia che ai più sembrerebbe persa, ma che nei fatti è stata poi vinta e che non è ancora finita, anzi, probabilmente salirà di tono, qualora qualcuno si svegli, posto che vi sia ancora qualcuno cui interessi la sorte del Molise, posto che esista ancora un ente che si possa definire antagonista e non celebrativo nei fatti, di chi ha ucciso Falcone e Borsellino ed oggi, ingrassato a spese dei contribuenti italiani, da ‘pentito’ li commmemora. NDR).
In definitiva: Le chiacchiere morte che già da ieri, ma soprattutto oggi mi costringeranno a non accendere radio e TV, saranno le stesse di circostanza che da venticinque anni, (ventinove perché sfido chiunque a dimostrare che oggi si parli in maniera diversa da quanto espresso quattro anni fa, tolta ovviamente la pacchianata definita ‘nave della legalità’ che San Coviddi da due anni blocca in un ‘porto sicuro’, imbarcazione piena, non di gente che ha fame, ma di rampolli più che sazi, oggi inneggianti alla legalità e magari domani fra i primi a superare con ‘astuzia’ una fila alle poste, ndr), ci vengono propinate allo scopo d’insegnarci ciò che poi dovremmo evitare di mettere in pratica, come fossimo buoni cristiani secondo Santa romana Chiesa. Io ho un bruttissimo vizio: Quello di mettere in pratica ciò che mi viene insegnato, magari rimettendomi in gioco giorno per giorno, alla faccia del fatto che determinati “privilegi” mi permetterebbero di agire al contrario, (magari dopo aver acquisito il ‘titolo’ di giornalista ed averne pubblicata la notizia su Google ed ogni altro social/vetrina, ovviamente guardandomi bene dallo scrivere qualsiasi ulteriore articolo, in attesa di chissà quale comprensione e posto di lavoro per campare a spese dei contribuenti, non volendo considerare che per venir definito ‘mugnaio’ bisogna almeno essersi sporcate le mani di farina, ndr), con la paterna comprensione di uno Stato composto da gente che fa dell’ipocrisia il proprio status simbol. Io credo che questa sia l’unica possibilità di mettere a frutto l’insegnamento impartito loro malgrado da Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, gli agenti delle loro scorte ed i tanti Innominati che da Persone meno famose hanno fatta la stessa fine di coloro di cui ho fatti i nomi, alla faccia dell’omertà scalfita.
Mettendo dunque in pratica quanto imparato dal sacrificio di chi ostinatamente è rimasto solo come il seme gettato nella nuda terra per germogliare,oggi ti dico con orgoglio che agire per il bene altrui e sgominare il male imposto da ignoranza ed in qualche caso pura perfidia, non solo è legittimo, ma va messo in pratica come forma di vero rispetto cristiano verso il Prossimo, (nonostante l’ostracismo di certe procure e tribunali che predicano bene e razzolano male, chissà in quale ‘grano’, ndr), magari restando soli, ma con la consapevolezza di chi, agendo in questo modo, lo fa dopo aver preso esempio dai martiri sopra nominati, e da Gesù cristo in primis.