Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Prese Da Internet Dallo Stesso E Stefano Venditti
Allegramente Dimenticando Di Proteggere Il Vero Patrio Tesoro
‘Non c’è nulla di più definitivo del provvisorio’, è questa la massima che quando espressa, a livello mondiale identifica l’Italia e gli italiani. ‘C’è sempre un tempo per piangere e commemorare, sperando che questo non arrivi mai e se dovesse presentarsi, tutto s’aggiusta in base alle amicizie’, è la naturale conseguenza del comportamento derivante dal primo assunto. Riprendere i collegamenti ipertestuali a quanto si sta per abbattere sul ‘rotto Stivale’, oltre ad essere laborioso, appare anche inutile e pedante, ragion per cui stavolta ciò verrà evitato.
Ancora una volta dunque, tutto viene affidato al dire di un uomo che in questo modo diventa davvero un povero Cristo, da sacrificare al fallimento italico perché così sarà anche in questo caso. Si parla di decreto sostegni bis che fra le innumerevoli questioni prese in esame, tratta nello specifico:
1°: Di Lavoro che manca da una vita e che continuerà a latitare nonostante ve ne sia a iosa per nuove professioni che però non hanno maestranze adeguatamente preparate dalla scuola perché la soluzione di questo problema, primi fra tutti, non interessa a chi giornalmente piange per la condizione di disoccupazione cronica che laddove viene affrontata seriamente, o si risolve, oppure, tagliando inesorabilmente fuori dal mercato chi non ne vuol sapere, lascia questi eterni scontenti al loro destino, creando spazi e risorse intellettive nella mente di chi governa, utilizzati poi per migliorare la vita di quei sudditi davvero in vena di crescere. Va aggiunto che si continua a non voler vedere per manifesta cecità opportunisticamente ben protetta che il lavoro, (cosiddetto ‘ordinario’), c’è, ma chi è rosso non lo nota, in quanto è tutto in nero e sarebbe una goduria sfidare chi si ostina a negare tal evidenza.
2°: Di risolvere, fra gli altri, il problema ‘Denatalità’ pensando di agevolare l’acquisto della Prima Casa, escludendo però il comprare abitazioni ‘lussuose’ come ville o castelli. Si chiamava e porta ancora il nome di ‘assegnazione di case popolari’, azione politica partorita dalla felice mente di governanti che hanno operato in Italia fra gli anni cinquanta e sessanta del secolo lungo e breve, quando però ancora resisteva e quindi esisteva la cultura della famiglia secondo tradizione clericale e la conseguente e quasi scontata necessità di mettere al mondo nuovi italiani, magari per obbligarli poi a seguire le orme dei genitori, tenuta di un sistema corporativo del quale si negava e si rifiuta l’origine nata durante l’antecedente vituperato ventennio, cosa che ricorda ancora una volta che il comunismo non porta a niente di buono. Riguardo la gestione delle case popolari, il sistema che si vorrebbe mettere in pratica, innova solo la formula del riscatto degli appartamenti ricevuti per decreto e se tutto va bene, tal ordinamento potrà venir accettato dalle banche che a differenza di quanto chiesto loro a proposito del cosiddetto ‘bonus centodieci per cento’, nato per modifiche e ristrutturazioni delle abitazioni stesse, (compiere un atto d’amore), in questo caso quelle ‘opere pie’, denominate ‘istituti di credito’ o ‘associazioni a delinquere dedite all’usura’, (dipende dai punti di vista), agirebbero senza problemi, dato che tutto partirebbe dallo Stato con tanto di ‘garante’, ma senza l’intervento di imprese terze, dovendo smaltire il patrimonio edilizio già presente e nel frattempo deteriorato da quella ‘glissata’ manutenzione che è stata tralasciata per manifesta mancata resa in ritorno economico. Davvero tutto verrà posto in essere con questa leggerezza d’intenti? Possibile che non verranno inseriti paletti più o meno insormontabili, imposti dall’italico, calcolato e puro masochismo che contraddistingue il ‘popolo di santi, poeti e navigatori’, (Benito Mussolini, due ottobre millenovecentotrentacinque), aggiunge chi scrive e poveri, soprattutto di spirito imprenditoriale? Seriamente parlando: c’è chi è in grado di ritenere che questo sia il toccasana per risolvere lo spettro sempre più reale di uno spopolamento che nonostante tanti palliativi è sempre più inarrestabile ed esiziale?
La zampata del banchiere che anche qui arriva secondo, atteso che certe ‘limitazioni’ imposte dal lavoro di quest’uomo siano state già oggetto di allegro tentativo di bypass. Esistono infatti soggetti che negli anni scorsi in auge, hanno provato ad acquisire direttamente e soprattutto gratuitamente castelli, pretendendo per questo l’aggiunta di un vitalizio, oltre a compagni di merende che ancora oggi in vena di megalomania, mediante lo storno di pubblico danaro, pretenderebbero di acquistare fabbricati definiti ‘palazzi signorili’, in realtà quasi dei ruderi. Le operazioni sono miseramente fallite, generando effetti collaterali di eterna frustrazione, ma questa è un’altra storia.
Il novello Messia di cui alla foto in testa, ha profusi Speranza e Ottimismo così come fatto una ventina di secoli or sono dal soggetto visibile nell’ultima immagine, provocando spinte trionfalistiche da domenica delle palme per poi avviare rapidamente una parabola discendente così funesta che ancora oggi viene ricordata, ma non a memento. Richiamando il sottotitolo di quanto si sta leggendo, risulta non secondario l’aggiungere che quanto messo nero su bianco in quest’ennesimo decreto salva deretani, prevede interventi il più delle volte aleatori, esclusivamente in favore della massa informe, (quindi facilmente da prendere sottogamba, provvedimenti che evitano accuratamente di tirare in ballo il vero tesoro sprecato dall’ennesimo flop della politica italica tout court. Si sta parlando del valorizzare e trattenere in patria o solo nelle regioni o paesi d’origine giovani e meno tali, capaci, non per decreto, mera raccomandazione o peggio per affiliazione politica, bensì tenendo realmente conto dell’inopinabile dimostrazione di forza ed inventiva messe in pratica da questi valorosi nel loro campo d’azione, persone che stanche di venir prese in giro con false promesse di innovazioni, il più delle volte ‘dimenticate’, magari Cervelli solo per tali ragioni demotivati e ciò non è poco, scappano a gambe levate verso luoghi nei quali mettere in pratica il loro effettivo valore, umano e soprattutto di mercato, situazioni dove questa prerogativa non solo non è considerata utopia, ma addirittura viene anelata da chi accoglie questo fior fiore del genio italico a braccia aperte, utilizzando la massima accortezza a che i nuovi arrivati non cambino idea per dirottare il loro sapere verso nazioni concorrenti, senza basare il tutto su ideologie passate che hanno previsto il mondo diviso in blocchi politici più o meno contrapposti, più o meno in grado di attirare a sé chi vive nell’insoddisfazione a casa propria, tale finché per forza maggiore non si consideri personale domicilio il mondo nella sua interezza.
Tornando a chi si spende a spese dei contribuenti italiani. Il momento di disgrazia e morte per quest’anno è passato perché con tutta la buona volontà di piangere a prescindere, anche l’italiano medio ha compreso che in alcuni casi bisogna saper attendere senza gridare ‘al lupo’, potendo agire in tal senso con alle spalle fatti più concretamente irrisolti. Un anno però passa e la domanda sorge ‘spintanea’: Dopo il prevedibile ‘Venerdì Nero’, verrà la ‘Pasqua Di Resurrezione’?
O Tutto Finirà Secondo Tradizione Contadina, Ma Veramente Italiana?