Di OdG Molise
Ricorre oggi la Giornata nazionale per la libertà di stampa: una ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1993, che l’Ordine del Giornalisti del Molise intende ricordare oggi più che mai, visto che l’Italia – purtroppo – si trova al poco invidiabile 41esimo posto in Europa, l’ultimo in classifica nel continente.
Svolgere la professione del giornalista con la garanzia di poter esercitare una delle nostre libertà costituzionali, rappresenta un pilastro per la democrazia del nostro Paese. Questa libertà non può e non deve, tuttavia, essere minata da pressioni finanziarie o politiche che oltre a intaccare il principio alla base dell’esercizio della professione, possono degenerare anche in forme di intimidazione o altri atti arbitrari che vanno sempre e comunque respinti con ogni mezzo.
Noi come Ordine del Molise, al “mondo politico” in genere, continueremo a chiedere, sempre con rispetto, ma anche con decisione, l’attivazione, lì dove possibile, di concorsi pubblici. Cercheremo dunque un dialogo sempre più costruttivo affinché anche nella nostra regione venga sempre e meglio disciplinato il ruolo del giornalista nelle istituzioni pubbliche. Una regione, il Molise, che malgrado negli ultimi anni abbia subìto un forte ridimensionamento nel campo dell’editoria, presenta comunque numerosi “media” (tra cartaceo, online e televisioni) che garantiscono una pluralità di informazione.
Un pensiero lo rivolgiamo ai circa 20 colleghi che vivono sotto scorta per amore della verità e del proprio lavoro.
L’indipendenza della nostra professione è garanzia di qualità dell’informazione, diritto sacrosanto dei cittadini, quanto più in un delicato momento storico come quello rappresentato dalla fase di emergenza sanitaria che attanaglia il nostro Paese e il mondo intero: una fase in cui sensazionalismi, polemiche, fake news, devono essere cancellate dal buon giornalismo, fatto di approfondimento, ricerca incondizionata della verità, reportage, spirito costruttivo. La libertà di stampa è dunque anch’essa ‘vaccino’, ma contro l’infodemia e la disinformazione che stravolgono il senso del nostro della professione e alimentano la sfiducia nei lettori.