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La Caduta Degli ‘Dèi’

Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria

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Se ieri è stata ricordata la morte di chi ha gestito il potere affidatogli dagli industrialotti e borghesi italici, oggi, chiudendo la partita, verrà ricordato colui che come fosse domani, (giorno nel quale si parlerà come da tradizione di qualcosa di ancor più lugubre: le notizie dal ‘muinicipio’ di Gambatesa che per fortuna dei posteri non verranno ricordate dalla storia), da buon tedesco, per evitare di metterci la faccia ha pensato bene di farla autonomamente finita, dopo aver anche in quel caso ingrassata la confindustria di Germania, sicuramente più ad alti livelli rispetto a chi deteneva in quel, come in questo periodo, il potere nel ‘rotto stivale’.

Adolf Hitler

se l’Italia durante gli anni venti e trenta e parte dei quaranta del secolo lungo e breve è stata guidata da un insegnante e giornalista pubblicista, in Germania hanno avuto come capo indiscusso uno che prima aveva esercitata la nobile professione di imbianchino.

Claus Schenk von Stauffenberg

C’è stato però chi sia pure un po’ tardi, si è accorto del guaio nel quale gli ‘ariani’ si erano cacciati, ma il nobile tentativo di rimettere le cose al loro posto si è rivelato impossibile da attuare perché il tedesco medio è preciso, ma quando s’impunta non lo schioda nemmeno il Padre eterno con l’apocalisse.

Il trenta aprile del millenovecentoquarantacinque per la germania finiva una tragedia e per parte di essa ne iniziava una ben peggiore: il dominio comunista, poi abbattuto circa mezzo secolo dopo con tutti gli annessi e connessi, compresa la dazione di danaro, ovviamente e chiaramente sperperato da chi lo ha ricevuto come specchietto per le allodole, con tutto il rispetto per le allodole giustappunto. Va riconosciuto però che i tedeschi, a differenza di chi li ha portati in dodici anni dalla fame all’Olimpo e come se stessero sulle montagne ‘russe’, alla più nera catastrofe, sono stati capaci di metterci la faccia e ricominciare senza improbabili piagnucolii di resistenze e giù di lì, scuse che ancora oggi risuonano in Italia, ma che i teutonici hanno saputo sostituire con una vera rinascita, basata anche lei sull’aiuto ‘disinteressato’ americano, ma sicuramente più proficua per il futuro di quelle terre, cosa che si nota tenendo conto del dominio che se è stato sventato dopo la fine della seconda guerra mondiale, oggi è più che ferreo su quell’Europa persa militarmente e conquistata economicamente da chi, meno incline nell’arte dell’arrangio, è di gran lunga più capace all’atto pratico di sottomettere chi sembra più furbo.

Quando In Italia S’Imparerà La Lezione Sarà Sempre Troppo Tardi.