Di Vittorio Venditti
Quando La Smetteranno, Sarà Sempre Troppo Tardi
Dopo un momento di stop, eccomi di nuovo a disturbarti con una mia farneticazione, derivante da un episodio di normale mal costume, verificatosi non Più tardi di questa mattina, presso l’esercizio “La Quercia”, a ridosso della rotonda sita al confine fra l’agro di Gambatesa e Pietracatella.
Prima di parlare del fatto, desidero premettere qualche punto da tenere in considerazione, visto che con quest’articolo:
1°: Non intendo generalizzare sull’operato delle forze dell’ordine, (tutti ne apprezziamo il lavoro, quando fatto onestamente, soprattutto perché spesso sottopagato),
2°: Con questa mia “farneticazione”, pur condannando il modus operandi che descriverò in seguito, apprezzo l’elasticità d’azione delle stesse Forze, quando questa, però, non fa intravvedere secondi fini, magari non voluti, ma spesso ben fatti trasparire.
I Fatti:
Questa mattina, (erano circa le nove), il locale camion autocompattatore avente per equipaggio oltre all’autista, il mio amico di tante avventure Salvatore Di Maria, (nell’esercizio delle sue funzioni di gigolò dell’immondizia: scupin), si ferma per una pausa caffè presso il bar-pizzeria “La Quercia”.
Al termine della pausa, l’equipaggio del mezzo sopracitato decide di rimettersi a lavoro ma, uscendo dal locale, s’imbatte in una pattuglia del corpo Forestale dello Stato, appartenente alla stazione di Riccia, pattuglia capitanata dal maresciallo Carmelo Albanese.
I componenti della pattuglia, dopo aver data una sommaria occhiata al carico del mezzo di lavoro dei nostri spazzini, intimano agli spazzini stessi di non ripartire, per poter loro contestare le irregolarità rilevate.
Nulla da dire finora; tutto da dire sul seguito.
Il Nostro capopattuglia, (a detta di Totore), nell’esordire, dice senza mezzi termini, che il carico dell’autocompattatore proveniente da Gambatesa, contiene materiale non conferibile ad una normale discarica, per cui è il caso di sequestrare lo stesso carico e l’automezzo che lo contiene.
Oltre a ciò, il nostro maresciallo rimprovera gli astanti, colpevoli, a suo dire, di non aver adeguatamente istruita la gente in ciò che può o non può essere gettato nei cassonetti.
Come se gli spazzini siano pagati (è il caso di dire: così profumatamente) per occuparsi di didattica!
Fino a che punto può essere considerato serio e non demenziale un discorso del genere?
Sempre secondo quanto a me riferito da Salvatore Di Maria, Da dire che il nostro zelante maresciallo, tempo a dietro, proprio a lui e a chi con lui faceva parte dell’equipaggio dell’autocompattatore di Gambatesa, aveva chiesto la cortesia di recuperare dei rifiuti gettati sotto il ponte trediciarchi.
Totore e chi con lui, con spirito collaborativo e di rispetto per una richiesta che sembrava nobile, senza farselo ripetere, provvedevano a recuperare il materiale in questione.
Nessuno però. maresciallo compreso, considerava che proprio quel materiale non potesse ne mai potrebbe essere recuperato da normali autocompattatori, trattandosi di materassi, parti di elettrodomestici e materiale del genere.
Mi chiedo e Ti chiedo:
Dov’era finito lo zelo del nostro valente sott’ufficiale?
Quant’era e quant’è vero o più verosimilmente falso il suo modo di operare?
E soprattutto:
Qual’è stata, questa mattina, la volontà di mettere in difficoltà persone che stavano semplicemente Lavorando?
In questi giorni, per altri discorsi e su altri e per altri blog, si sente parlare di non meglio chiarificate querele nei confronti di chi ha scritto di determinati fatti inerenti l’amministrazione di Gambatesa.
Lungi da me, entrare per ora nel merito, visto che preferisco scalare vette più importanti per cercare di mettere in luce un malcostume che molto spesso possiamo notare fra componenti delle cosiddette “Forze dell’Ordine” che, con la divisa in dosso, pensano di poter fare il bello ed il cattivo tempo sulle nostre strade.
Proprio per questo, dico pubblicamente al nostro valente Maresciallo Carmelo Albanese:
“Prova a intimare un dictat simile a me, se ne hai il coraggio!
Se questa mattina fossi stato io lo Spazzino in questione, ti avrei sfidato nel sequestrarmi il mezzo con il quale stavo lavorando.
Non lo avessi fatto immediatamente, avrei agito come di seguito riportato.
Innanzitutto, avrei preso immediatamente possesso della tua camionetta d’ordinanza, per potermi impadronire della radio di bordo e chiamare il comando di Campobasso, a cui chiedere l’invio di una pattuglia composta da persone serie ed in grado di svolgere le mansioni per le quali anche tu sei pagato.
A seguire, avrei fatte le dovute foto a te e a… colui che, (diciamo così), lavorava con te, ciò, per potervi meglio denigrare e sbertulare agli occhi della popolazione.
In fine, ti avrei denunciato, (e non è da escludere che lo faccia comunque avendo novanta giorni di tempo e potendo prorogare lo stesso tempo in base alla tua reazione), per omissione di atti d’ufficio e falso ideologico, atteso che quanto da te supposto fosse realmente atto alla commistione di reati, da parte delle persone che avevi fermato, (ti ricordo), nell’esercizio delle proprie funzioni.
Tu potrai obbiettare che avresti agito nei miei confronti potendo avvalerti della tua qualifica di ufficiale e dei privilegi che ne conseguono.
Io, avrei integrato il reato che ne consegue, con qualcosa di più tangibile e sicuramente per te di irreparabilmente dannoso, sapendo di aver agito per eliminare, una volta e per tutte, chi, con il suo agire, cerca di trarne vantaggio, confidando sul basso grado di cultura e verosimilmente, sulla malcelata voglia del prossimo di non reagire per non perdere tempo dietro a chi, diversamente, non potrebbe attribuirsi un potere che non ha, proprio perché non gli viene concesso dalla legge di cui si ammanta.
Tutto ciò, se avessi fermato me, e considerato che io, e tu lo sai benissimo, sarei in condizioni di compiere quanto descritto nei minimi particolari.
Te la sei presa con persone che, vuoi per cultura, vuoi per la troppa bontà d’animo, (o come dico io, per la troppa fessitudine), non hanno voluto opporre discorso alle stupidagini dette da te.
VIGLIACCO! TU E IL TUO COMPARE!
Vi vorrei vedere all’opera nel fermare i camion di Caturano e ditte simili che, provenienti dalla vicina Campania, (ciò, a detta del tanto osannato Roberto Saviano), vengono in molise a scaricare ogni “ben di Dio” e, chissà perché, passano sulle nostre strade, venendo fermati quasi solo se provocano incidenti del tipo di quello in cui, nei mesi scorsi, è rimasta coinvolta una nostra giovane compaesana, ridotta per questo quasi in fin di vita.
Ma torniamo a me.
Avrei voluto vedere che cosa avresti fatto al mio cospetto, o meglio, vorrò vedere che tipo di brutta figura sarai in grado di fare, posto che la tua supposta carica di pubblico ufficiale sia in grado di colpirmi, e posto che io, persa la mia proverbiale pazienza, non reagisca nei tuoi confronti, ovviamente non necessariamente secondo metodi convenzionalmente riconosciuti.
Quanto detto a questo (chiamiamolo così) signore, sia di memento a tutti coloro che, in questo momento di buio decadentismo, senz’alcun potere dato dalle leggi, pensano di poter approfittare della bontà altrui per trarne profitto.
Costoro dimenticano che la pazienza e l’educazione del Prossimo hanno un limite che non va mai valicato.
Farlo, significherà solo costringere chi è aggredito a reagire, non con minacce, ma con serie promesse.
E si Sappia:
Chi scrive non è un politico.
Intelligenti Pauca.