Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria, Marco Frosali E Presa Da Internet Da Vittorio Venditti
3a Parte: Ed Ora A Noi!
Dopo la prima e la seconda, ecco l’ultima puntata della breve saga che se ha trattato di cadaveri a livello più ampio, ora restringe il focus su quanto accade a Gambatesa, raccontando, non ciò che giustappunto i cadaveri locali avrebbero preteso, ma l’esatto contrario, vale a dire la ragione stessa che il loro agire non è riuscito a fermare, ne in seguito andrà a buon fine, creando per loro ciò che avrebbero desiderato per me che scrivo: la totale ed impagabile frustrazione, meta dei mediocri.
Dunque, ce l’abbiamo quasi fatta; manca qualche passaggio, poi il gioco portato avanti e del quale tornerò a trattare fra più o meno un mese con dovizia di particolari, (l’inchiesta in tema è quasi conclusa), sarà stato completato con i risultati descritti sopra, ma con le soddisfazioni che togliersele in un paese ed in una regione come quelle da cui parte questo scritto, per il solo non esistere di queste realtà, sarebbe e per certi versi è, qualcosa d’impensabile e forse d’inaudito.
La deontologia del ‘Bravo Giornalista’ dice che non si deve parlare di fatti personali; a ciò, è ovvio rispondere che è meglio una tal condizione che il copia/incolla sull’altrui operare perché almeno si argomenta su quanto si vive. E’ in quest’ottica che dopo aver scritto tanto, qui l’ultimo significativo punto, oggi, finalmente posso pubblicare la Sentenza n. 154-2021 che modificando in corsa le regole del gioco e bloccando la possibilità di un reale appello, ha vista confermata la mia condanna e conseguentemente ha potuto impormi il conto che per ora segue, così notificatomi dallo studio legale presso il quale sono domiciliato, a questo girato da chi per umana pietas e con totale disprezzo definisco comunque ‘controparte’:
“Oggetto:
pagamento spese sentenza Corte D’Appello – (che c’è da scrivere in maiuscolo è tutto da scoprire) –
Mittente:
– (omissis), come Gelli insegna –
Data:
22/03/2021, 16:43
A:
Vittorio Venditti
Gentile Vittorio,
in allegato Ti rimetto la nota spese di controparte per complessivi € 3.164,11 da pagare alle coordinate ivi indicate. All’esito sarà emessa fattura.
Cordiali saluti
Preg.mo Collega,
con riferimento al procedimento in oggetto, faccio seguito alla tua richiesta trasmettendo il conteggio delle spese legali che il tuo assistito, sig. Vittorio Venditti, vorrà pagare
Spese liquidate dal Tribunale 1.300,00
Spese liquidate dalla Corte d’Appello € 850,00
€ 2.150,00
– Chi legge, tenga conto di queste prime cifre per comprendere qual è il giro d’affari attorno a qualcosa che a chiacchiere si dice da anni di voler ridurre e che risponde al nome di ‘ritardi nella giustizia italiana’, ‘simpatico commercetto’ sul quale, come detto sopra, tornerò in maniera impietosa e soprattutto inesorabile perché è la principale ragione per cui si è arrivati a tanto. –
Rimborso forfettario 15% € 322,50
€ 2.472,50
CPA 4% € 98,90
€ 2.571,40
IVA 22% € 565,71
€ 3.137,11
Bollo costituzione di p.c. € 27,00
Per un totale di € 3.164,11
Studio Legale Avvocati Associati Barbiero – Fiore – Genovese – Losito
Piazza Vittorio Emanuele n. 5 – Campobasso
Tel/fax 0874 92702
Banco BPM
IBAN IT45A0503403801000000001522”
Chi è mediocre non sa che presentare un conto, per una questione di mera buona educazione, prevede che il totale si propone a fine calcolo e non passaggio per passaggio, ma chi legge conosce anche la fonte di tal messaggio, quindi, null’altro da aggiungere, se non che quanto imposto è stato pagato con Il Presente Assegno, del 26 mar 2021, cui non seguiva fattura, (se non dopo sollecitazione più volte proposta), regolarmente poi trasmessa e datata ventinove marzo, recapitata a me in data otto aprile, (doveva fare il giro lungo), e soprattutto firmata carmelina genovese, (volutamente e con disprezzo, scritto in regolare minuscolo), cosa che ha confermato quanto vado scrivendo da un lustro, vale a dire che il gioco è stato orchestrato dalla cricca, ma come vedremo a seguire, non ha portato a ciò che i soggetti avrebbero voluto imporre: Il loro controllo su me e su ciò che faccio, situazione già corazzata dal luogo comune secondo il quale io posso anche camminare sulle acque meglio di Gesù Cristo che per gambatesa ed i gambatesani resto sempre e solo ‘Vittorio il cieco’, possibilmente da turlupinare e comunque, laddove possibile, da rapinare perché secondo questa gente, “così va la vita”, forse la loro.
Fattura 16_2021 GENOVESE CARMELINA, del 29 mar 2021, ricevuta l’8 apr 2021. Non cliccate perché il documento non l’ho pubblicato in quanto è reperibile presso la direzione delle entrate, primo punto a mio vantaggio perché su quei soldi, chi li ha ricevuti, deve pagarci le tasse. A ciò va aggiunto:
1°: Che nonostante quanto tentato con il fattivo aiuto di coloro che verranno adeguatamente trattati come descritto sopra, la mediocrità di chi sta messa peggio di me in imputazioni, (il sei luglio la prossima puntata di cotanto squallore), non ha permesso il raggiungimento di tal obiettivo perché ad ogni azione, normalmente corrisponde una reazione uguale e contraria, cosa non concepibile da chi, ritenendosi una spanna più in alto del Prossimo, non vede che quest’ultimo la supera con Aiuti ben più validi di quelli proposti in tali inconcludenti offensive;
2°: Che ogni tentativo di penetrazione mediante gente che proponendosi con lisciare ‘collaborativo’ o peggio ‘amorevole’, basato però sulla falsità più totale e soprattutto sul nulla, è miseramente fallito perché chi in azione già sei anni or sono, prima era libera, oggi è sola, non avendo nulla da proporre eccetto una quinta che però è vuota di ciò che oggi il vero Maschio cerca in una femmina di razza umana: la sua personale maturità nella vita reale. Ciò vale anche per alcuni tentativi d’approccio, tesi a ‘convincermi’ del fatto che ‘partecipare è bello’, squallidi e mal in arnese, prove abortite sul nascere ed adeguatamente, oltreché impietosamente derise da me e non solo, in paese, ovvero da molti, in grado di sbellicarsi da mezzo mondo perché certi stupidi spettacolini sono stati diffusi a mezzo radio ed altri sistemi, non necessariamente aperti al pubblico, ma sicuramente finalizzati al discredito politico di chi risulta nell’anonimato più totale al di là della curva della peschiera;
3°: Che nonostante omertà, latrocinio, appropriazioni indebite e quanto di più vergognoso messo in campo in nome di non si sa bene quale tentativo di restaurazione di una giustizia sociale basaàta sul ‘quello che è mio è mio e quello che è tuo è soprattutto mio’, nonostante tutto ciò, chi pensa di aver vinto, tolte le spartizioni imposte da uno Stato che ormai non è più presente e giornalmente ce lo dimostra con le sue azioni, dopo aver ‘ottenuto’ il tozzetto di pane e probabilmente dopo aver ripetuta tal azione a seguire, non solo non vedrà alcun bene da quanto fatto, ma avrà ricevuta la costrizione di dover piangere e farlo anche in gran segreto, atteso che codesti soggetti, alla fine della fiera non ottengano, anzi, non ottengono alcun bene da ciò, ma dovranno anche gestire la frustrazione derivata da quanto saranno obbligati a loro volta a pagare per le colpe nate dalla personale incapacità politica con la quale hanno contribuito, non a diffamare, ma direttamente ad uccidere e non metaforicamente, purtroppo nei fatti, cosa che non potrà venir cancellata, se non con la morte di chi ha commesso tal reato, fine che spero arrivi il più tardi possibile per potermi godere per molto tempo tal vittoria che politicamente non è proprio di poco conto.
4°: Che dopo quanto finora descritto, pagando, (alla faccia della ‘civiltà’ e di tante stronzate simili), ho ottenuto in un anonimo paese come Gambatesa, quanto già precorso da Don Lorenzo Milani, situazione denunciata nel libro ‘Lettera ad una professoressa’, nel quale è descritto il disagio che sessant’anni fa la scuola generava con il divario fra studenti d’alto e basso ceto, cosa che nel mio caso, di questi tempi e non mezzo secolo fa, ha permessa l’emancipazione di chi ha avuto l’obbligo di esercitare un diritto previsto dalle Leggi e non lo ha dovuto fare secondo il sottostare a mancati privilegi come i notabili del borgo avrebbero voluto imporre, persona che dopo la mia ribellione è stata ‘esonerata’ dal patire la condizione di non esser ‘loro’ figlia, pagando allora con quanto reperibile in archivio facendo riferimento al novembre duemilaquattordici, cosa da imputare all’attuale classe dirigente locale perché la stessa si è innalzata al rango di ‘acculturata’, dimostrando a seguire tal peculiarità in ogni senso ed in ogni modo. Quest’azione sovversiva, si è poi realizzata ancor meglio con il ritorno ad una scuola di paese e non condivisa con altro luogo ove lo stabile adibito a tal ‘diritto’ era visto con giustificata preoccupazione dagli stessi studenti, atteso che non fosse sicuro per la vita stessa di coloro che lo frequentavano, cosa per una volta condivisibile e proposta da chi normalmente procura problemi e non certo li risolve a favore dei comuni cittadini, sobillare che mi ha visto prepotentemente alla ribalta, così come è stato chiaro nel permettere ai vecchi spazzini di tenere il loro posto per altri tre anni e quanto si può rileggere perdendo tempo nell’archivio che è stato tentato di distruggere con i presenti ed inconfutabili risultati, azioni delle quali non solo non mi pento, ma delle quali vado fiero e soprattutto che rifarei senza modificare una sia pur minima virgola, nonostante quanto ricevuto poi come contropartita, il sostanziale restar solo, abbandonato anche da chi ha guadagnato dal mio agire, cosa per altro messa in conto se si pensa che al mondo si può costruire una famiglia di innumerevoli discendenti e venir parcheggiati in ospizi quando per qualsiasi sia pur minima ragione si diventa d’intralcio. Vale però quanto proferito da Gino Bartali a proposito del suo mettersi a disposizione durante la seconda guerra mondiale, non certo per sport: il Nostro disse che ‘Il bene si fa, ma non si dice e certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca’, ,cosa che sembrerebbe una contraddizione in termini con questo racconto, dire che in realtà vuol essere solo l’ovvio sintetizzarne gli effetti, senza chiedere nulla in cambio, se non la consapevolezza di quanto accade, trasmessa ai miei quattro intelligenti lettori.
C’è però una cosa che avrei voluto evitare di porre in essere e che spero di correggere per il futuro già prossimo: Per combattere senza guadagno, ho tralasciata la mia vita, sentimentale e non solo, vera perdita dal valore incommensurabile, considerato anche il passato in tema di ‘cuore’ che per me è stato doloroso e dal quale solo da poco mi sto affrancando. Ultimamente, proprio in amore, ho presa una tranvata ‘invidiabile’, ma la vita va avanti e chi è caparbio, prima o poi raggiunge il risultato desiderato, magari con l’aggiunta di quella sana emigrazione che lasciando Gambatesa come luogo dove venire a riposarsi a casa propria, ma alla stessa stregua di un camperista che vuol bene al luogo ove si ferma, portandosi perciò ogni forma di sussistenza da fuori perché il tutto è infinitamente meno costoso, dà quel tocco di voglia di rinascere per tornare a correre ed a guadagnare per prendere per ciò che è chi ritiene di aver vinto, non volendo considerare che quella vittoria in realtà si chiama elemosina data per mera imposizione e non reale giustizia a chi non può avere una vita vera e solare perché già cadavere senza possibilità d’appello, nemmeno mediante la protezione del barare, obolo già recuperato secondo i principi di Chiara Lubich che ha insegnato che dopo aver dato, il Signore ci fa trovare il doppio e senza nemmeno attendere molto tempo, con tangibile e gratificante realtà dei fatti, situazione per altro più che abbondantemente già attualizzata, a differenza di quanto capita a chi ha ricevuto ciò che nel frattempo si è già disfatto sotto il sole e la cupidigia di chi resterà con un pugno di mosche in mano.
Perciò, Avanti Tutta!!!