NUOTO SINCRONIZZATO. H2O SPORT: VANESSA CAPPELLONE AI TRICOLORI DI RICCIONE
20 Marzo 2021
Con Quale Faccia?
21 Marzo 2021
Mostra tutto

Omessa Nomina Del Commissario Ad Acta Ed Emergenza Sanitaria. Caso Molise

Di Associazione Giuseppe Tedeschi

Come emerge dalle innumerevoli note inviate alle preposte Istituzioni Nazionali e Regionali dal 6 marzo 2020 al 12 marzo 2021, ai sensi delle leggi n.159/2007, n.133/2008, n.191/2009, n.190/2014, n.232/2016 e n.136/2018 è lo STATO che dal 31 marzo 2007 ha prima affiancato la Regione Molise e dopo il 29 luglio 2009 è totalmente subentrato nella gestione della sanità in loco.

Le richiamate norme di legge assegnano al Ministero dell’Economia sia l’obbligo di proporre la figura del Commissario ad Acta, di concerto col Ministero della Salute, sia la funzione di indirizzo, vigilanza e controllo sull’operato degli stessi Commissari ad Acta attraverso il Tavolo Tecnico Interministeriale.

L’istituto del commissariamento statale esautora e rende irrilevante la sovranità popolare, concentra l’80% del Bilancio Regionale nelle mani di un Organo Tecnico Monocratico Statale, e come conferma il “Caso Molise”, non coglie né il risultato dell’abbattimento del debito e del disavanzo sanitario, tanto meno garantisce l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza ai cittadini.

Questi limiti, già ampiamente noti alle competenti Direzioni Generali dei Ministeri dell’Economia, degli Affari Regionali e della Sanità, stante anche i costosi report contabili periodici affidati a società finanziarie internazionali, non hanno retto all’urto della pandemia determinando in Molise una situazione emergenziale che meriterebbe un’attenzione nazionale simile a quella riservata alla Regione Calabria con l’adozione del Decreto Legge n.150 del 4.11.2020.

Le linee guida del Ministero dell’Economia hanno imposto ai Commissari ad Acta che si sono susseguiti negli ultimi 12 anni, la chiusura degli ospedali di Larino (CB) e Venafro (IS), il declassamento dell’ospedale di Campobasso da DEA di II° livello a DEA di I° livello, e il declassamento degli ospedali di Termoli (CB) e Isernia a ospedali di base, la mancata definizione funzionale dell’ospedale di Agnone, il blocco delle assunzioni, il taglio macroscopico di posti letto, il passaggio delle cure per patologie tempo-dipendenti di emergenza-urgenza a strutture convenzionate private in cui non è attivo un Pronto Soccorso, e il fermo degli investimenti sulla Medicina di Base, Medicina Territoriale, Dipartimenti di Igiene e Prevenzione, Consultori, Distretti Sanitari, Rete della continuità assistenziale e del 118, fascicoli sanitari elettronici, telemedicina e attività sociosanitarie integrate domiciliari per pazienti cronici e soggetti fragili.

In questo quadro non è mai stata chiarita la funzione di interconnessione della Facoltà di Medicina dell’Università del Molise col sistema sanitario e la rete ospedaliera regionale, né quella dell’Università “La Sapienza” e dell’Università Cattolica presenti a diverso titolo sul territorio del Molise.

In 14 anni è scomparsa la programmazione sanitaria regionale ed è stata sostituita da Piani elaborati dallo Stato tramite i Commissari ad Acta e recepiti in norme di legge nazionali come accaduto con il DCA n.52/2016 trasposto ed approvato con voto di fiducia in Parlamento con la legge n.96 del 21.06.2017.

La delicatissima materia della sanità è uscita dal confronto tra amministrazioni comunali, organizzazioni sindacali, medici, territori e associazioni locali, per finire nei meandri di una tecnocrazia ministeriale in cui non è mai chiaro chi assume le scelte in nome dei cittadini e perché sceglie di indebolire la sanità pubblica e traslare posti letto e attività a strutture convenzionate private.

Chi ha scritto e su quali basi l’ultimo Piano Operativo Sanitario vigente 2016-2018 su cui il Governo Gentiloni pose la fiducia? In quel piano si prefiguravano solo 2 posti letto per malattie infettive nel più grande ospedale regionale.

E’ sulla base di 14 anni di esperienza fallimentare dell’istituto del commissariamento statale che ribadiamo la richiesta di estendere al Molise i contenuti del Decreto Calabria al fine di individuare per un periodo limitato una figura plenipotenziaria che può gestire la pandemia, superare l’emergenza, azzerare il debito e riconsegnare la sanità molisana alla sovranità popolare.

Colpisce che al cospetto delle dimissioni del Commissario ad Acta e del Sub-Commissario, con una Mozione di Sfiducia al Presidente della Regione calendarizzata per la seduta consiliare del 24 marzo pv, e in una situazione disastrosa per numero di vittime, di ricoveri, con terapie intensive sature e un numero di pazienti gravi trasferiti fuori regione, il Consiglio dei Ministri del 19 marzo 2021 abbia deciso di non decidere sul “Caso Molise”.

Chi assume le decisioni in materia sanitaria in Molise in ore in cui ci sono pazienti che lottano tra la vita e la morte? Il Presidente della Regione nella sua veste di Autorità di Protezione Civile ex-legge n.1/2018? Il Direttore Generale ASREM subordinato al rispetto dei Decreti di un ufficio del Commissario ad Acta vacante da una settimana? Il Sindaco quale Ufficiale Sanitario nel proprio Comune?

Può un territorio, per quanto modesto per numero di abitanti, ritrovarsi nelle mani dello Stato ed avere così poca attenzione? A 700 anni dalla scomparsa di Dante Alighieri ci sovviene il suo monito:

‘E il modo ancor m’offende…’.