Di Cesare Scalabrino
Al fine di chiarire alcuni aspetti relativi alla delimitazione dei confini del Parco Nazionale del Matese, alla luce di alcune preoccupate segnalazioni provenienti da diversi agricoltori i cui fondi ricadono nell’area Parco, Coldiretti ha chiesto ed ottenuto un incontro con il Sottosegretario alla Presidenza della Regione Molise , dott. Roberto Di Baggio, a cui è affidata la delega per l’Ambiente. Alla riunione hanno partecipato, oltre al Sottosegretario, il dott. Massimo Pillarella, direttore Dipartimento valorizzazione Ambiente. il dott. Mario Cuculo, direttore Autorità Ambientale, ed dott. Fausto Ricci responsabile Aree Protette Regione Molise.
Innanzitutto, è stato ribadito da parte del Sottosegretario Di Baggio che la perimetrazione, così come definita lo scorso anno, dopo il lungo confronto con i soggetti interessati sul territorio, non è stata assolutamente modificata, se non in alcune specifiche aree, di concerto con le amministrazioni comunali. In pratica le poche variazioni intervenute riguardano delle aree, prevalentemente in “Zona 3”, ove sono presenti insediamenti urbani o produttivi preesistenti, ovvero piani regolatori di espansione abitativa e/o produttiva già approvati, non opportunamente delimitati. Pertanto la “Zona 2”, all’interno della quale rientrano la stragrande maggioranza delle aree agricole, non è stata interessata da alcuna particolare modifica. Rimane, altrettanto definita, così come precedentemente stabilito, la “Zona 1” che ricomprende ambiti territoriali di rilevante interesse naturalistico e paesaggistico, per lo più situati ad un’altitudine superiore ai 1.200 metri. Il confronto si è poi spostato sulla necessità, sottolineata da Coldiretti, di curare la tempistica di attuazione dell’Ente Parco, al quale è demandata la realizzazione ed approvazione del Piano del Parco, il documento programmatico che contiene tutti i dettami a cui dovranno attenersi i soggetti presenti sul territorio delimitato, tra cui gli agricoltori.
Coldiretti ritiene che un Parco possa rappresentare un elemento importantissimo di distintività per i territori, per i cittadini e per le imprese che su di esso risiedono, a condizione che gli Organi dell’Ente vengano istituiti con la massima celerità, in modo da non dover per anni subire solo i vincoli, bensì poter beneficiare da subito delle opportunità collegate all’essere all’interno dell’area Parco, nel rispetto delle regole dettate dal Piano. Tutto ciò, purtroppo, è già accaduto e si è assistito ad un lungo periodo di tempo in cui le attività agricole sono state in parte bloccate a causa della mancanza dell’interlocutore “Ente Parco” e del summenzionato Piano; ciò a tutto danno della esigenza, da parte delle aziende, a svilupparsi per dar risposta alle nuove esigenze di mercato.
Il sottosegretario Di Baggio, pur dimostrando una grande attenzione verso le tesi esposte da Coldiretti, ha voluto sottolineare come la Regione si sia mossa necessariamente all’interno di un preciso schema dettato dalle normative nazionali, ed attivando un serio confronto con il Ministero dell’Ambiente e l’ISPRA, alle cui determinazioni bisognerà in definitiva attenersi.-