Di Giovanni Carugno
Il Contributo Di UniMol
È partita la campagna di restauro del Mosaico della Battaglia di Isso, capolavoro che rappresenta un simbolo, universalmente noto, dei tesori custoditi dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN).
Il restauro, che sarà concluso a luglio, è realizzato con la collaborazione dell’Istituto Centrale per il Restauro (ICR); le attività diagnostiche sono promosse in rete con l’Università del Molise ed il Center for Research on Archaeometry and Conservation Science dell’Università Federico II e dell’Università del Sannio.
“Con l’avvio, nel 2021, del restauro del Mosaico di Alessandro, scriviamo insieme una pagina importante nella storia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e quindi della conservazione dei beni culturali – ha commentato il Direttore del MANN, Paolo Giulierini – Sarà un restauro grandioso, che si compirà sotto gli occhi del mondo. Un viaggio entusiasmante lungo sette mesi ci attende: dopo il minuzioso lavoro preparatorio, studiosi ed esperti si prenderanno cura con le tecniche più avanzate del nostro iconico capolavoro pompeiano, raffigurante la celebre battaglia di Isso.
La tecnologia e le piattaforme digitali ci consentiranno di seguire le delicatissime operazioni, passo dopo passo, in una sorta di ‘cantiere trasparente’, come mai accaduto prima. Per realizzare una operazione così ambiziosa e complessa è stata attivata dal MANN una rete di collaborazioni scientifiche e di partnership di grande prestigio”.
Ed è stato proprio questo il contesto che ha visto – in occasione di una sua visita al MANN – il Rettore dell’Università degli Studi del Molise, Prof. Luca Brunese, incontrare i vertici del Museo, il Direttore, Dott. Paolo Giulierini, il prof. Antonio De Simone e l’Arch. Amanda Piezzo, per discutere e delineare àmbiti e opportunità per rafforzare ulteriormente la collaborazione istituzionale.
Il gruppo di lavoro UniMol – in particolare il Prof. Paolo Mauriello, la dott.ssa Marilena Cozzolino ed il dott. Vincenzo Gentile – che vede quindi coinvolti ricercatori dei Dipartimenti Agricoltura, Ambiente e Alimenti e di Scienze Umanistiche Sociali e della Formazione, ha sin qui condotto attività diagnostiche attraverso un rilievo di dettaglio del mosaico ad alta risoluzione e al modello tridimensionale dell’opera si è aggiunta l’indagine georadar per verificare le condizioni del manufatto e di tutti i supporti.
Tali operazioni hanno consentito, in particolare, di mettere in evidenza fratture e fessurazioni non visibili ad occhio nudo, così come anomalie negli strati costitutivi il supporto, consentendo così un restauro connotato dal principio del minimo intervento e finalizzato alla conservazione dell’integrità materiale dell’opera.