Di Paolo Panaccione
“Riannodare i fili della storia, ricordandone le pagine più drammatiche e dolorose, è un dovere civile e morale cui nessuno di noi può e deve sottrarsi. Il racconto dei tragici eventi che segnarono la sorte di tantissimi nostri concittadini tra il ’43 e il ’45 ha bisogno della giusta considerazione e di una doverosa attenzione: il Giorno del ricordo è una pagina che merita di essere letta per intero. È un nostro preciso dovere dare cittadinanza storica e ricordare degnamente l’orrenda sorte toccata ai tanti italiani in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia all’indomani della firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943 che furono vittime innocenti dapprima della follia nazionalista e poi di una cecità ideologica che ne ha soffocato per troppo tempo la memoria. Gli italiani che trovarono la morte nelle cavità carsiche sono il segno di una storia criminale che solo la grande avventura di un’Europa finalmente libera, democratica ed unita ha saputo cancellare. È una lezione che non dobbiamo mai dimenticare; un monito da tramandare alle generazioni presenti e future; un insegnamento per quanti credono nel valore della pace e della solidarietà tra i popoli.
L’Europa che impara dai suoi errori è un’Europa pronta a superare qualsiasi difficoltà”.