Di Vincenzo Colozza
In occasione della celebrazione del “Giorno della Memoria”, il prefetto di Campobasso, Maria Guia Federico, consegnerà ai familiari del defunto Michele Iannetta, bojanese, uno dei 600mila militari italiani internati nei campi di sterminio nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, la “Medaglia d’Onore” alla memoria conferita dal Presidente della Repubblica Mattarella. La cerimonia, alla presenza delle Autorità militari e civili, si svolgerà nel corso della mattinata odierna presso il Salone d’Onore del Palazzo del Governo nel capoluogo di Regione. Un’iniziativa voluta dal Capo dello Stato per tenere viva e nello stesso tempo coltivare la memoria di avvenimenti tragici della storia italiana finalizzati a riaffermare quei valori di dignità, uguaglianza e libertà che rappresentano i diritti fondamentali e imprescindibili di ogni essere umano.
Michele Iannetta, classe 1915, scomparso nel 2008, faceva parte della 50ª Divisione fanteria “Regina” che fungeva da guarnigione permanente per tutto il Dodecaneso italiano. Il soldato bojanese era in servizio a Rodi, in forza ad uno dei distaccamenti presenti in quell’area, quando giunse la notizia dell’armistizio dell’8 settembre. Il caos successivo e la mancanza di ordini superiori posero quella Divisione in una situazione di scelta difficile, in quanto la Wehrmacht chiese al governatore del Dodecaneso, delle Cicladi e delle Sporadi settentrionali, Inigo Campioni, di collaborare e quindi continuare a combattere al suo fianco. Il governatore Campioni, visto che gli aiuti britannici non arrivarono, decise di resistere ai nazisti, ma nonostante la superiorità numerica degli italiani, i tedeschi, meglio armati, dopo tre giorni di combattimenti, costrinsero i nostri alla resa l’11 settembre, per cui Rodi, come del resto l’intera area, fu occupata dall’ex alleato. I soldati italiani furono disarmati e inviati a scaglioni, ammassati in carri bestiame, nei campi di prigionia in Germania. Questa fu la sorte che toccò al soldato Iannetta insieme ai compagni d’arme.
Il governatore Campioni, che si era rifiutato di ordinare la resa, fu dapprima tradotto in Germania e poi a Parma, dove subì un processo da parte di un tribunale della Repubblica Sociale Italiana e venne fucilato il 24 maggio 1944.
Iannetta, insieme a tanti altri compagni di sventura, fu internato in un campo di prigionia per truppa e sottufficiali presso Francoforte, dormiva in baracche affollatissime, fredde e umide, patì sofferenze, umiliazioni e fame perché si era rifiutato, come tanti altri soldati italiani, di continuare la guerra a fianco dei tedeschi. Durante la prigionia si era ormai rassegnato al peggio, quando nella primavera del 1945 i nazisti capitolarono e finalmente si spalancarono i cancelli dei campi di prigionia. Iannetta, nonostante fosse arrivato a pesare 35 chilogrammi, fu uno dei pochi fortunati rispetto all’elevato numero di morti. Sopravvisse al lavoro forzato, alla mancanza di cibo e ai continui maltrattamenti. Tornò a casa nella primavera del 1945.
Le deportazioni di militari italiani reclusi in campi di prigionia disumani causarono circa 40mila morti, tanti altri morirono dopo la liberazione per le gravi malattie contratte durante quel periodo.
A ritirare la “Medaglia d’Onore” in memoria del soldato Michele Iannetta sarà la nipote, Michelina Iannetta. Le figlie Antonietta e Addolorata, insieme a tutti i parenti, sono onorate dal riconoscimento che giunge a 76 anni dalla liberazione del loro genitore.