Di Cesare Scalabrino
SE NON SI INTERVIENE SUBITO L’ECONOMIA REGIONALE RISCHIA IL COLLASSO
“Potrebbe sembrare fuori luogo, in tempo di Covid, parlare di emergenza cinghiali, ma purtroppo i problemi vecchi non vengono spazzati via da quelli nuovi”. Così Giuseppe Spinelli, Delegato Confederale di Coldiretti Molise, dopo l’intervento in aula dell’Assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, in risposta all’Interpellanza presentata dalla consigliera regionale Aida Romagnuolo sulla proliferazione incontrollata dei cinghiali in regione. “Apprezziamo la presa di coscienza dell’Assessore, anche se un po’ tardiva – prosegue Spinelli – sulla situazione di gravissima emergenza, creatasi su tutto il territorio regionale a causa dell’aumento esponenziale di cinghiali, ma ciò non muta lo stato dei fatti, ovvero che come da noi più volte chiesto e denunciato: occorrono misure straordinarie per un problema straordinario”.
La pandemia, durante la quale gli agricoltori hanno continuato e continuano tuttora a produrre cibo per l’intera collettività, a dispetto di pericoli e difficoltà economiche, ha favorito l’aumento del numero dei cinghiali. Complice il lockdown della scorsa primavera, e le forti limitazioni agli spostamenti degli ultimi mesi, i cinghiali hanno trovato un habitat ancor più favorevole che ha consentito loro di appropriarsi dell’intero territorio, dove l’uomo compare sempre meno, e dove gli agricoltori a lavoro nei campi vengono spesso attaccati da branchi di cinghiali”.
Il problema, ormai atavico, sta mettendo in ginocchio un numero sempre maggiore di imprese agricole e zootecniche che rischiano di chiudere definitivamente i battenti. Campi devastati, raccolti distrutti, foraggio raso al suolo e inutilizzabile perché reso immangiabile dal bestiame a causa delle deiezioni dei cinghiali che marcano il territorio, sono diventati ormai la quotidianità. Ma non è tutto. In Italia ci sono diecimila incidenti stradali l’anno causati da animali selvatici e oltre otto italiani su 10 (81%), secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. Anche in Molise negli ultimi anni si sono registrati numerosissimi incidenti causati dalla fauna selvatica registrando, purtroppo, anche delle vittime.
“Gli agricoltori e l’intero settore agricolo sono allo stremo – aggiunge il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese –, Ma ciò che appare ancor più paradossale è che l’unico settore dell’economia che sta resistendo in questo periodo di emergenza sanitaria è quello che meno sta avendo in termini di attenzione da parte delle Istituzioni. Gli agricoltori – conclude Ascolese – non chiedono sussidi o risarcimenti a pioggia ma semplicemente che venga rispettato il loro sacrosanto diritto di fare impresa, produrre reddito per le loro aziende, mantenendo posti di lavoro, e cibo per la collettività. Se le Istituzioni non saranno in grado di difendere l’agricoltura – conclude Ascolese – assisteremo al collasso non solo del settore primario ma dell’intera economia regionale”.