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Ecco Gli Enti Che Nessuno Taglia

Di Vittorio Venditti

Ci Costano Sette Miliardi

Tornando a denunciare le cose che non vanno, sicuro del fatto che come al solito nessuno ne terrà conto, (ciò, in buona parte per interessi personali da difendere, e nella parte restante per incapacità conclamata di agire), oggi arrivo al punto di copiare di sana pianta il titolo dell’articolo che ispira questa mia farneticazione:

Ecco gli enti che nessuno taglia: ci costano 7 miliardi – IlGiornale.it.

Sono talmente schifato da quest’andazzo, da voler deliberatamente evitare di rovinare quanto ti ho appena mostrato, ma non posso esimermi dal ricordare:

1°: Che quanto si legge nell’articolo sopra citato non è altro che lo specchio dei desideri e della cultura dell’italiettano medio;
2°: Che certo modo di fare, da prima anelato poi schifato, nel riportare con i piedi per terra chi finora è vissuto al disopra delle proprie possibilità, mette in chiaro una volta e per tutte il fatto che a comandare, non è chi viene spinto dagli eventi e dalle unzioni, ma chi sa realmente districarsi in un mondo basato sul dominio del mercato.

Ho già detto infatti, che certi idealisti, gente che sa essere gay utilizzando opportunisticamente il deretano altrui, visti i tempi, conta quanto Kunta Kinte.

E di questo ringrazio Dio!

Resta però il fatto che, nonostante tutti gli sforzi fatti da chi veramente comanda, la sola presenza di questa gentaglia, parassita vorace di chi sa far soldi, rende in buona parte inutile ogni sforzo fatto per risorgere, costringendo chi comanda, per l’appunto, a correre con il freno a mano tirato, lungo un’autostrada, (la vita), a rischio di essere investito.

L’Italietta che oggi ci ospita, da sempre, (e non solo per colpa della Chiesa romana), vive questo dramma, lamentandosi poi delle periodiche scorribande, visibili lungo il racconto della Storia, scorribande messe in atto da “Barbari”, in grado però di saperla lunga molto più di noi in fatto di lavoro e di conseguente ricchezza che ne permette lo sviluppo oltreché la creazione di un potere del quale oggi, l’italiettano medio, pretenderebbe di ottenerne una porzione, sicuramente non meritata.

Che ci lamentiamo a fare?
Perché, invece di lamentarci, guardando i progressi altrui, non cerchiamo di emularne le capacità?