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Ordine Dei Giornalisti Del Molise: Vento Di Cambiamento

Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria E Marco Frosali
(Video), Preso Da Internet Da Vittorio Venditti

Sì, Ma Ora Si Faccia Un Passo Avanti

Penna Antica Con Aculeo D’Istrice E Piuma

Fino a ieri, si è parlato dell’Ordine dei giornalisti del Molise, come di qualcosa di prettamente molisano nel senso più spregiativo del termine: l’intervista al nuovo Presidente di quest’Ordine professionale, descrive a pieno qual’è stato e come verrà cambiato in meglio un ambiente che rifletteva quanto ha distrutta una regione dalla quale chi può scappa e chi resta spera nel provvidenziale arrivo della proverbiale manna dal cielo, a meno di non soffrire della più acuta pazzia che viene mostrata al mondo con l’amore viscerale per la propria terra d’origine dove ob torto collo e con estrema caparbietà, chi non abbandona tenta con le unghie e con i denti ed a prezzo di indicibili sacrifici, di prendere e portare a termine ogni tipo d’iniziativa di vita.

Vincenzo Cimino

Nel pezzo richiamato sopra, il professor Vincenzo Cimino, oggi Cavaliere della repubblica e sia permesso anche amico di chi scrive, ha delineato un orizzonte futuro che definire radioso è poco. Verrebbe da affermare che se una condizione del genere si riflettesse sulla politica locale e soprattutto su un vero cambiamento nella di lei attuazione, si potrebbe arrivare senza dubbio a dire con il massimo della soddisfazione che il Molise, oltre ad esistere, sarebbe anche insufficiente per contenere il ritorno in massa di tanti suoi figli che stando a casa loro, potrebbero rendere questo attuale fantasma, il simbolo della vera prosperità, nei fatti, non certo a “chiacchiere di facciata”.

Pericoloso Non E’ Chi Morde, Pericoloso E’ Chi Lecca

Si dice da sempre che il giornalista con la schiena dritta è un pericolo per la stasi conclamata. L’ultima foto, evidenzia l’esatto contrario: dopo quanto descritto da Enzo con il Magistrale contributo di un collega di classe qual è Paolo De Chiara, ora è il caso di pensare seriamente ad eliminare la zavorra dei petenti e molto spesso leccanti che a frotte infestano l’Ordine in tema, facendo ciò, se non con reali disposizioni vietate dalla Legge, almeno mediante ficcanti, quanto chiare applicazioni in termini di distinzione fra chi esercita la Professione e chi si fregia biecamente solo del titolo mostrato. L’elenco dei ‘partecipanti’, spesso esclusivamente alla spartizione delle agevolazioni derivanti da un’appartenenza che costa cento euro pro capite l’anno, è reperibile sul sito cliccabile qui e chi vuole, può scorrerlo e ad libitum ridere o vomitare, leggendo una miriade di nomi mischiata ai riferimenti di tanti onesti colleghi, pletora, (la lista dei nomi inutili), di gente che tutto è, tranne che giornalista. Ora è giunto il momento di fare pulizia ed abbandonare, (sia pur solo in senso figurativo), al proprio destino quella zavorra che si è installata nell’Ordine o sta cercando di farlo perché “può servire per avvicinare ambienti nei quali parassitare”. Ora è giunto il momento di portare a termine un’operazione simile a quella che una ventina d’anni or sono ha ripulita la borsa valori americana dalla moda del “punto com”, riducendo chi pascolava per quell’ambiente, presentando la sola qualità di esser forte di un nominativo relativo ad un sito internet, al “punto e basta”, cura da cavallo che ha fatto piuttosto bene al dimagrimento di qualcosa che da quel momento vive la propria vita reale e non un finto volume che comunque avrebbe rischiato di esplodere anche precedentemente e peggio di come poi si è verificato alla fine dei primi anni dieci di questo secolo. Ora è il momento di prendere seriamente in mano il timone di una nave che se non viene dichiarata alla deriva, è solo perché poco conosciuta al resto del giornalismo, se non mondiale, almeno italiano e snellirne gli ingranaggi ed il peso superfluo per poterne permettere una vera navigazione verso l’agognato porto sicuro del poter ritornare a produrre magari poco, ma buon materiale da mettere a disposizione del per ora esiguo numero di lettori che si spera, a seguire cresca perché realmente motivato nel farlo, cosa che sicuramente potrà generare quel ritorno pubblicitario foriero di guadagni veri per coloro che vogliono e soprattutto sanno vivere il bel Mestiere di giornalista, scevri dal dover mendicare un posto ove esprimersi o, come avviene in tanti casi, pur avendo per campare, costretti ad arrabbiarsi ed a scendere in campo per difendere quel poco di dignità che la politica locale di ogni ordine e grado sta erodendo inesorabilmente e soprattutto inequivocabilmente non solo nei giornalisti, ma più specificatamente nella cittadinanza tout court, paziente non si sa bene ancora per quanto.

Per dirla con Renzo Arbore: “Meno siamo, meglio stiamo”.

Parola, Anzi: Provocazione Di Ulisse.